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Gandhi: “La verità e la nonviolenza sono antiche come le montagne”

“Non ho nulla di nuovo da insegnare al mondo. La verità e la nonviolenza sono antiche come le montagne.”
“Quanto più l’uomo si conosce, tanto più progredisce.”
Mahatma Gandhi

1.
La guerra è presente in molti luoghi della terra: Yemen, Ucraina, Striscia di Gaza, Sud Sudan. La violenza regna sovrana nel mondo. Più volte, i politici hanno evocato l’uso delle armi atomiche nel conflitto tra Russia e Ucraina. Pandemia, guerra, divario tra ricchi e poveri, speculazione economica
La politica non sta riuscendo a dare risposte adeguate. Sempre più spesso mobilita le masse in nome della demagogia, della violenza o del fanatismo religioso. Oppure, al contrario, non riesce a scaldarle e le spinge nell’astensionismo o nell’indifferenza, “sembra ridursi ad amministrazione più o meno accorta, rinunciando ad ogni progetto di trasformazione sociale, ed immiserendosi spesso in meschine rivendicazioni localistiche.” (A. Vigilante).
Già durante il XX secolo, Gandhi ha proposto e solo in parte realizzato una politica che cercava di conciliare politica ed etica, spiritualità ed economia. Nella sua visione c’è una stretta correlazione tra ordine naturale, ordine etica e pedagogia. Proprio “l’educazione occupa un posto centrale nella visione del mondo gandhiana. Nella sua essenza il satyagraha, l’azione politica intesa come ricerca ed adesione alla verità, è educazione. Se la falsa politica esige uomini dimezzati, parziali, ridotti alla massa, passivi ed acritici, la prassi nonviolenta ha bisogno al contrario di uomini integrali, nei quali la dimensione intellettuale, quella corporea e quella spirituale siano sviluppate al massimo ed in armonia tra di loro.”.
L’essenza dell’essere umano sta nella sua dimensione spirituale tramite la quale ogni individuo si autoeduca, poi progredisce nel servizio verso la propria comunità e nell’aspirazione verso una comunità universale solidale. “Il livello fondante è la ricerca spirituale, che consente all’uomo di scoprire da un lato la sua appar¬tenenza alla comunità, dall’altra la sua partecipazione al più ampio respiro dell’umanità; è questa formazione che consente di attingere i fondamentali valori morali che rendono l’uomo al tempo stesso cittadino della sua nazione e membro dell’umanità.”.

  1. Dio, la Verità, le religioni secondo Gandhi.

La dimensione spirituale gandhiana può essere solo in minima parte ricondotta all’induismo. La sua religione non è cristallizzata in dogmi o forme consuetudinarie, ma è “quella che sta alla base di tutte le altre religioni”. Questa formula compare nel libro intitolato “Antiche come le montagne” (Ed. Mondadori, 1997). Il suo significato può essere sintetizzato come segue:
1) Dio è in quasi totalmente inconoscibile;
2) Dio può essere percepito ed adorato in molti modi (filosofia, misticismo, incarnazione, profetismo, ecc.)
3) tutte le religioni hanno molti contenuti di Verità e hanno un grandissimo valore pedagogico
4) Gesù, Buddha, Maometto, Krishna sono grandi uomini che hanno fornito la loro rappresentazione del Divino nelle civiltà che hanno contribuito a creare.
Gandhi percepiva il Divino principalmente come Verità e Amore, come fonte di Luce e di Amore e, allo stesso tempo, come qualcosa al di sopra di tutte queste determinazioni. È il bisogno di Verità a spingere ogni singolo individuo a rappresentarsi il Divino secondo determinazioni più concrete (incarnazione, Dio personale, ecc.) e spesso con errori. Tuttavia, “lo scopo ultimo dell’uomo è la realizzazione di Dio, e tutte le sue attività, politiche, sociali, religiose, devono essere dirette allo scopo ultimo della visione di Dio. Il servizio immediato di tutti gli esseri umani diventa parte di questo sforzo, semplicemente perché l’unico modo per trovare Dio è vederlo nella sua creazione ed essere una cosa sola con essa. Ciò che si può fare soltanto servendo tutti.”.

  1. Dall’incontro con il pensiero di Tolstoj alla non violenza.

Il pensiero di Gandhi si è formato gradualmente alla luce delle sue esperienze di vita e dell’azione politica. Uno dei momenti più importanti è stato sicuramente la lettura di Tolstoj e lo scambio epistolare tra i due. Tra i due ci sono molte analogie. Proprio Lev Tolstoj ha posto il vegetarianesimo e l’abbandono della caccia come primo passo verso la perfezione etica. Il secondo passo è rappresentato dall’abbandono dei beni materiali e della ricchezza. In questa ottica, i Vangeli e il messaggio di Gesù Cristo è interpretato come lotta contro il Male e la Violenza e con una fortissima vena pacifista. Tolstoj condusse un polemica durissima contro tutte le chiese organizzate e collegate con il potere politico e con il nazionalismo militarista. Negli ultimi anni della sua vita, realizzò nella sua tenuta presso Jasnaja Poljana una scuola popolare ed elaborò un metodo pedagogico anti-autoritario.
Anche Gandhi seguì per certi versi questa linea di pensiero ma rielaborandola in modo molto originale. Sin da giovanissimo, praticò una dieta lacto-vegetariana. Giunto in Sudafrica partecipò e costruì alcuni ashram in cui cominciò a praticare l’abbandono del possesso dei beni e la castità. Nel corso degli anni elaborò la teoria della non-violenza a partire dal concetto di disobbedienza civile di David Thoreau e dall’ahmisa, che significa non-violenza, o più precisamente “assenza del desiderio di uccidere o offendere gli altri e le creature”. Per certi versi questo concetto sembra ripercorre alla lontana l’atarassia dei filosofi stoici se inteso come distacco dai beni materiali e assenza di turbamento, allo stesso tempo è amore per tutte le creature in quanto immagini e opere di un unico Essere Divino.

