I falansteri di Charles Fourier: quando l’utopia incontra la pianificazione urbanistica
L’utopia è la descrizione di un luogo immaginario in cui opera una comunità ideale fondata su leggi perfette, una città in cui regni la pace e l’armonia. Utopia è anche l’opera di Tommaso Moro che ha dato avvio ad un vero e proprio genere letterario e filosofico. Quasi tutti gli autori di opere utopiche hanno descritto la città ideale anche da un punto di vista architettonico e urbanistico. Si pensi alla collocazione dell’isola di Utopia in Tommaso Moro, alla struttura delle mura della Città del Sole di Campanella. Nel loro ambito gli urbanisti hanno cercato di trasferire nella progettazione degli edifici e delle città elementi utopici. La progettazione di una città diviene la realizzazione plastica di un’idea più alta, di una visione del mondo o di una nuova ideologia politica.
Questo rapporto tra utopia e progettazione urbanistica è presente nell’opera di Charles Fourier (1772-1837). Va sottolineato che questo filosofo e proto-sociologo non scrisse alcun libro del genere letterario e filosofico dell’Utopia. Al contrario, si dedicò allo studio razionale e scientifico della società e alla esposizione delle leggi che regolano la formazione della società e il divenire storico.
Fourier approfondì lo studio delle scienze, in particolare la fisica newtoniana e rielaborò le teorie democratiche di Jean-Jacques Rousseau. Sulla base di questi studi propose un modello di società egualitaria fondato sulla parità dei sessi, la massima libertà sessuale, l’abolizione del matrimonio e della famiglia monogamica, l’abolizione della proprietà privata, della moneta, dei rapporti di produzione capitalistici.
Sosteneva che la nuova società dovesse essere fondata su comunità denominate falansteri, unità composte da 1.600 persone. Nelle sue opere, il filosofo descrisse dettagliatamente la struttura urbanistica e architettonica di questi falansteri. Vari suoi allievi li rappresentarono anche con immagini e progetti urbanistici.
Alcuni di loro cercarono di realizzarli concretamente in Francia e soprattutto in America. La Colonie di Condè-sur-Vesgre fu uno dei primi (1832). Uno dei più celebri è stato il familisterio di Guise realizzato da Jean-Baptiste André Godin. Nel 1835 in Romania fu fondato il Falansterul de la Scăieni.
Un’altra celebre comunità fourierista fu la Reunion realizzata in Texas da Victor Considerant e Utopia in Ohio (1844). Negli Stati Uniti, ci fu una grandissima diffusione di gruppi fourieristi durante tutto il XIX secolo. Gruppi analoghi operarono anche in Brasile. Anche lì vari riformatori tentarono di attuare praticamente le idee di Fourier: il Falansterio do Saì. Successivamente in America del Sud, fiorirono e scomparvero comunità anarchiche simili ai falansteri come la colonia Cecilia fondata dall’anarchico italiano Giovanni Rossi e attiva tra il 1890 e il 1894.
Solo poche di queste comunità hanno avuto una lunga vita. Quasi tutte si sono sciolte o sono fallite dopo brevissimo tempo. Tuttavia l’eredità di Fourier si è fatta ugualmente sentire nel tempo, in quanto alcuni urbanisti hanno ripreso alcune delle sue idee per progetti di quartieri o di nuove città come il quartiere Paolo VI di Taranto. Inoltre, Charles Fourier può essere considerato il vero padre del maggio francese del 1968. La sua opera postuma intitolata Il nuovo mondo amoroso va considerata come uno dei pilastri della rivoluzione sessuale del XX secolo.