Cronaca

Il richiamo del Papa sull’intelligenza artificiale.

Si è recentemente svolta la sessione “outreach” dove, al tavolo del G7 di Borgo Egnazia, hanno presenziato i leader mondiali e Papa Francesco.

Una volta aver rivolto i propri saluti ai capi di Stato e di governo, tra i quali il connazionale Javier Milei,il re di Giordania Abdallah II e il primo ministro Giorgia Meloni, il pontefice si è recato lungo la sala che ha ospitato la sessione dedicata all’intelligenza artificiale e si è espresso sull’argomento.

“Proprio questo vigoroso avanzamento tecnologico rende l’intelligenza artificiale uno strumento affascinante e tremendo” queste le inziali dichiarazioni del Papa in merito.

“Si potrebbe partire dalla constatazione che l’intelligenza artificiale è anzitutto uno strumento e viene spontaneo affermare che i benefici o danni che essa porterà dipenderanno dal suo impegno” ed è con queste parole che il pontefice chiarisce la suaduplice opinione.

L’impegno al quale fa riferimento il Papa consiste nell’usufruire di questa effettiva rivoluzione cognitivo-industriale in quanto contributo per la creazione di un nuovo sistema sociale caratterizzato da complesse trasformazioni epocali quali la democratizzazione dell’accesso al sapere,il progresso esponenziale della ricerca scientifica, la possibilità di delegare alle macchine i lavori usuranti.

Nonostante ciò il Papa ha continuato dicendo “al tempo stesso potrebbe portare con sé una più grande ingiustizia fra nazioni avanzate e nazioni in via di sviluppo, fra ceti sociali dominanti e ceti sociali oppressi, mettendo così in pericolo la possibilità di una “cultura dell’incontro “a vantaggio di una “cultura dello scarto”. Questo è il pericolo”.

Certo è che, dato quanto scritto nel discorso del febbraio 2020 dal pontefice e letto dall’arcivescovo Vincenzo Paglia alla plenaria della Pontificia Accademia per la Vita, il pensiero del Papa è rimasto coerente.

“la tecnologia che popola la “galassia digitale” è un “dono di Dio” continua dicendo “Ma è anche una risorsa dai risvolti complessi, in cui il rapporto tra “l’apporto propriamente umano e il calcolo automatico” va studiato bene perché non sempre è facile “prevederne gli effetti” e “definirne le responsabilità”.

Per quanto conforme nelle sue idee il Papa pone in causa la posizione della Chiesa, la quale auspica all’unione di più coscienze tra chi si cimenta nella realizzazione degli apparati tecnologici e chi li adopera.

Le speranze dell’istituzione hanno fatto da fondamenta per l’odierna frontiera riconosciuta come “algor-etica”.

L’obiettivo ultimo di questa nuova linea di confine è di attuare una verifica abile e universale dei processi al fine di concretizzare un’integrazione dei rapporti tra gli esseri umani e le macchine della nostra epoca.

È con la concretizzazione di tale strategia che i principi della Dottrina Sociale della Chiesa quali la dignità della persona,la giustizia,la sussidiarietà e la solidarietà sono risolutivi.

Tutti valori e principi che, stando alle speranze del pontefice, possano assolvere al ruolo di tramite verso le tecnologie digitali,giungendo come esito finale a un effettivo “dialogo transdisciplinare”.

Stando quindi alle precedenti opinioni in merito a ciò rilasciate dal Vaticano non c’è spazio allo stupore per l’attenzione che ha suscitato la presenza del vicario di Cristo nelle date tra il 13 e il 15 giugno.

Un’attrattiva talmente elevata che la stessa Premier Giorgia Meloni, successivamente all’evento, non ha esitato nell’esprimersi a riguardo presso le piattaforme social.

“Ringrazio Papa Francesco per aver preso parte al G7 Italy. È la prima volta nella storia che un Pontefice partecipa ai lavori del Gruppo dei Sette e siamo orgogliosi che sia avvenuto durante la presidenza italiana” questo è quanto scritto dal primo ministro Meloni.

L’interesse della premier è dall’altro canto comprensibile dato quanto dichiarato nel mese di marzo.

“Il governo sta predisponendo un provvedimento di legge che ha come obiettivo quello di stabilire alcuni principi, determinare le regole complementari a quelle del regolamento europeo che è in via di approvazione e individuare le misure più efficaci per stimolare il nostro tessuto produttivo.

Inoltre stiamo lavorando per individuare l’organismo più idoneo a svolgere il ruolo di autorità competente sull’uso delle tecnologie basate sull’intelligenza artificiale”.

Tali asserzioni sono avvenute durante il convegno “L’intelligenza artificiale per l’Italia”.

Durante l’evento Meloni ha inoltre ha reso nota la decisione di investire nuovamente sul fronte dell’IA.

“Il sistema Italia ha bisogno che si parta dai grandi campioni di questa nazione e per questo voglio ringraziare Cdp – e in particolare Cdp Venture Capital – perché grazie al loro impegno sarà possibile investire un miliardo di euro sull’IA, sia creando un nuovo fondo di investimento specializzato sull’IA, sia usando fondi di investimento già attivi ma che coinvolgono questa tecnologia”.

Una solida certezza ricopre il Vaticano, che nello scenario del G7, non ha lasciato spazio ai dubbi in merito al ruolo attivo che la chiesa intende svolgere nell’orientare le tecnologie emergenti verso il bene comune, in quanto l’essere umano non deve divenire una nemesi per il processo.

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