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Gaspare Spontini: quando la politica cancella un genio della musica

1.
La musica classica vive sempre più di anniversari e ricorrenze che sono l’occasione per inondare il pubblico di tutta la produzione di taluni compositori spesso ben noti o comunque ben inseriti nei libri di storia della musica. Pare che questo modus operandi non possa essere applicato al grande compositore Gaspare Spontini (1774-1851) ormai spesso poco considerato e dimenticato.
Proveniva da Maiolati, un piccolo paese delle Marche che all’epoca faceva parte dello Stato pontificio. Studiò a Napoli presso il Conservatorio Pietà dei Turchini. Cominciò a scrivere opere serie e buffe seguendo il magistero della scuola napoletana.
Nel 1803 si trasferì a Parigi dove entrò ben presto a far parte dell’aristocrazia dell’Impero. Fu iniziato in una loggia massonica e in questi ambienti strinse amicizia con il Presidente del Senato Bernard Germain Étienne de Laville-sur-Illon, comte de Lacépède. Questo aristocratico era uno zoologo che era stato educato secondo le idee dell’Illuminismo. Era anche un musicista e teneva una corrispondenza anche con il grande compositore C.W. Gluck.
Spontini, in breve tempo, frequentò i salotti più importanti dell’epoca: quello di Madame de Stael e di Juliette Rècarmier. A Parigi ottenne un trionfale successo con La Vestale, che è considerata come il manifesto musicale dell’Impero di Napoleone. Nel 1807, Spontini trionfò con l’opera Fernand Cortez, abilmente usata dai sostenitori di Napoleone per giustificare la guerra dinastica in Spagna, intrapresa dall’Imperatore nello stesso periodo.
La caduta di Napoleone non portò grandi problemi al compositore che ottenne un nuovo successo con Olympie nel 1819.

L’anno successivo fu chiamato a Berlino dal re di Prussia, che ammirava profondamente la sua musica. Fu così che cominciò una seconda parte della vita di Spontini presso uno dei principali monarchi della Restaurazione. Compose opere importanti come Agnese di Hohenstaufen, un dramma romantico che narra la triste vicenda della sposa di Filippo Il Bello, re di Francia (1827). Con quest’opera, Spontini mostrò di muoversi con pieno agio nell’opera romantica. La prima versione fu composta addirittura in lingua tedesca. Nel 1837 ne approntò anche una versione in italiano.
Negli anni 40 del XIX secolo operò nello Stato pontificio e si spense nella sua città di origine nel 1851.

