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Il progetto di una Corte Mondiale dei Diritti dell’Uomo

L’Assemblea Generale dell’ONU ha proclamato solennemente la Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo (10 dicembre 1948), che può essere considerata la Magna Charta dell’Umanità. Il preambolo sancisce che questa Dichiarazione va intesa “come ideale comune da raggiungersi da tutti i popoli e da tutte le Nazioni, al fine che ogni individuo ed ogni organo della società, avendo costantemente presente questa Dichiarazione, si sforzi di promuovere, con l’insegnamento e l’educazione, il rispetto di questi diritti e di queste libertà e di garantirne, mediante misure progressive di carattere nazionale e internazionale, l’universale ed effettivo riconoscimento e rispetto tanto fra i popoli degli stessi Stati membri, quanto fra quelli dei territori sottoposti alla loro giurisdizione”.

Nei decenni successivi, in attuazione di questo testo, l’Assemblea dell’ONU ha approvato numerose convenzione in materia dei diritti umani che – secondo alcuni giuristi –  costituiscono il blocco costituzionale internazionale. Quasi tutti gli stati le hanno firmate e ratificate.

La tutela dei diritti umani ha avuto una svolta nel 1950 con la firma della Convenzione Europea per la salvaguardia dei Diritti Umani (CEDU) in seno al Consiglio d’Europa e l’istituzione della Corte Europa dei Diritti Umani.

Nei decenni successivi questo modello è stato imitato e replicato in altre parti del mondo. Tra i più importanti esempi oltre alla CEDU: la Carta Araba dei Diritti dell’Uomo (2004), la Carta Africana dei Diritti dell’Uomo e dei Popoli, la Convenzione Interamericana dei diritti umani, la Carta Asiatica dei diritti umani. Alla proclamazione di queste Carte è seguita in quasi tutti i casi l’istituzione di una Corte Internazionale per la tutela dei diritti umani. L’ultima in ordine di tempo è la Corte Araba dei diritti dell’Uomo con sede in Bahrein (2014). Ognuna di queste carte riformula i diritti umani alla luce della cultura e delle esperienze politiche di determinate aree del mondo. Questo fenomeno è stato definito anche come regionalizzazione dei diritti umani.

Su questa linea si colloca il World Court of Human Rights Development Project (www.worldcourtofhumanrights.net/) lanciato ad Ottawa il 31 ottobre 2018 che ha come obiettivo l’istituzione di una World Court of Human Rights, una Corte Mondiale dei Diritti dell’Uomo. All’interno è possibile leggere anche una bozza di Statuto per la futura Corte (http://www.worldcourtofhumanrights.net/wchr-statute-current-draft).

La Corte nelle sue decisioni dovrà applicare le convenzioni e le dichiarazioni de diritti umani, i principi generali dei diritti umani, le decisioni giudiziarie delle Corti internazionali per la salvaguardia dei diritti umani e le opinioni dei giuristi in materia.

Alcuni giuristi come Clapham[1], Cassese[2], Scheichin[3], Nowak[4], Julia Kozma[5], sono decisamente favorevoli all’istituzione di questo Tribunale.Altri come Alston sono contrari[6]. Quest’ultimo traccia nel suo saggio Against World Court for human Rights una breve storia del progetto.

Il progetto è interessantissimo e ha generato un notevole dibattito a livello internazionale.


[1] A. Cassese (a cura di), Realizing Utopia: The future of international Law, Oxford University Press, Oxford 2012, pag. 323 e ss.

[2] A. Cassese (a cura di), op.cit., pag. 136, 141.

[3] http://www.eui.eu/Documents/DepartmentsCentres/AcademyofEuropeanLaw/CourseMaterialsHR/HR2009/Scheinin/ScheininClassReading1.pdf

[4] http://bim.lbg.ac.at/files/sites/bim/World%20Court%20of%20Human%20Rights_BIM_0.pdf e vedi http://www.law.ntu.edu.tw/ntulawreview/articles/7-1/7-Roundtable_2_Manfred%20Nowak.pdf, http://hrlr.oxfordjournals.org/content/early/2007/01/27/hrlr.ngl026.extract

[5] http://www.eui.eu/Documents/DepartmentsCentres/AcademyofEuropeanLaw/CourseMaterialsHR/HR2009/Scheinin/ScheininClassReading2.pdf

[6] P. Alston, Against World Court for Human Rights, Ethic & International Affairs, 28 (2014), pag. 198-199.

http://journals.cambridge.org/download.php?file=%2FEIA%2FEIA28_02%2FS0892679414000215a.pdf&code=56a0c6dc860a246f5e74d9e8bd98cb77

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