La cucina siciliana vista dagli emigrati argentini
Successo per il progetto Ristoworld per l’Argentina, realizzato dalla sinergia di due realtà presenti nei rispettivi Paesi: da una parte l’associazione di cucina, turismo e made in Italy, Ristoworld Italy (presieduta da Marcello Proietto di Silvestro) e dall’altra il Circulo Siciliano di Santafè (presieduto da Giuliano Ovando Salemi) che hanno programmato una serie di incontri per la valorizzazione e riscoperta della cucina tradizionale siciliana e mediterranea e focus sull’accoglienza e l’ospitalità, valori aggiunti questi che hanno fatto grande il settore della ristorazione italiana nel mondo.
Il progetto, scaturito da una felice intuizione di Gina Aloisio, ha visto le lezioni di cucina siciliana del docente e chef Andrea Finocchiaro e lo speciale sulla comunicazione e accoglienza nella ristorazione da parte del banqueting manager Marcello Proietto di Silvestro. In collegamento streaming per un mese circa, non solo amiche e amici residenti in Argentina ma anche in Brasile e altri paesi del Sud America con i quali l’Italia vanta una solida storia di partenariato, alla luce anche della folta comunità di emigrati presenti.
Fra i piatti della cucina siciliana presi in esame, il tortino di parmigiana, spaghetti fave e ricotta, involtini di spaghetti alla norma, bracioline alla messinese, ravioline di ricotta: questi ed altri ancora i piatti illustrati dallo chef Finocchiaro che assieme agli altri relatori è intervenuto anche sull’abbinamento cibo e vino e ad altre domande da parte dei corsisti.
«Siamo felicissimi per questo risultato – commentano gli organizzatori – e abbiamo posto una prima pietra per la realizzazione di un progetto più ampio che possa vedere le due associazioni insieme per una iniziativa Italia-Argentina legata alla valorizzazione della migliore tradizione enogastronomica siciliana, passando poi per la cultura, la musica, il patrimonio ambientale e l’accoglienza».
All’orizzonte la realizzazione di un ricettario con piatti della tradizione siciliana rivisitati e reinterpretati dagli emigrati siciliani in Argentina che non hanno mai perso il forte senso di appartenenza per la Trinacria.