La breve e tormentata vita di Vladimir Majakovskij
Poesia, Amore, Rivoluzione e Comunismo. Con queste quattro parole si può riassumere la breve e tormentata vita di Vladimir Majakovskij (1893-1930) che è stato uno dei più importanti poeti dell’Unione Sovietica. Il Prof. Bengt Jangfeldt ha dedicato a questo poeta una profonda, avvincente e completa biografia che ne mostra la complessa personalità.
Majakovskij fu uno dei principali innovatori della letteratura sovietica. Sin da giovanissimo aderì al futurismo russo e abbracciò il radicalismo politico comunista. Partecipò attivamente sia alla rivoluzione del 1905 sia a quella del 1917. In un primo tempo fu molto vicino alle posizioni dei menscevichi. Con l’avvento della Rivoluzione di Lenin sostenne il potentissimo Commissario del popolo Anatolij Lunacharskij ed ebbe spesso contatti con Lev Trotzskij. In questa iniziale fase della Rivoluzione, Lunacharskij permise alle avanguardie artistiche di operare in Unione Sovietica nella letteratura (Majakovskij, Zamjatin, Esenin) nel teatro (Mejerch’old) nel cinema (Eisenstein) nell’arte (futurismo).
Nonostante ci fosse questa relativa libertà per gli artisti, alcuni settori del partito non vedevano di buon occhio il futurismo. Lo stesso Lenin diffidava e contestava apertamente le innovazioni dei futuristi ritenendole troppo difficili da comprendere dalla classe lavoratrice. Majakovskij sperimentò molte volte le critiche dell’apparato politico e di altri intellettuali e correnti artistiche della sua epoca. Non si iscrisse mai al PCUS e solo negli ultimi anni della sua vita fu inserito di malavoglia dai suoi colleghi scrittori nell’Unione degli scrittori sovietici.
Nonostante ciò, il poeta credeva sinceramente nel comunismo e in Lenin, al quale dedicò uno dei suoi poemi più famosi. Era sinceramente convito di partecipare alla costruzione di un nuovo mondo.
Per tutta la vita amò principalmente Lilja Brik che era la moglie del suo amico Osip, uno strano personaggio che oltre ad essere un artista era anche un attivo membro della CEKA (servizi segreti). I tre convissero insieme per molti anni in uno strano menage-a-trois, in cui Osip (marito di Lilja) tollerava apertamente la passione della moglie per il poeta. Era un trio “aperto” perché sia Osip che Lilja ebbero numerose altre relazioni. Questa libertà sessuale fu alla base anche della creazione della comunione artistica a Puskino. Questi artisti si dedicavano ad ogni eccesso (giochi e divertimenti) e al libero amore, destando un certo scandalo negli ambienti dei funzionari di partito e dei servizi segreti.
Poiché i tre erano a strettissimo contatto con il potente Lunacharskij, ebbero sempre numerosi privilegi, al contrario di altri intellettuali che furono cacciati dall’Unione sovietica (es. Nave degli intellettuali del 1921). I tre viaggiarono moltissimo al di fuori dell’Unione Sovietica attirandosi le ire di altri scrittori. Vladimir Majakovskij visitò molte le principali città d’Europa (Parigi, Praga, Berlino, Nizza). Compì una tournee negli Stati Uniti d’America dove ebbe una relazione con una donna da cui ebbe una figlia.
La vita sentimentale di Majakovskij fu sempre molto movimentata sia per i continui litigi con Lilja sia per la presenza di numerose bellissime donne. Quella che sicuramente sconvolse in modo definitivo la sua esistenza fu Tatjana Yacovleva che conobbe a Parigi a casa di amici. Era figlia di emigrati russi in esilio e non amava assolutamente il comunismo. Il poeta perse la testa per lei sia perché era una donna di infinita bellezza e perché frequentava i più importanti artisti e i circoli più esclusivi di Parigi. La frequentò e trascorse insieme a lei un periodo di vacanza al mare. Fu in questo periodo che confidò ad un amico di non sentirsi più libero e che ormai era solo un funzionario come tutti gli altri. È sicuro che i servizi segreti tenevano d’occhio i due e pare che la notizia abbia mandato su tutte le furie l’intero servizio segreto sovietico. Il poeta della rivoluzione aveva una relazione con una donna russa altissima, affascinantissima, intelligentissima, bellissima, modella, musa ispiratrice e soprattutto figlia di emigrati anticomunisti.
