Intervista a Davide Calcagno: una storia d’Arte e di successo
La galleria d’arte Calcagno, con quasi cinquant’anni di esperienza nel settore, rappresenta un punto di riferimento nel panorama artistico siciliano, nazionale e internazionale. Fondata da Santo Calcagno nel 1974, giovane visionario, si è evoluta e consolidata nel tempo, portando avanti una tradizione di passione per l’arte e il suo valore culturale. Situata in due punti strategici di Catania, uno in Via Piave e l’altro in Viale Jonio, la galleria d’arte Calcagno ha contribuito a rendere questa centralissima zona della città un vero e proprio crocevia culturale, accanto al rinomato Corso Italia, famoso per le griffe di lusso di ogni settore, si è distinta per il suo impegno nel promuovere e supportare artisti emergenti e consolidati. Accanto a nomi di fama nazionale e internazionale, la galleria si è dedicata anche alla selezione di opere grafiche a tiratura limitata, con un occhio attento alla qualità e all’originalità delle stesse. Oggi è un punto di incontro per gli amanti dell’arte, uno spazio dove l’ispirazione si materializza in opere che affascinano ed emozionano.
Incontriamo Davide Calcagno, erede della tradizione familiare, nei locali della sua galleria per condividere con lui la profonda passione per l’arte in tutte le sue forme.
Salve Davide, la tua vita è stata accompagnata sempre da opere arte grazie al lavoro della tua famiglia. Spesso i figli non seguono le passioni dei genitori, ma nel tuo caso sembra esserci un legame profondo con le tradizioni paterne. Puoi raccontarci questa esperienza?
La mia vita è stata fortemente influenzata dalla mia famiglia in maniera del tutto naturale visto che, sin da bambino, ho sempre frequentato la galleria di famiglia. Di quel periodo ho alcuni ricordi estremamente chiari, il profumo della pittura, le parole per me del tutto incomprensibili di mio padre che discuteva animatamente con personaggi bizzarri e stravaganti… Ricordo che passavo diverso tempo ipnotizzato davanti ad alcune opere cercando di capire come l’artista fosse riuscito a realizzare un quadro, per me, così perfetto! Qualche anno più tardi, ormai adolescente, capitava che mio padre mi chiedesse di aiutarlo, per esempio, a caricare la macchina di quadri per andare a casa del cliente per delle prove, oppure quando organizzava le aste, mentre lui dirigeva le stesse da banditore e mia madre si occupava delle aggiudicazioni, io avevo il compito di avvicinarmi ai tavoli dei clienti per far ammirare l’opera da vicino, cosa che mi faceva sentire importante e orgoglioso. Quando ho finito il mio percorso di studi, mio padre mi propose di andare a lavorare con lui e fu così che iniziò la mia prima vera e diretta esperienza con la galleria, occupandomi, in particolare, della gestione della corniceria. Qualche anno più tardi, sono riuscito ad aprire la mia prima corniceria con tanto di partita iva. Dopo tanti anni, ripensando a come si è evoluta la mia posizione lavorativa è innegabile che non ci sia stata un’influenza da parte della mia famiglia perché il mondo dell’arte ha sempre fatto parte della mia vita. L’anno prossimo la nostra attività compirà cinquant’anni, un traguardo molto importante che è motivo di grande orgoglio per noi e che ogni giorno ci stimola a fare sempre meglio per continuare a divulgare l’arte con passione, sacrificio e amore.
Parlando di arte, ti chiedo: pensi che l’arte stia attraversando una fase di crisi? Come è cambiato l’approccio delle persone all’arte da quando tuo padre era attivo nel settore fino ad oggi?
Personalmente non credo che il nostro settore sia in crisi, credo, invece, che sia in continua evoluzione, o meglio, che viviamo dei periodi, delle fasi di cambiamento. Il fattore economico sicuramente negli anni è stato il motivo che ha cambiato il target di clientela che frequenta la galleria, se fino a vent’anni fa comprava da noi anche la classe media, oggi queste persone sono diminuite considerevolmente. Non credo però che il passato fosse meglio del presente, penso solo che sia diverso e quindi diversa deve essere la nostra proposta, disponendo di opere di grande qualità pittorica a prezzi accessibili. Oggi giocano un ruolo importante anche altre tendenze che un tempo erano sporadiche, come le liste regalo, le liste nozze e le commissioni entrate ormai a far parte del nostro quotidiano lavoro. Rispetto all’approccio delle persone all’arte, credo non sia cambiato nulla nel tempo, il motivo che spingeva un cliente di vent’anni fa ad entrare in galleria è lo stesso motivo per cui entra oggi, ovvero l’esigenza di arredare le proprie mura domestiche con opere d’arte. Gli appassionati, i collezionisti, gli estimatori rappresentano un caso a parte; per loro i motivi possono essere altri: l’emozione visiva, lo stimolo sensoriale, la quotazione e la rivalutazione dell’opera nel tempo.
Hai dato svariate opportunità ad artisti emergenti, alcuni dei quali sono stati lanciati da te o in precedenza da tuo padre. Secondo te, essere siciliani rappresenta un limite o un vantaggio per un artista che cerca di emergere?
Nel corso degli anni abbiamo assistito e partecipato attivamente alla nascita e alla crescita di alcune realtà artistiche del nostro paese. Questi artisti, siciliani e no, si sono trovati di fronte a dinamiche strettamente legate al territorio. In Sicilia il lavoro dell’artista è poco accreditato, considerato un po’ come un hobby, alla stregua di un passatempo per sognatori, a gente che non sa stare con i piedi per terra… Questo modo di vedere l’artista, alla stregua di un personaggio bohemienne, in cui l’eccessiva eccentricità ed evanescenza, fa a botte coi canoni di lavoro della società medio borghese, purtroppo ancora ci appartiene. Chiaramente quanto detto non aiuta l’artista ad emergere e molte volte egli si trova costretto a trovare delle strade alternative per potersi integrare in società e mantenersi, impegnandosi in altri lavori per continuare a dipingere, fino a scegliere di andare via dalla propria terra. Nel nostro settore abbiamo visto artisti siciliani lavorare con professionalità e spirito imprenditoriale, raggiungendo ottimi risultati di visibilità e successo; credo che questo “modus operandi” sia fondamentale per un artista. Un altro aspetto da non sottovalutare è il ruolo che le gallerie d’arte hanno nel promuovere e divulgare l’operato di un artista che spesso si improvvisa mercante di sé stesso sottovalutando i benefici dati dalla professionalità, la credibilità e la visibilità che una attività come la nostra, con una tradizione ed esperienza di cinquant’anni, può offrire loro.
Recentemente hai rinnovato gli spazi delle tue gallerie, dimostrando una forte fiducia in questa attività e nel lavoro che fai. Quali sono le prospettive future per le Gallerie d’Arte Calcagno?
Abbiamo rinnovato i nostri spazi espositivi perché crediamo fortemente nel nostro lavoro. Organizzare e curare l’esposizione, dall’illuminazione all’allestimento, ci permette di valorizzare ogni singola opera esposta. Come ho già detto, l’anno prossimo raggiungeremo un traguardo molto importante, quello dei nostri cinquant’anni di attività e per questo motivo, abbiamo deciso di organizzare una serie di mostre collettive e personali per tutto il 2024. Pertanto, invito tutti i lettori appassionati d’arte a visitare le nostre pagine social, per rimanere sempre aggiornati sulle nostre mostre. Un grazie particolare a Sikelian per il tempo dedicatomi, vi aspetto tutti in galleria!
Grazie a te Davide, Viva l’Arte e Viva gli Artisti! Ad Maiora Semper.