Spettacoli

In scena al Brancati un lavoro tutto “lucano”: “Il Turno di notte”

In scena al Brancati un lavoro tutto “lucano”: “Il Turno di notte”. Testo e regia Gianpiero Francese. Con Giuseppe Centola, Gabriele Grano, Simona Ianigro, Dino Paradiso, Giuseppe Ranoia, Manola Rotunno, Erminio Truncellito. Direzione tecnica Gennaro Tritto, direttore di scena Dario Marzullo, scene Michele Cordisco, costumi Giovanna Quaratino. disegno luci Paolo Ficazzola, fonica Gianvito Amati, scenotecnico Andrea Caputo, produzione Basilink Art srl, Operaprima srl.
Lo stabilimento Stellantis di Melfi, lo scenario della pièce lucana, precedentemente noto come SATA fu costruito all’inizio degli anni ’90, su una superficie di circa 2.500.000 m², per produrre la Punto e poi la Lancia Y, con un investimento complessivo di 6,6 miliardi di lire, in gran parte coperti da sovvenzioni statali.
Nel 2004 gli operai avviarono uno sciopero per l’equiparazione dei salari e l’abolizione dell’obbligo, di svolgere per due settimane consecutive lo stesso turno (incluso il turno di notte) al termine del quale giunsero a un accordo.
Nel 2010 ripresero gli scioperi e le proteste contro licenziamenti e cassa integrazione, cui seguirono false accuse e denunce contro gli operai. Fortunatamente tre anni dopo l’incremento di produzione consentì la chiusura della cassa integrazione e il rientro al lavoro di 5.418 persone, con l’aggiunta di 350 e l’assunzione di altre 1000.
In seguito, lo stabilimento segnato dal calo di produzione e dalla transizione energetica ha cominciato a registrare una curva progressivamente negativa.
«È necessario valorizzare i punti di forza dello stabilimento, come la flessibilità delle linee e la professionalità dei lavoratori, per affrontare i nuovi scenari» dice il segretario della Fim Cisl della Basilicata Gerardo Evangelista.
E proprio tali nuovi scenari danno il via al drammaturgo e regista Gianpiero Francese per la composizione di questo tragicomico testo teatrale -si evince dall’intervista concessaci – che mette in scena i problemi sociali, le vite private, i desideri vani, le aspirazioni, dei sei operai rimasti chiusi in uno spogliatoio a causa di un terremoto e turbati dall’ inaspettata presenza del dirigente francese che rappresenta la ‘proprietà’.
“Conosco bene le storie di questi operai – spiega Francese – Per anni sono stato pubblico, ho ascoltato le loro testimonianze, i loro travagli, dalla ‘primavera di Melfi’, vent’anni fa, fino a questa situazione paradossale della gestione francese di Stellantis. Già da qualche anno avevo in mente di dedicare loro uno spettacolo e poi finalmente l’ho fatto. Nell’ultimo anno e mezzo mi sono impegnato nella scrittura, poi ho chiamato un cast di attori eccezionale, i migliori della Basilicata, e abbiamo allestito una commedia che racconta una vicenda sui generis”
Questa forzata reclusione facilita il confronto di sapore quasi psicoanalitico tra i compagni di lavoro, facendo cadere barriere e ritrovare valori ed emozioni:
Erminio spera di fare l’attore, la frivola Simona è segnata dalla storia con un dirigente, Manola pare abbia perso la sua femminilità, a Teo interessa solo il calcio, Dino è distrutto dal pessimismo, il sindacalista continua a rivendicare…il dirigente francese ‘comanda’.
Tra risate e riflessioni il pubblico prende consapevolezza di quella che era chiamata ‘classe operaia’ e che dimostra ancora oggi forza e solidarietà quando, alla fine, si ritrova sempre unita nella decisione finale di andare incontro ad un unico, incerto destino.

Foto e video di Lorenzo Davide Sgroi

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