Food & Wine

Guida all’olio extravergine 2021

Extravergini 2021, pubblicazione a cura di Slow Food Italia, è la fotografia di un’annata buona e tanta voglia di ripartire per un comparto che merita più attenzione. Una guida che va oltre la degustazione: aiuta a scoprire i territori e l’umanità che c’è dietro una bottiglia di olio. Molte aziende siciliane insignite di vari riconoscimenti. Con le 838 aziende segnalate e i 1328 (tra i 1500 assaggiati) oli di qualità recensiti, è uno strumento indispensabile a disposizione del consumatore per districarsi nel complesso e affascinante mondo dell’olio, mentre per le aziende è un autorevole strumento per raccontarsi e promuovere il proprio lavoro.
La Guida assegna anche una serie di riconoscimenti: Grande Olio, Grande Olio Slow (che testimoniano la qualità dell’extravergine italiano, eccellenza del Mediterraneo); 36 Chiocciole (riconoscimento alle aziende (e non all’olio) che interpretano i valori di Slow Food); Presidio Slow Food (il progetto che promuove il valore ambientale, paesaggistico, salutistico ed economico dell’olio, che tutela oliveti antichi, cultivar autoctone e raggruppa produttori che non adoperano fertilizzanti di sintesi e diserbanti chimici).
I riconoscimenti alla Sicilia sono: 4 Grande Olio (Vincenzo Romano – Le Sciare Novecento, Centonze – Case di Latomie Dop Valle del Belìce, Frantoio Galioto – Castel di Lego e Moresca, Evo Sicily – Embrace, Olio Arkè e Natura Arkè); 22 Grande Olio Slow (Agrestis – Bell’Omio, Terraliva – Cherubino Igp Sicilia/Tonda Iblea, Vernera – Le Case di Lavinia, Cunzatillu – Evo Cunzatillu, Agrobiologica Rosso – Villa Zottopera, Cinque Colli – Tonda Iblea, Frantoi Cutrera – Primo, Gulfi – Evo Gulfi, Terre sul Dirillo – Arillo, La Barakà – Amadeus La Divina, Baglio Ingardia – 6 File Grand Cru/Nocellara e Alberelli Grand Cru/Cerasuola, Xiggiari – Giarì/Cerasuola, Disisa – Evo Disisa, Mandranova – Nocellara, Mandranova – Multicultivar, Vincenzo Signorelli – Foglie di Platino Igp Sicilia/Nocellara del Belìce e Contrada Mancusi Igp Sicili/Nocellara Etnea, Albacara – Nonno Giovanni, Frantoi Covato – A Turri Dop Monti Iblei; Tenuta Cavasecca – Miscazzé, Titone – Blend Italiano e Dop Valli Trapanesi); 4 Chiocciole (Terraliva e Vernera di Buccheri in provincia di Siracusa, Vincenzo Signorelli di Paternò in provincia di Catania) e Titone di Trapani; Presidio Slow Food (Antico Baglio – Cerasuola, Baglio Ingardia – 6 File Grand Cru Nocellara e Alberelli Grand Cru Cerasuola, Centonze – Case di Latomie Dop Valle del Belìce, Case di Latomie e Case di Latomie Igp Sicilia; G&G – Crastu, Mocciaro Li Destri – Ari Passulunara, Ari Premium e Ari Rizza; Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle Dei Templi – Diodoros, Terraliva – Cherubino Igp Sicilia Tonda Iblea e e Cherubino Igp Sicilia Nocellara Etnea, Vernera – Le Case di Lavinia, Virzì – SolOlio, Vultaggio – Misil Classico, Vultaggio – Misil Delicato, Zichichi – Evo Zichichi).
Precisa Slow Food Italia: “Non vi è dubbio che realizzare questa edizione della guida non sia stato un processo semplice, perché fortemente condizionato dalla pandemia. Ma grazie al lavoro degli oltre 100 collaboratori presenti in tutta Italia, la guida è pronta per raggiungere le tavole dei numerosi appassionati di olio e di tutti coloro che voglio capire questo mondo e conoscere caratteristiche, cultivar, territori e mercato di uno dei prodotti simbolo dell’agricoltura e della dieta del Mediterraneo. È stato un anno duro anche per le aziende con un rallentamento incredibile di vendite, l’impossibilità di partecipare agli eventi promozionali e numerosi problemi in fase di raccolta e frangitura, coincisa con il picco autunnale dei contagi e le relative restrizioni messe in atto”.
Secondo calcoli elaborati da Ismea e Unaprol, la produzione della campagna 2020-21 si assesta sulle 255 mila tonnellate, con una riduzione del 30% sullo scorso anno. A trainare verso il basso è la pronunciata riduzione del raccolto nel sud Italia (Puglia e Calabria in testa), a causa dell’annata di scarica e di dannosi eventi atmosferici e fitosanitari, non compensata dai buoni risultati del centro-nord. Qualitativamente invece l’annata si conferma buona, come conferma la fotografia della campagna olearia 2020/21 consultabile sul sito www.slowfood.it.
Nonostante le difficoltà generali, la guida registra alcuni trend interessanti. Il numero delle aziende recensite è aumentato, segno dell’interesse del comparto verso la guida e del desiderio dei produttori di confrontarsi in maniera costruttiva con Slow Food e i suoi esperti di olio.
Tra le aziende si registra, in molte regioni, una crescita dei giovani imprenditori, insieme a un incremento di chi opera in regime biologico e di chi ha deciso di bandire dai propri terreni i prodotti di sintesi. Restando tra gli ulivi, emerge l’attenzione del comparto per le varietà autoctone, molti i monovarietali, tutti lavorati con grande accuratezza ed eccellenza. In alcuni casi frutto di un’opera di recupero varietale coraggiosa, così come la prova di lavorazione in purezza che ne è stata fatta. Quindi un mondo dell’olio tutt’altro che stanco o piegato su logiche industriali.
La Guida agli Extravergini da oltre 20 anni non si accontenta di offrire uno spaccato dell’Italia dell’olio completo e ricco di particolari, oltre che essere un incentivo al confronto e al miglioramento continuo per tutto il comparto. Va oltre, segnalando anche le aziende che offrono servizio di ristorazione (ben 266, identificabili con l’icona del piatto) e la possibilità di pernottamento (360, indicate con il simbolo della casa). Simboli che non potevano mancare in una Guida che, da sempre, invita il lettore a visitare queste realtà che fanno parte di un settore strategico per il Made in Italy e che concorrono a disegnare il volto paesaggistico della nostra nazione. Sono saggi agricoltori ed esperti frantoiani che la Guida invita a conoscere più da vicino per toccare con mano quanta biodiversità, sapienza, terra c’è dietro a una semplice goccia di extravergine.

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