Gli anniversari dimenticati del 2024
Il 2024 è sicuramente l’anno degli anniversari. Tra quelli più importanti vanno menzionati i 100 anni dalle morti di Thomas Woodrow Wilson (3 febbraio) e della morte di Lenin (21 gennaio). Questo anno rischia di essere ricordato come quello degli anniversari dimenticati, in quanto né negli Stati Uniti d’America, né negli stati democratici nessuno ha ricordato il Presidente americano Wilson. La stessa sorte è capitata a Lenin.
Il silenzio ha il sapore di una assordante rimozione storica e politica.
Thomas Woodrow Wilson è stato, nella prima parte della sua vita, un brillante professore di diritto pubblico dell’Università di Princeton. Fu anche rettore di questa prestigiosa università in cui operò un’importante rivoluzione educativa. Nella piena maturità decise di intraprendere la carriera politica e di abbandonare il mondo universitario. Fu eletto governatore e attuò importanti riforme politiche.
Alla fine di una infinita e combattuta convention democratica fu indicato come candidato presidente e, a sorpresa, vinse le elezioni presidenziali. Con la sua vittoria giunse al massimo livello l’influenza del progressismo negli Stati Uniti d’America. Il Presidente realizzò importanti riforme economiche, sociali e politiche come una legge anti-Trust, l’istituzione della Federal Reserve, la riforma bancaria, la legge contro il lavoro minorile e la legge sulla sicurezza del lavoro.
Ottenne un secondo mandato promettendo agli elettori che gli Stati Uniti non sarebbero intervenuti nella Prima Guerra Mondiale in Europa. Gli eventi non gli permisero di adempiere questa promessa elettorale. Gli Stati Uniti entrarono in guerra nel 1917 e diedero un contributo determinante per la vittoria degli Alleati (Francia, Gran Bretagna, Italia).
Con un suo celebre discorso al Congresso il Presidente Wilson espresse in 14 punti la via per una ricostruzione dell’ordine internazionale. Uno di essi prevedeva l’istituzione della Società delle Nazioni.
Conclusasi la Prima Guerra Mondiale, si aprì la Conferenza di Parigi in cui Wilson fu considerato arbitro della pace. Al passaggio del suo treno, i cittadini si inginocchiavano e si facevano il segno della Croce. Purtroppo da questa Conferenza uscì il tremendo Trattato di Versailles che umiliava la Germania (1919). L’anno successivo veniva fondata a Ginevra la Società delle Nazioni, la prima organizzazione internazionale con lo scopo di mantenere la pace, realizzando concretamente una proposta che era stata avanzata dall’Abate Saint-Pierre nel Progetto per la pace perpetua in Europa (1717) e da Immanuel Kant nel suo breve saggio Sulla pace perpetua. Un progetto filosofico (1795). Wilson ne fu uno dei più tenaci promotori e sostenitori.
Di opinione contraria erano molti deputati americani. Il Congresso a maggioranza repubblicana votò contro l’adesione degli Stati Uniti all’organizzazione che avrà una vita molto travagliata sino al suo crollo con l’inizio della Seconda Guerra Mondiale.
Wilson morì il 3 febbraio 1924 a due settimane da quella di Lenin. In un’altra parte del mondo, il rivoluzionario bolscevico aveva portato la rivoluzione e aveva fondato il primo grande stato comunista del mondo: l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS). Era riuscito a realizzare la rivoluzione dopo oltre vent’anni di esilio segnati da gigantesche sconfitte e dalla disapprovazione generale dei leader socialisti europei nei suoi confronti. Già da qualche anno, Lev Trotzsky aveva schiacciato e annientato definitivamente ogni resistenza da parte delle armate bianche e il novello stato sovietico entrava a pieno titolo nella politica internazionale. Già da tempo era in corso una durissima lotta di potere da parte di tutti i principali leader bolscevichi (Stalin, Bucharin, Kamenev, Zinovev) contro Trotzsky. Il poeta Vladimir Majakovskij esaltava il defunto capo della rivoluzione nel suo poema Lenin. Scriveva: “Lenin, con un pugno di compagni,/ si levò sopra il mondo / ed espresse le idee più chiare di un incendio.”. Lenin moriva a 54 anni. Quel leader usciva definitivamente di scena lasciando un numero enorme di problemi aperti che avrebbero determinato decisioni terribili e molto sangue (il terrore staliniano, lo scontro tra Stalin e Trotzsky). Altri lo hanno seguito a modo proprio nei decenni successivi (Mao, Che Guevara, Castro). L’impero sovietico tra il 1989 e il 1991 si è dissolto e man mano il comunismo è stato cacciato dal mondo. Vive solo in alcuni stati. La sinistra attuale non vuole sentire parlare di queste storie e agisce su linee molto differenti da quelle di Marx o di Lenin.
In questo strano 2024, nessuno sembra voler ricordare Wilson e Lenin. Eppure sono due importantissime figure della storia del XX secolo. Nella loro epoca furono i portatori di due utopie: la pace perpetua fondata sulle repubbliche democratiche e il comunismo. Hanno scaldato i cuori di milioni di esseri umani. Le loro decisioni hanno determinato talvolta approvazione e talvolta rabbia e rancore. Alcune hanno effetti ancora oggi. Ad esempio la strutturazione del Medio Oriente risente molto delle decisioni prese ai tempi di Wilson e della Società delle Nazioni. Molti dei leader della Russia di oggi erano parte della nomenklatura dell’Unione Sovietica da cui sono nati numerosi stati collegati insieme nella Comunità di Stati Indipendenti.
La politica attuale non vuole confrontarsi con i risultati positivi, con le illusioni e le delusioni portate dalle ideologie del passato. Sia Wilson che Lenin rappresentano per la politica attuale due grandi ostacoli, due personaggi troppo scomodi. Troppo pericoloso ricordarli per gli aspetti positivi. Troppo pericoloso riflettere sui loro limiti, le loro contraddizioni, i loro fallimenti e le loro incompiute. Per molti è più conveniente la demagogia del momento e l’antipolitica più volgare.
Eppure il nostro mondo sembra avere bisogno di visioni politiche nuove e di leader politici che siano ricchi di cultura e di idee e che siano in grado, allo stesso tempo, di accendere le speranze nei cuori.
Bisogna seriamente domandarsi come contrastare lo sfruttamento e le disuguaglianze portate dal capitalismo del XXI secolo. Bisogna chiedersi cosa può succedere se l’ONU entrasse in una crisi irreversibile come quella che portò alla dissoluzione della Società delle Nazioni.
La politica non ricorda i grandi leader del passato come Wilson e Lenin. La politica tace miseramente e si appiattisce.