  1. Le caratteristiche della non violenza possono essere sintetizzate:

“1) La non-violenza è la legge della razza umana ed è infinitamente più grande e più potente della forza bruta.
2) Essa non può essere di alcun aiuto a chi non possiede una fede profonda nel Dio dell’Amore.
3) La non-violenza offre la più completa difesa del rispetto di se stesso e del senso dell’onore dell’uomo, ma non sempre garantisce la difesa della proprietà della terra e di altri beni mobili, sebbene la sua pratica continua si dimostri anche nella difesa di questi ultimi un baluardo migliore del possesso di uomini armati. La non-violenza, per la sua stessa natura, non è di nessun aiuto nella difesa dei guadagni illegittimi e delle azioni immorali.
4) Gli individui e le nazioni che vogliono praticare la non-violenza debbono essere pronti (le nazioni fino all’ultimo uomo) a sacrificare tutto tranne il loro onore. La non-violenza dunque è incompatibile con il possesso di paesi di altri popoli; vedi ad esempio l’imperialismo moderno, il quale deve chiaramente basarsi sulla forza per difendersi.
5) La non-violenza è un potere che può essere posseduto in egual misura da tutti – bambini, ragazzi, ragazze e uomini e donne adulti, posto che essi abbiano una fede profonda nel Dio dell’Amore e che quindi possiedano un uguale amore per tutto il genere umano. Quando la non-violenza viene accettata come legge dì vita essa deve pervader tutto l’essere e non venire applicata soltanto ad azioni isolate.”

6) “La non violenza è possibile sia tra uomo e uomo e tra nazione e nazione”

La non violenza “non è «una rinuncia ad ogni lotta concreta contro l’ingiustizia. Al contrario, nella mia concezione la non-violenza è una lotta contro l’ingiustizia più attiva e più concreta della ritorsione, il cui effetto è solo quello di aumentare l’ingiustizia. lo sostengo una opposizione mentale, e dunque morale, all’ingiustizia. Cerco con tutte le mie forze di ottundere l’affilatura alla spada del tiranno, ma non contrapponendo ad essa un’arma più affilata, bensì deludendo la sua aspettativa di una resistenza fisica da parte mia. La resistenza morale che io opporrò servirà a disorientarlo. Dapprima lo frastornerà, e alla fine lo costringerà al riconoscimento dell’ingiustizia, riconoscimento che non lo umilierà, anzi lo nobiliterà. Si potrà sostenere che di nuovo ci si pone nel regno dell’ideale. E in realtà è cosi. I principi da cui ho ricavato le mie convinzioni sono veri quanto lo sono le definizioni di Euclide, che non perdono di verità perché nella pratica non si è neppure in grado di tracciare una linea euclidea su di una lavagna. Malgrado ciò perfino per uno studioso di geometria è impossibile andare avanti senza tenere presenti le definizioni di Euclide”.
Gandhi è così pervenuto alla satyagraha, che è uno sforzo integrale di adesione alla Verità.
L’ordine naturale ha natura metafisica e contiene in sé una legge morale eterna che gli esseri umani si sforzano di conoscere e di applicare. Essa consiste oltre che di doveri di natura spirituale di doveri che riguardano concentricamente tutte le sfere di azioni degli esseri umani: coscienza, famiglia, amici, stato, umanità. L’emancipazione della propria patria va strettamente connesso con l’amore per tutta l’umanità. Tutti gli esseri umani costituiscono un’unica grande famiglia. Tutti gli esseri umani sono uguali perché discendono da un unico creatore. Secondo Gandhi, le discriminazioni tra ricchi e poveri, tra popoli occidentali e popoli colonizzati, tra razze superiori e razze inferiori sono contrarie all’ordine naturale ed etico del mondo.

  1. Educazione. L’unica vera eredità di Gandhi.

Il pensiero gandhiano è strettamente connesso con la pedagogia. È un aspetto che rimane spesso in ombra perché Gandhi ha operato principalmente come politico, divenendo il simbolo dell’Indipendenza dell’India. Solo negli ultimi anni, alcune pubblicazioni (es. A. Vigilante, La pedagogia di Gandhi) hanno fatto luce su questo aspetto a cui Gandhi dedicò notevole attenzione soprattutto nei primi anni di attività politica e in relazione all’esperimento di vita comunitaria che condusse a Phoenix, dove fondò un ashram e applicò le sue teorie e una forma particolare di socialismo. Proprio durante questo esperimento affrontò in modo approfondito la questione pedagogica all’interno della comunità.
La sua pedagogia è forse l’unica vera eredità che Gandhi ha lasciato all’umanità, perché sicuramente l’India nata nel 1947 non era come l’aveva immaginata e tuttora oggi dentro e fuori dell’India, il suo messaggio e il suo insegnamento sono spesso solo ipocritamente proclamati ma – quasi sempre – poco praticati.

Foto tratta da Wikipedia – A2FP81 Rare studio photograph of Mahatma Gandhi taken in London England UK at the request of Lord Irwin 1931

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