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I ragazzi sindaci a fianco della famiglia Regeni

L’Ordine nazionale dei giornalisti ha partecipato con la Federazione nazionale della stampa, al sit-in presso il tribunale di Roma, promosso dalla rete “Giulio siamo noi” in occasione della nuova udienza a carico dei quattro agenti dei servizi egiziani accusati di aver ucciso, nel 2016 a Il Cairo, Giulio Regeni.

Anche i Ragazzi Sindaci si uniscono idealmente alla manifestazione a fianco della famiglia Regeni, “per chiedere verità e giustizia, per Giulio e per le migliaia di casi Regeni sparsi nel mondo”.

I Ragazzi Sindaci, aderiscono alla rete “Giulio siamo noi”, ed ogni anno ricordano con particolare emozione la data del 25 gennaio,  in considerazione del fatto che Giulio Regeni  vent’anni fa, nel triennio 2001-2003 è stato Sindaco dei Ragazzi di Fiumicello, in provincia di Udine, e questa esperienza d’impegno civile l’ha formato a quella serietà e coerenza, che hanno caratterizzato il suo operare, fino alla tragica fine, come si evince dalle indagini della Procura di Roma, ancora senza risposte da parte del Governo egiziano.

Già dal 25 gennaio del 2016, quando si è appresa la notizia della morte di Giulio Regeni, i ragazzi del CCR dell’Istituto “Parini” con la guida delle professoresse Graziella Buscemi, e Loredana Raudino hanno fatto una ricerca su Giulio ed hanno preparato delle riflessioni e messaggi sull’impegno sociale di Giulio, maturato anche grazie all’esperienza vissuta come “Sindaco dei Ragazzi”, palestra di democrazia e di partecipazione attiva e responsabile nella costante ricerca del bene comune.

Il suo nome viene ricordato in tutti i convegni dei Consigli dei Ragazzi e nelle celebrazioni del 10 dicembre a ricordo della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo, Giulio viene presentato come modello da imitare.

Il procedimento per il ricorso al Trattato internazionale sulla tortura firmato nel 1984 e a cui ha aderito anche l’Egitto è stato aggiornato al prossimo 13 febbraio e si auspica che il nuovo Governo e il Ministro della Giustizia promuovano “un’adeguata reazione di dignità” come hanno dichiarato i coniugi Regeni.

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