Politica

Insulti e risse: la nuova Ars politica

Protagora sosteneva che l’arte politica consisteva nel saper amministrare attraverso la parola e l’azione, ma i nostri “signori” della politica non sanno che farsene di simili insegnamenti!
Gli insulti, il dileggio e l’aggressione fisica sono diventati i tratti distintivi di una classe politica che ha fatto della violenza la propria bandiera rappresentativa, la nuova Ars politica.
Una classe politica che invece di mostrarsi partecipe della vita della comunità che “deve” rappresentare e tutelare, si diletta a scendere al livello meschino e aggressivo tipico di quei gruppi faziosi che agiscono in spregio delle normali regole di convivenza civile.
E non si lesinano in questa loro “signorilità”. Solerti esponenti di una novella scuola culturale, hanno fatto dell’offesa una norma unanimamente accettata. Parlano attraverso di essa come se sia oramai il solo e unico tramite per veicolare i propri pensieri.
I “signori” della politica sono diventati “insultatori di professione”, si nutrono di insulti e di polemiche, il loro solo scopo è offendere oltre misura chiunque si frapponga sulla loro strada.
E, giorno dopo giorno, noi cittadini siamo costretti ad assistere a un vergognoso abbrutimento di comportamenti che coinvolgono sempre più “signori” della politica.
Se non si dileggia in modo brutale l’avversario, non si è un politico di tutto rispetto!
Per esserlo, occorre questo “onorevole” riconoscimento!
Quotidianamente, i nostri “signori” della politica, usano con vergognosa disinvoltura parole volgari per opporsi a qualunque tesi contraria alla propria.
Sterile opposizione o perché, in mancanza di argomentazioni valide, non si trova altra alternativa che rifugiarsi nelle parole scurrili del nostro vocabolario?
Una domanda che noi cittadini, che invece conserviamo a fatica il brutto viziaccio di pensare, non possiamo non porci.
A sentirli offendersi vicendevolmente con una naturalezza a dir poco disarmante, l’unica verità che balza agli occhi, ovviamente oltre alla bassezza morale, è che questi nostri “signori” della politica siano stati contagiati da un pericoloso virus: il vuoto di idee e di programmi.
Un virus ben peggiore del Covid, perché purtroppo contro di esso non c’è alcun vaccino che lo possa debellare!
Forse è per questo che le “illustri” menti di questi “signori” sono devastate e hanno smarrito ogni pudore e hanno completamente cancellato una parola: la vergogna.
Per nulla imbarazzati dalle scurrilità che fuoriescono dalle loro bocche, continuano imperterriti ad elargirsi vicendevolmente “gentilezze” di ogni genere facendo a gara a chi per primo assurge al podio di campione dell’insulto.
Accade anche che, non soddisfatti dell’attacco verbale in presenza, proseguono sui propri canali social per essere certi che se a qualche cittadino distratto è sfuggita la performance, possa comunque rivederla nella comodità del proprio divano.
E sempre più spesso questi insulti includono minacce fisiche che, purtroppo, degenerano in scompigli e vere e proprie aggressioni come quella che ultimamente ha visto coinvolti i nostri “signori” parlamentari.
Regrediti allo stadio di uomini primitivi, si sono trasformati in picchiatori agguerriti uniti in una improvvisata squadra per punire chi ha osato provocare.
In questo scontro, degno delle tifoserie da stadio più accanite, hanno regalato un impietoso spettacolo a un’Italia che invece, lacerata da problemi economici e sociali importanti, non ha certo bisogno di essere rallegrata da inutili quanto vergognose risse e pestaggi.
Dalle immagini rimbalzate su tutti i telegiornali e i social, quella che più è rimasta impressa è la visione del gruppo contro uno solo a terra.
Indipendentemente dalle responsabilità reciproche, il “virtuoso” esempio che è stato consegnato alla Nazione è quello della vigliaccheria del branco contro il singolo, a dispetto di tutte quelle norme di convivenza civile e sociale che ogni giorno famiglie e scuola cercano di trasmettere alle nuove generazioni.
Sorge il sospetto che i nostri “signori” della politica siano tutti abbagliati da un insulso delirio di onnipotenza tale da far credere loro di essere al di sopra delle regole, di potersi permettere ogni genere di comportamento in virtù del ruolo che rivestono, però dimenticano troppo spesso che questo ruolo è stato conferito loro da elettori responsabili che li hanno votati affinché potessero rappresentarli degnamente e non per crogiolarsi in una perenne autoglorificazione.
Ma la normalità quotidiana di insulti, offese e aggressioni fisiche dimostra invece che questi “signori” non sono affatto consapevoli delle proprie responsabilità e mette sotto i riflettori una generale quanto impietosa ignoranza e, soprattutto, una superficialità imbarazzante.
Pregi che caratterizzano in toto l’intera classe politica, unita nella reciprocità di insulti e offese, senza distinzioni di partiti e di ideologie.
Non ha importanza essere di destra o di sinistra, l’essenziale è l’esibizione sfrontata della propria volgare aggressività, l’ostentazione di una violenza fine a sé stessa.

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