La Casa dei Tre Tocchi
Ci sono case che, nel corso del tempo, si sono trasformate in luoghi misteriosi, popolati da spiriti inquieti e da presenze sinistre.
La loro storia e quella delle famiglie che le hanno abitate si sono così intrecciate tra di loro e hanno alimentato i racconti popolari che le hanno rese immortali nei decenni.
La Casa dei Tre Tocchi sorge in contrada Arenella a Fontane Bianche, in provincia di Siracusa. In origine era una masseria del Settecento appartenente alla nobile famiglia dei Giacarà che vi trascorreva solitamente il periodo delle vacanze estive.
Ma le dicerie popolari, hanno sempre narrato tutta un’altra storia.
Al suo interno durante i mesi in cui era vuota, abitavano gli spiriti.
Infatti essa veniva chiamata la casa dei fantasmi.
Dicerie potenti che hanno condizionato i futuri proprietari a tal punto che oggi, questa elegante dimora è disabitata.
Nessuno ha l’ardire di sfidare l’inquietudine delle anime maledette che aleggiano all’interno.
Secondo un’antica leggenda, infatti, un tempo lontano questa casa era abitata dai Baroni di Fontane Bianche e che una notte dei ladri forzarono il portone d’ingresso ed entrarono nelle stanze in cui i proprietari dormivano.
Cercavano il loro tesoro nascosto.
Però non trovarono niente e si accanirono contro i due genitori. Li uccisero brutalmente e, nella loro ferocia, tagliarono la testa alla loro piccola figlia e poi in segno di sfregio la gettarono nel pozzo.
Da quel momento si cominciò a dire che i tre tocchi da fare sulla porta servivano per ricordare proprio queste tre povere anime, soprattutto quella della bambina, la cui testa, nelle notti di luna piena, riemerge dal fondo del pozzo in cerca di pace.
Oggi, gli abitanti del luogo, tutte le volte che passano davanti a questa casa maledetta suonano tre volte il clacson della macchina. Una tradizione che nasce dalla profonda paura che il popolo siciliano ha sempre avuto per coloro i quali sono morti in modo violento. Convinti che la malignità della loro morte possa essere estesa anche a loro.
Come la giovane, che, secondo un’altra leggenda, morì all’interno di questa casa.
Era l’unica figlia del proprietario che, innamorata di un ufficiale di ventura contro il volere paterno, si uccise insieme al suo innamorato.
Si racconta che il padre per il terribile dolore lanciò una maledizione contro tutti coloro i quali sarebbero passati davanti alla sua casa.
Chi non l’avrebbe onorata con il saluto dei tre tocchi, sarebbe stato maledetto per sempre.
Per questo terrore di essere maledetti e di andare incontro a una morte violenta, nessuno ha mai osato rifiutare questi tre tocchi in segno di saluto e di rispetto, che con il tempo sono diventati tre colpi di clacson. Tantissime sono le testimonianze di chi non avendolo fatto ha poi subito incidenti stradali anche gravi.
Infatti un’altra storia racconta che, negli anni Ottanta, un gruppo di ragazzini passarono davanti alla casa con i loro motorini, ma uno di essi non suonò il clacson per tre volte. E, per caso fortuito o per punizione sovrannaturale, poco dopo scivolò sul terriccio e cadde dal motorino.
Questa maledizione spaventa da sempre, anche perché dentro la casa potrebbero non esserci solo le tre povere anime trucidate dai ladri, ma come alcuni raccontano, un tempo, questa dimora era abitata da tre sorelle, così brutte che furono allontanate da tutti per cui non riuscirono a trovare marito. Per la vergogna rimasero tutta la vita rinchiuse dentro casa, in solitudine senza mai ricevere visite.
Indurite dalla cattiveria dei loro compaesani, prima di morire lanciarono una maledizione: chiunque fosse passato davanti alla loro casa e non avesse bussato alla porta per tre volte per onorare la loro memoria sarebbe stato colpito da una sorte atroce.
Tutte leggende che, al di là delle loro storie e dei loro protagonisti, testimoniano quanto la credenza che le anime dei defunti siano tra di noi, sia fortemente radicata nella cultura popolare. Testimonianza dell’importanza che, presso il popolo siciliano, ha sempre avuto la dimensione ultraterrena, sia nel bene che nel male.
Per questo la gente del luogo ancora oggi continua a guardare con timore reverenziale questa casa, consapevole che oltre le leggende che vengono raccontate, al suo interno si cela una realtà non visibile a occhi terreni.