Ian Kershaw e la personalità politica carismatica
Nel 1806 il filosofo G. F. W. Hegel vide l’imperatore Napoleone uscire dalla città per andare in ricognizione e affermò che in quel momento lo Spirito del Mondo stava agendo. Quell’uomo a cavallo esercitava il suo potere sul mondo e ne plasmava il Destino e il Futuro. Alessandro Manzoni, nella sua ode a Napoleonte (Il 5 maggio) scriveva nel 1821 che “due secoli l’un contro l’altro armato,/ sommessi a Lui si volsero, i/ come aspettando il Fato!”. E sommessamente affermava: “Nui/ chiniam la fronte al Massimo/ Fattor, che volle in lui/ Del creator suo spirito/ più vasta orma stampar.”. Hegel e Manzoni parlano dei cd. uomini cosmico-storici, ossia politici che incarnano e sintetizzano un’intera epoca. Con la loro opera danno realizzazione concreta al Disegno Provvidenziale di Dio nella Storia. Nel pensiero del filosofo tedesco, questa convinzione si traduce in una visione in cui anche le guerre e le pagine più violente e sanguinose vengono giustificate in nome di una superiore azione dello Spirito nella Storia. Al contrario, nell’ode di Manzoni, c’è un maggiore pessimismo… Anche il potere di Napoleone è poca cosa rispetto all’azione di Dio.
Molto critico nei confronti degli uomini cosmico-storici è Lev Tolstoj che proprio in Guerra e Pace tende a ridimensionare l’azione e il valore dell’imperatore cosmico-storico Napoleone.
Su questo tema ha scritto un saggio di notevole valore Ian Kershaw, uno storico molto noto per i suoi libri sul nazismo. Nel saggio intitolato L’uomo forte. Personalità e potere nell’Europa contemporanea compie un’analisi interpretativa della personalità e dell’azione politica di 12 politici che hanno plasmato l’Europa del XX secolo. Nella filosofia hegeliana personaggi di tale natura sono definiti uomini cosmico-storici, mentre nella filosofia di Max Weber sono definiti leader carismatici.
Kershaw si domanda fino a che punto la personalità di un politico sia determinante per la conquista e l’esercizio del potere. In secondo luogo, lo storico approfondisce l’influenza della propaganda e dei media nella costruzione del carisma del politico, dell’influenza delle sue idee e del suo mito politico. Riflettendo sulla vita e sull’azione politica dei vari leader, Kershaw ritiene che il carisma di alcune politiche sia determinato essenzialmente da situazioni eccezionali o da momenti di grandissima crisi sistemica. Senza questo, i politici gestiscono il potere basandosi principalmente sulla ricerca del consenso. In questi casi, la gestione della situazione normale produce politici incolori e sbiaditi.
Questo storico è alquanto disincantato. Il carisma di un politico è quasi sempre un prodotto artificiale della propaganda o di una sapiente stratificazione del consenso nel corso del tempo. Ciò appare in tutta la sua evidenza soprattutto durante le dittature. Guarda con una certa diffidenza agli uomini cosmico-storici. Quasi sempre la loro azione ha effetti terrificanti come nel caso delle dittature (Hitler e Stalin) e quasi sempre le loro vite si sono concluse con un fallimento. L’autore ammette che spesso questi personaggi attirano grandi speranze e grande consenso, ma sarebbe preferibile affidarsi a politici meno appariscenti ma di maggiore competenza ed in grado di gestire il potere con la partecipazione di tutti i cittadini.
Il libro del Prof. Kershaw affronta un tema estremamente interessante in un momento molto particolare della storia dell’Europa: l’Unione Europea fatica a trovare una sua identità strutturale e ideologica definitiva e la guerra tra la Russia e Ucraina ha mostrato tutta la mancanza di unità della politica estera degli stati dell’Unione Europea. La mancanza di una leadership forte si fa sentire e molti invocano un uomo forte in Europa dopo Mario Draghi o la formazione di uno stato europeo anche a costo di avere un nuovo Bismarck ad imporla. L’autore del libro ritiene che l’uomo forte sia sempre e comunque una tentazione pericolosa e non risolutiva di problemi. Le sue parole fanno riflettere specie se si guarda a Mario Draghi… I poteri finanziari lo hanno dipinto per anni come il salvatore dell’Unione Europea e dell’Euro. Ha concluso la sua carriera politica facendo il Presidente del Consiglio in Italia e dopo le sue dimissioni tutti sembrano averlo definitivamente dimenticato. L’uomo carismatico del “whatever it takes” è al crepuscolo.
Eppure la mancanza di uomini cosmico-storici si sente. Alla fine della Prima Guerra Mondiale, due uomini erano esaltati: Lenin e Wilson. Erano la sintesi vivente di due visioni del mondo, di due utopie. Morirono nel 1924 a poche settimane l’uno dall’altro. Il primo lasciava la rivoluzione bolscevica ancora in fase incerta, il secondo morì, lasciando la Società delle Nazioni al suo inevitabile destino di autodissoluzione. La differenza sostanziale tra gli anni Venti del XX secolo e quelli del XXI secolo sta proprio in questo. Nel XX secolo c’erano politici che avevano due visioni di ampio respiro in grado di riscaldare il cuore e le speranze dei cittadini. Oggi pare che questo manchi, nonostante che si discuta animatamente molto più che del secolo precedente. I nuovi uomini forti (Trump, Erdogan, Putin, Biden, Shi Jin-ping) non sembrano avere quelle grandi idee e quella grande cultura politica che avevano i loro predecessori del XX secolo.