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Giovanni Anfuso e la rinnovata identità del teatro più antico di Sicilia

Per il Vittorio Emanuele di Messina, dopo un vuoto di una decina d’anni, due nuove coproduzioni in tour in tutt’Italia, entrambe con la regia del nuovo direttore artistico della prosa. Il quale intende “far conoscere un nutrito gruppo di bravi artisti del territorio e raccontare di un nuovo corso” del teatro peloritano. Un’intervista che parte dalla presentazione del cartellone, con undici spettacoli, per narrare storie e aneddoti. Come la “diretta” con Tuccio Musumeci che ha scatenato gli applausi del pubblico. Il regista: “Messina ha fame di grandi attori”.

“A Messina e nell’hinterland peloritano c’è un folto numero di artisti, in gran parte under 35, che merita di diventare protagonista nel maggior teatro della città, che è anche il più antico della Sicilia”.

Una dichiarazione d’intenti quella di Giovanni Anfuso, 61 anni, catanese che si divide tra la Sicilia e Roma, noto non soltanto per essere l’autore di drammaturgia e regia dell’Inferno di Dante, lo spettacolo più visto nella regione negli ultimi anni. Il suo curriculum è infatti segnato da importanti regie liriche (tra cui la Cavalleria rusticana diretta da Gianandrea Gavazzeni) e di prosa (La ragione degli altri con Paola Gassman, Le serve con Anna Bonaiuto, Manuela Mandracchia e Vanessa Gravina, Un momento difficile con Massimo Dapporto solo per citarne alcuni) nei più importanti teatri italiani: l’Opera di Firenze, l’Olimpico di Vicenza, il Piccolo di Milano, lo Stabile di Trieste. Anfuso ha inoltre diretto diversi Festival ed Enti, come il Teatro Antico di Segesta.

Risale al bando del 2023 la vittoria nella selezione per direttore artistico della Sezione Prosa del Vittorio Emanuele. E il 25 settembre scorso, nella Sala Sinopoli del teatro messinese, la presentazione – nell’ambito di una stagione che comprende anche musica sinfonica, opera lirica, jazz, musical e balletto – del primo cartellone a sua firma. L’apertura è fissata per l’otto novembre con Le intellettuali di Moliere diretto dallo stesso Anfuso e con un rilevante cast che comprende, tra gli altri, sei attori messinesi under 35.

Le intellettuali, una commedia sulla follia, è una coproduzione con il Teatro della Città – Centro di Produzione Teatrale. Una delle due del cartellone di prosa. L’altra coproduzione è A torto o a ragione di Ronald Harwood, una riflessione sul rapporto fra arte e politica realizzato con lo Stabile di Catania e quello di Roma, che andrà in scena in febbraio.

“Avevo già in mente – ha spiegato Anfuso – di valorizzare il Vittorio Emanuele attraverso un percorso che lo facesse lentamente tornare alle antiche glorie proprio attraverso produzioni o coproduzioni che portassero a una crescita di artisti e maestranze di questo territorio che aveva avuto una grande tradizione. L’obiettivo era quello di dargli nuovamente, dopo il periodo del risanamento e del consolidamento sotto il profilo economico, un ruolo da protagonista nel panorama nazionale”.

“Devo dire – ha aggiunto – che, senza il supporto del Commissario straordinario Orazio Miloro e del Sovrintendente Gianfranco Scoglio, questo percorso non avrebbe avuto inizio. E colgo l’occasione per esprimere loro la mia gratitudine e sottolineare di essere molto contento del lavoro di squadra avviato: ritengo che, già a partire dalla stagione 2025-2026, potrebbe portare a ulteriori risultati di crescita”.

La stagione di prosa prevede oltre alle due coproduzioni, altri nove spettacoli “che rappresentano a mio parere – ha detto il regista – il meglio dei lavori presentati in Italia a firma delle migliori compagnie: il ritorno dei grandi classici, da Shakespeare a Goldoni e a Cechov, e la drammaturgia contemporanea italiana e straniera”.

“Le linee guida seguite nella formazione del cartellone – ha spiegato Anfuso – sono state la grande qualità della drammaturgia da proporre a un pubblico sempre più dinamico ed esigente e la varietà: dalla tragedia alla farsa, dalla commedia al dramma. Mettiamo insieme la risata, l’assurdo, la spensieratezza e la lacrima. Ossia tutta l’umanità del teatro. Ciò che serve, insomma, in questo momento di crisi dell’essere uomini e donne. A Messina stiamo cercando di dare alcune risposte. E credo che, anche da altri territori giungano le medesime istanze. Come dimostra, d’altra parte, la scelta delle due coproduzioni”.

Sulla scelta di spostarsi a Messina, Anfuso ha ricordato di aver “scoperto il Vittorio Emanuele, come teatro, praticamente da ragazzo”.

“Alla fine degli anni Ottanta – ha raccontato – mi ero appena diplomato nell’Accademia d’arte drammatica Pietro Sharoff di Roma e andammo in tournee con lo Stabile di Catania. E rimasi folgorato da questo che, come tutti sanno, è il teatro più antico della Sicilia. Non fu difficile innamorarsi di questa struttura tra le più belle e funzionali di allora con tutti i suoi sistemi meccanizzati ed elettrici, dalle americane ai sipari”.

“E adesso – ha aggiunto Anfuso – il Vittorio Emanuele è intenzionato a tornare a quei fasti nell’ambito del mondo del teatro italiano, avviando con questo uno scambio continuo e proficuo”.

Secondo Anfuso, infatti, “Messina ha fame di grandi attori e lo ha dimostrato il grandissimo applauso tributato nel corso della conferenza stampa a quel Tuccio Musumeci decano del teatro italiano e che sarà un onore avere in scena, in gennaio, con Pipino il breve e Berta la piedona”.

Nel collegamento in video, Musumeci, che ha da poco compiuto i novant’anni, aveva dichiarato: “Alla mia età non ne posso più nemmeno del Pipino, ma se c’è da farlo a Messina e al Vittorio Emanuele, allora sono felice”.

Così Anfuso, in attesa che, nella prossima stagione, le produzioni crescano, conta sul successo che Le intellettuali e A torto o a ragione riscuoteranno “nel tour nei grandi teatri siciliani e dell’intera Italia, tornando a far parlare del Vittorio Emanuele di Messina e facendo conoscere un nutrito gruppo di bravi artisti del territorio, raccontando di un nuovo corso e di una rinnovata identità del più antico teatro della Sicilia”.

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