“Il rumore del tempo” di Patrizia Gabriella Seminerio

Nella Chiesa di Sant’Orsola, in piazza Scammacca a Catania, è stato presentato il libro di Patrizia Gabriella Seminerio, intitolato “Il rumore del tempo”, edito da Algra Editore. Il libro presenta una raccolta di poesie accompagnate dalle fotografie di Sergio Giannotta. L’evento è stato magnificamente moderato dalla giornalista Michela Petrina, mentre hanno dialogato con l’autrice Tino La Vecchia, scrittore e docente di Lettere e Filosofia, Sergio Giannotta visual artist e autore delle immagini, Vittorio Graziano, fotografo e direttore del Med Photo Fest.
“Patrizia Gabriella Seminerio è una docente di Lettere, la cui passione per la letteratura l’ha spinta a coltivare l’amore per la scrittura, trovando nelle parole un modo per esprimere le proprie emozioni. Impegnata in iniziative culturali e sociali, ama viaggiare e scoprire nuove culture, esperienze che arricchiscono la sua scrittura e le offrono nuove prospettive. Le poesie contenute nel suo volume d’esordio esplorano temi come l’amore, la memoria e le relazioni umane, offrendo uno sguardo sensibile e profondo sulla vita” così cita la copertina del libro.
“Il rumore cadenzato del tempo
mi lascia scivolare
in un dolce sonno senza presente
fluttuando tra
speranze sussurrate
e fragili incertezze.
Aspetto il mio ritorno”
“Il rumore del tempo” è un percorso di poesie raccolte in un decennio, nel quale la scrittrice racconta, dal luogo interiore nel quale scrive, si espone, attraverso personificazioni e metafore, il tempo che fa rumore, quel rumore che non vogliamo ascoltare, ma che con mirabile atto di coraggio, diventa “sentire” e in quella coscienza finalmente ritornare, perchè siamo presente, siamo il nostro tempo in cui lo spazio si addensa e ricurva perchè siamo riusciti ad ascoltarci, una riformulazione dei concetti fondamentali di spazio e tempo che porta l’autrice a una svolta nella comprensione del mondo.
Il Prof. Tino La Vecchia ne ha curato la prefazione, scrittore e docente di Lettere e Filosofia «Questo insieme di poesie per l’autrice costituisce l’opera prima e nasce dal desiderio di manifestare agli altri e di condividere con i lettori, emozioni e sentimenti vissuti. Non è un caso che fra i lessemi più ricorrenti ci siano le parole “tempo”, “occhi”, “madre” “donna” in quanto la raccolta ruota attorno al suo vissuto, e al suo modo di vedere la vita. […]Sergio Giannotta si accosta implicitamente ai versi, i suoi scatti sono “finestre su mondi nascosti” con i quali cristallizza il sentimento, quel momento afferrato per l’eternità cercando di rendere visibile ciò che non lo è, quell’attimo rubato al tempo rivivrà il suo significato nell’immagine e nella poesia.
Le poesie sono state egregiamente recitate da Alice Ferlito, i versi danzanti sulle note del violino di Giovanni Seminerio che ne ha scandito il battito, sono infatti “musiche dell’anima”, hanno invitato ad una stato di catarsi nel quale ognuno si è ritrovato, invitano a prendere la vita per mano. Il linguaggio poetico personale è nel contempo colmo di verità assolute e nell’inesorabile trascorrere del tempo, come spiega Patrizia Gabriella nel dialogo con Michela Petrina, la ragazza che era, ritrovata, ora è pronta a portarla con sé. Il coraggio è ascoltare il rumore del proprio tempo, noi siamo il nostro tempo e nella coscienza aspettarne il ritorno e nel presente innamorarsi, ma soprattutto “Innamorati di Te…
“… E con lei viaggerai
nel tempo e con il tempo,
seguendo il suo ritmo
respirando il suo spirito
perché nulla è perduto
perché non hai più paura”.