2.
Gaspare Spontini, insieme a Luigi Cherubini, è uno dei compositori più importanti del periodo compreso tra la Rivoluzione francese e la Restaurazione. I loro nomi spesso sono oscurati dalla fama di altri compositori come Beethoven, Wagner, Verdi, Berlioz. Eppure il loro magistero musicale è stato determinante nella formazione del gusto e della tecnica dei compositori successivi.
La Vestale di Spontini è la sintesi musicale del fasto e del potere di Napoleone e uno dei massimi capolavori di quell’epoca. La musica è grandiosa e possente grazie all’allargamento a dismisura dell’orchestra che viene modellata con gusto raffinatissimo e una tecnica che è stata recepita da tutti i compositori d’Europa del XIX secolo. Tutti compositori contemporanei e successivi hanno riconosciuto a Spontini un primato assoluto nella conoscenza e nella strumentazione per grandi organici.
Quando Spontini mise in scena a Napoli alcune sue opere, Gioacchino Rossini si introdusse di nascosto in teatro per spiare le prove d’orchestra. Pare che questo fosse l’unico modo per potere sentire e vedere in opera il Maestro che era noto per il suo bruttissimo e durissimo carattere. Pare che Spontini non tollerasse l’intrusione di estranei durante le prove.
L’allargamento a dismisura dell’organico orchestrale era finalizzato alla realizzazione di opere di grande impatto scenografico. Spontini ha aperto la strada a quello che sarà il grand-opera francese del XIX secolo.
Come abbiamo visto, Spontini passò con grande facilità da La Vestale, un’opera ambientata a Roma e di chiara ispirazione neoclassica, all’Agnese di Hohenstaufen, un’opera romantica ambientata nel Medioevo e messa in scena in lingua tedesca ad esaltazione della casa reale di Prussia ed in memoria del Sacro Romano Impero di Germania.
Ludwig van Beethoven proseguì sulla stessa strada nell’uso dell’orchestra e si guardò bene dall’avventurarsi nella composizione di opere liriche ad eccezione del Fidelio. Sicuramente la musica ha perso un momento importante. Sarebbe stato interessante vedere Beethoven e Spontini confrontarsi sui teatri d’opera.
Giunti a questo punto bisogna fare alcune considerazione su La Vestale, che narra il disperato amore della sacerdotessa Giulia per un condottiero romano. A causa di questo amore, viene condannata ad essere murata viva. Il suo amante organizza una spedizione militare per liberarla, ma al momento dell’esecuzione, un fulmine colpisce il tempio e tutti decidono di interrompere l’esecuzione. L’opera ha una meravigliosa sinfonia e due brani celebri. In particolare l’ultimo brano ha un possente finale con grande uso dell’orchestra. Spontini ha aperto la strada al superamento della classica distinzione tra recitativo ed aria e la strutturazione dell’opera “a pezzi chiusi”.
Dalla trama è evidente come Bellini abbia pensato di realizzare con Norma una sintesi de La Vestale di Spontini e della Medea di Cherubini. La sacerdotessa Norma, infatti, si innamora del condottiero nemico Pollione, un po’ come La Vestale. Nel secondo atto, sempre Norma cerca di uccidere i figli avuti da Pollione, richiamando il personaggio di Medea che invece uccide i figli da Giasone. Mentre la Vestale ha un lieto fine, Norma, al contrario, si conclude con il rogo di Pollione e Norma.
La prima di Norma fu un fiasco. Bellini lo attribuì alla macchinazione di una nobildonna che amava Giovanni Pacini, un compositore molto attivo negli stessi anni. Ad un’analisi più attenta va detto che Norma fu un passo falso di Bellini perché non poteva reggere il confronto con Spontini e Cherubini sull’orchestrazione. La Sinfonia di Norma o la marcia dei druidi al tempio sono ben poca cosa rispetto alla Sinfonia de La Vestale. Lo stesso bellissimo finale del III atto di Norma è tecnicamente inferiore agli ultimi minuti del finale del II atto de La Vestale. Non a caso quest’opera di Cherubini è sempre stata nelle biblioteche di tutti i compositori successivi. Si può affermare che Bellini imparò veramente l’orchestrazione solo con la composizione de I Puritani. Sicuramente, né Spontini né Cherubini sarebbero stati in grado di scrivere una melodia purissima come quella di Casta diva.
Spontini era un compositore in grado di competere con Beethoven, Meyerbeer e Rossini come è evidente all’ascolto della Sinfonia di Olympie. Interi passi delle sue opere contengono sono stati letteralmente saccheggiati dai compositori del XIX secolo.
Come mai un compositore così geniale ed influente è stato ormai quasi totalmente dimenticato?
Le ragioni vanno ricercate non tanto nel campo artistico, ma nel campo politico. Spontini fu prima il compositore di Napoleone, poi il compositore della casa di Prussia ed infine lavorò anche a Roma al servizio dei papi. Giuseppe Verdi ben presto lo spodestò e lo cancellò dal panorama musicale perché dava voce all’unificazione dell’Italia. Spontini non era più politicamente accettabile da coloro che avevano visto il tradimento di Napoleone III, nipote di Napoleone I, durante la Seconda Guerra di Indipendenza e la sua azione protettrice nei confronti del Papa. Non va dimenticato che Spontini era stato anche compositore della Casa reale di Prussia, che era uno dei principali regni della Restaurazione. E non va dimenticato che il compositore lavorò a servizio dei papi nell’ultima parte della sua vita. Al contrario Verdi, Bellini e Donizetti incontrarono maggiormente il favore dei patrioti del Risorgimento. È noto che i mazziniani si riunivano nella dimora parigina di Donizetti. Spontini era lontanissimo da queste tendenze politiche. Già dal suo soggiorno in Francia fu vicino a quella parte di borghesia e aristocrazia moderato-conservatrice che odiava a morte la Repubblica, Robespierre, il Terrore e il Giacobinismo.
Spontini è stato riscoperto a parti dai primi anni Cinquanta del XX secolo grazie alle interpretazioni di alcuni celebri cantanti come Maria Callas, Anita Cerquetti, Leyla Gencer e Monserrat Caballè. È tornato un po’ in repertorio solo perché la sua grandissima musica ha sposato il carisma e la bravura di grandi soprani.
Nonostante questa rinascita, Spontini non ha quella notorietà che meriterebbe, né i teatri o la politica sembrano avere interesse per la sua figura. L’opera italiana nel mondo è Verdi, non certo Spontini.

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