L'Opinione

Il difficile percorso delle Donne per affermare i propri diritti

L’8 marzo non è un giorno di festa profumato dall’odore intenso delle mimose e ravvivato dal chiasso delle celebrazioni, ma è innanzitutto un giorno intriso di memoria storica non solo il ricordo delle 123 donne morte il 25 marzo del 1911 nell’incendio della fabbrica Triangle di New York, ma anche di tutte le donne che nei decenni hanno affermato se stesse nella lotta per l’emancipazione e per i diritti femminili .
L’8 marzo come Giornata internazionale della Donna, è stata istituita ufficialmente dall’Assembla generale delle Nazioni Unite il 16 dicembre nel 1977.
Questo riconoscimento è arrivato come risultato delle conquiste femminili sviluppatesi tra la fine dell’800 e inizio 900 da parte dei numerosi movimenti promossi da donne socialiste e comuniste, riunite insieme per reclamare maggiori diritti, primo fra tutti il diritto di voto.
Agli inizi del 900 questa giornata celebrativa della donna non era riconosciuta dalle forze politiche dei governi ed era pertanto organizzata solo da donne per le donne, ma questo non ha fermato la loro determinazione.
Nell’agosto del 1907, queste donne organizzarono la Conferenza internazionale delle donne socialiste, durante la quale fu istituito l’Ufficio di informazione delle donne socialiste e la nota attivista Clara Zetkin ne divenne la segretaria.
L’anno dopo un’altra attivista socialista Corinne Brown , presiedette la Conferenza del partito socialista a Chicago che venne ribattezzata “Woman’s Day” poiché si discussero i problemi legati allo sfruttamento dei datori di lavoro nei confronti delle operaie, delle discriminazioni sessuali e del diritto di voto.
Queste donne non si arresero fino a quando, alla fine nel 1909, il partito socialista americano dovette riconoscere la loro influenza e decise di istituire una giornata dedicata alle lotte femminili, l’ultima domenica di febbraio, il 23.
Così l’anno dopo, durante la Seconda Conferenza Internazionale delle donne socialiste a Copenaghen, l’attivista Clara Zetkin e le delegate americane proposero di istituire una giornata internazionale dedicata alla rivendicazione dei diritti di tutte le donne.
La proposta ovviamente non fu accettata del tutto, ma poi i governi dovettero cedere di fronte alla fermezza di queste donne decise a rivendicare una parità di genere per troppo tempo mortificata, e negli anni successivi in molti Paesi si cominciò a celebrare questa Giornata della Donna però in date diverse per ogni Paese.
L’8 marzo, venne scelto nel 1921, durante la Seconda Conferenza delle donne comuniste a Mosca. Un giorno che non si collega al terribile incendio della fabbrica Triangle newyorchese, così come molti credono erroneamente, ma che venne deciso per rendere omaggio a tutte le donne che presero parte attiva nella Rivoluzione di Febbraio scoppiata l’8 marzo del 1917 contro lo zar a San Pietroburgo.
Le donne dimostrarono di avere un grande coraggio in un momento in cui la maggior parte dei loro uomini era impegnata a combattere la Prima Guerra Mondiale.
Per questo le donne comuniste istituirono l’8 marzo come Giornata internazionale dell’operaia.
In Italia la prima Giornata internazionale della donna fu celebrata per la prima volta nel 1922 per iniziativa del partito comunista d’Italia non l’8, ma il 12 marzo.
Però l’avvento del fascismo bloccò ogni velleità di emancipazione femminile e vietò ogni celebrazione pubblica.
L’8 marzo riprese ad essere festeggiato dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale grazie alle donne dell’UDI, Unione donne italiane, fondato nel 1944 a Roma, di orientamento socialcomunista, in cui confluirono tutte le donne che negli anni precedenti avevano fatto parte dei Gruppi di difesa della Donna diretti da Caterina Picolato, gruppi fatti da donne antifasciste che avevano lottato con coraggio e determinazione insieme agli uomini contro l’occupazione nazista.
Sono state queste donne dell’UDI a scegliere nel 1946 la mimosa come rappresentativa di questa giornata, perché è un fiore che cresce spontaneamente in ogni parte del nostro paese per cui facilmente reperibile da tutte le donne italiane.
Da quel momento, insieme ai movimenti femministi degli anni 70, le donne hanno affrontato e superato ostacoli sociali e pregiudizi arcaici, in nome della loro dignità ed emancipazione, ma soprattutto per ottenere una effettiva parità di genere in ogni ambito sociale, politico, culturale ed economico.
L’ 8 marzo non è una festa, ma una giornata carica di significato che serve a ricordare tutte le lotte e le conquiste, sociali, politiche, economiche e culturali, raggiunte con fatica e a volte anche a costo della vita stessa, dalle donne hanno lottato nei decenni precedenti.
Un giorno per ribadire e per rivendicare una vera parità di genere, che non sia fatta solo di belle parole o di promesse elettorali non mantenute, ma di reali progetti politici a sostegno delle donne, di leggi che le tutelino in ambito sociale, lavorativo e familiare e soprattutto che sia garantita contro ogni forma di discriminazione originata da stereotipi sessisti e assurdamente anacronistici.

Articoli correlati

Back to top button