Molto probabilmente con Tatjana si trovò davanti a un forte dilemma. Una prima soluzione sarebbe stata quella di abbandonare l’Unione Sovietica e sposare Tatjana. Ciò avrebbe portato alla fine della sua carriera letteraria e all’esilio. L’altra soluzione sarebbe stata quella di ritornare in Unione Sovietica costringendo Tatjana a seguirlo. La sua unione con Tatjana avrebbe causato terribili problemi.
Tornò in Unione Sovietica dove erano in corso velenose campagne contro di lui nel partito, nell’Unione degli scrittori e sui giornali. Si trovò solo contro tutti in quanto Lunacharskij era stato spostato ad un altro incarico e Lev Trotzskij era ormai caduto in bassa fortuna e fu espulso dall’Unione Sovietica. Lo stalinista Lazar Kaganovic lo trattò freddamente.
Il poeta non ottenne il passaporto per ritornare in Francia da Tatjana. La donna non era a conoscenza dei problemi del poeta in Unione Sovietica e decise di troncare ogni rapporto e di sposare un visconte miliardario. In modo alquanto disonesto, Tatjana nascose a Majakovskij di avere in contemporanea anche altri corteggiatori.
Alcuni processi e condanne a morte di intellettuali raggelarono Majakovskij, che confessò a Nizza ad un amico di non sentirsi più libero ma di essere ormai solo un funzionario. La sua crescente difficoltà è testimoniata dal fatto che membri del partito costrinsero il direttore di Pecat’ i revoliucija a far strappare la pagina dedicata a Majakovskij dalle 5.000 copie già stampate della rivista. Negli ultimi due anni, Majakovskij si recò molte volte nella sede dei servizi segreti.
Questi fatti determinarono una crisi profondissima. In questo periodo, Lilja, con lo scopo di distoglierlo da Tatjana, gli fece conoscere Veronika Polonskaja, un’attrice molto bella e famosa, ma… felicemente sposata… Il poeta se ne innamorò ed ebbero una relazione che la donna troncò, determinando una vera e propria azione di stalking da parte di Vladimir. I due ebbero un incontro chiarificatore in cui Veronika lo respinse e lo rifiutò definitivamente. Quando uscì dall’appartamento, si sentì uno sparo. Il poeta si era suicidato.
Poche ore dopo la sua morte, si fiondarono nel suo appartamento alcuni membri dei servizi segreti per gestire l’imbarazzante suicidio del Poeta della Rivoluzione. La notizia giunse a Lilja e Osip mentre erano in Olanda. Tatjana fu informata con estrema attenzione perché era al quarto mese di gravidanza. A Majakovskij furono tributati solenni funerali a cui parteciparono oltre 65.000 persone. Il servizio segrete intervenne in modo alquanto subdolo sia su Lilja sia soprattutto su Veronika a alla quale fu concessa come compensazione una sorta di lunga vacanza al mare.
La vita di questo poeta apre molte riflessioni. Una gran parte degli attacchi ricevuti in via da Majakovskij non erano solo di natura politica, ma erano causati spesso dall’invidia per il suo successo. Anche durante le rivoluzioni, l’invidia è un sentimento che serpeggia negli esseri umani.
Inoltre, ogni rivoluzione politica è preceduta ed accompagnata da una rivoluzione estetica. Il consolidamento del potere rivoluzionario spesso porta ad una limitazione della libertà degli intellettuali e ad una velata ma costante richiesta di allineamento da parte del potere politico. Ogni rivoluzione ha spesso il suo termidoro politico. E i termidoriani spesso spengono i fuochi di tutte le rivoluzioni intellettuali ed estetiche. All’impeto verso il futuro segue una sorta di mediocre acquietamento nella burocrazia e nella mediocrità.