Storie dell'anima

Karma o Destino?

Ecco un altro tema da approfondire e chiarire: karma e destino. C’è differenza tra questi due termini? Sono simili? In questo articolo proverò a mettere ordine a queste due parole molto utilizzate, anche se il lemma “karma” è stato introdotto recentemente nel nostro lessico quotidiano. Cominciamo dalla parola DESTINO dal greco ISTEMI STO, di origine indoeuropea e indica lo (star fermo),fisso. Questo concetto risale alla filosofia greca dello STOICISMO, che affermava l’esistenza di un ordine naturale prefissato nell’universo ad opera del LOGOS. Per un attimo allargo il ragionamento all’etimo FATO, così da chiarire le differenze, che discende dal latino FATUM , sorte, fortuna. Questa parola ci riporta ancora al termine destino, che è irrevocabile fissato dal principio e a cui nessuno si può sottrare, la morte è l’esplicazione per eccellenza di dei due termini fin qui citati. Fato e destino a volte si sovrappongono e altre volte si differiscono; ad esempio per i Romani il destino è mutabile, al contrario del fato che è immutabile. A questo punto affrontiamo il lemma KARMA, dal sanscrito Karman, che si traduce con AZIONE. Termine di origine indiana, che ha influenzato la cultura dell’estremo Oriente da secoli e ormai da qualche decennio in voga anche in Occidente. Esso è il risultato di cause poste nel passato, intese pure nelle vite precedenti, che generano effetti nella vita di ciascuno di noi. Karma si può intendere anche come magazzino, deposito nel senso di accumulo di azioni ripetute (con pensieri, parole e azioni vere e proprie) e conservate dentro di noi, gli effetti karmici saranno visibili quando ci saranno le condizioni esterne affinché esso si manifesti. Il karma può essere positivo (come talenti, buona salute ecc.) e negativo (sofferenze di vario tipo), individuale (cioè il proprio) e collettivo (partendo dalla famiglia, attraversando il territorio in cui si vive, alla nazione, al mondo). La differenza tra destino e karma è soprattutto nel risultato finale. Mi spiego meglio, se il destino come detto sopra è ineluttabile cioè non può cambiare, sarà quello che ci è toccato. Il karma invece è mutabile, perché le azioni poste nel tempo creano un percorso, un solco nella vita che crea un’abitudine, una dinamica la quale a lungo andare diventa più profonda e ripetitiva, cioè uno schema ben definito. Questo struttura come si è formata, si può destrutturare e cambiarla con altre azioni che posso essere virtuose le quali contrastano le azioni precedentemente poste che erano al contrario viziose, tali da ingabbiare l’essere e farlo soffrire. Se il karma quindi è negativo per creane uno positivo, cioè trasformarlo, diciamo dal dolore alla gioia richiede un impegno di azioni positive per sé e per gli altri continue e ripetute che porterebbero l’uomo ad affrancarsi dalla sofferenza, una sorta di purificazione dell’anima. Per ciò che riguarda il karma positivo, ad esempio un talento, esso può essere curato, sviluppato il più possibile mettendo in equilibrio l’essere nel percorso di catarsi. Mi viene in mente la famosa canzone “you are my destiny” (tu sei il mio destino) la quale fa venire in mente qualcosa, appunto, di ineluttabile. Passando all’altro termine oggi più usato “sei nel mio karma”, cioè sei nella mia vita relazionale, qui ci troviamo ancora in presenza di qualcosa che può variare, anche se dovevo comunque incontrare quella persona o quella data cosa nella mia vita era inevitabile visto che è nel mio karma, come dire nel mio destino ma, esso può cambiare e può mutare il tipo di relazione. Come ci accorgiamo ci sono dei punti di contatto tra i due termini e certamente non c’è da scegliere quale sia il più giusto o quello vero ma, piuttosto ci è utile fare chiarezza. Conoscere un termine in modo esatto ci accompagna ad un concetto il quale diventa un modo di pensare e poi di vivere, se il termine è confuso e inappropriato ci conduce a formulare dei pensieri e a compiere delle azioni che possono veicolare confusione e sofferenza.

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