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Fondo di coesione e sviluppo sociale: firmato l’accordo con il governo nazionale

All’Interno del maestoso Teatro Massimo di Palermo, si è firmato l’accordo tra la Regione Siciliana e il Governo nazionale sul fondo di coesione e sviluppo sociale rappresentati dal Renato Schifani e Giorgia Meloni. Presenti anche i ministri del Sud e coesione, Raffaele Fitto, della Protezione civile e del mare Nello Musumeci, del Made in Italy Adolfo Urso, il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno e una folta delegazione di sindaci siciliani, con in testa Roberto Lagalla, sindaco di Palermo, i cui comuni sono interessati all’accordo.
Governo nazionale e regionale, centrodestra e alleati plaudono; le opposizioni criticano e contestano.

Afferma il Presidente della Regione Renato Schifani: “Un accordo storico che garantisce alla nostra regione 6,8 miliardi di euro che utilizzeremo per potenziare la nostra sanità, migliorare le nostre infrastrutture viarie, costruire nuove scuole, rendere più efficienti i nostri trasporti, più sicuro il nostro territorio e creare nuovi posti di lavoro. Ringrazio il premier Meloni e il ministro Raffaele Fitto per la collaborazione istituzionale che non solo rafforza la nostra identità ma promuove anche un efficace coordinamento tra #tato e Regione.
Dice il Presidente dell’Ars Gaetano Galvagno: “La firma dell’accordo di coesione da 6,8 miliardi rappresenta una svolta epocale per la Sicilia. E la presenza al Teatro Massimo di Palermo del nostro Presidente del Consiglio Giorgia Meloni dimostra ancora una volta l’attenzione nei confronti della nostra splendida Regione. L’accordo rappresenta una straordinaria occasione di crescita e di sviluppo. Con questi fondi si potrà intervenire sulle infrastrutture, alle quali è destinato un miliardo, sul tema dei rifiuti, della crisi idrica, delle coste e delle bellezza culturali e archeologiche. Grazie a Giorgia Meloni e al presidente Renato Schifani per la firma di questo accordo che renderà migliore la nostra terra”.

“La firma Meloni-Schifani sui fondi FSC è bassa campagna elettorale, sono soldi dei siciliani, tra l’altro ampiamente saccheggiati”: lo dicono i capigruppo delle opposizioni all’Ars Antonio De Luca (M5s), Michele Catanzaro (Pd) e Ismaele La Vardera (Sud chiama Nord), che parlano di “storture”, in occasione della firma dell’accordo di programma sulle risorse sul Fondo di sviluppo e coesione.
Una dote da 6,8 miliardi di euro, compresa la quota destinata al ponte sullo stretto.
“Una firma che arriva sotto elezioni prendendo in giro l’intero Parlamento”, accusano, non escludendo la presentazione di una denuncia in procura, “nei prossimi giorni”, in relazione a “questa sorta di voto di scambio legalizzato”.
“Vedere la premier Giorgia Meloni a dieci giorni dalla elezioni firmare l’accordo di programma più importante d’Italia e l’ultimo di quelli previsti, è scioccante – accusa De Luca, che parla di “manovra elettorale per raddrizzare evidentemente il risultato atteso che non è dei migliori. Hanno trasformato i soldi che l’Ue deve alla Sicilia in argomento di becera campagna elettorale. Non sappiamo con che criteri le risorse siano state assegnati ai Comuni e a quali enti, perché questi sono stati comunicati attraverso una delibera alle 11.56, cinque minuti prima di questa conferenza stampa, e in violazione dei passaggi democratici previsti, con l’esclusione arbitraria di diversi Comuni che si stanno già lamentando”.
Le opposizioni fanno diversi esempi. Si prevede la creazione di un comitato di indirizzo e vigilanza per la trasparenza, escludendo le parti sociali e sollevando dubbi sulla reale trasparenza del processo decisionale. “Non possiamo ignorare i tempi e le modalità con cui vengono firmati gli accordi, che sembrano più una campagna elettorale”, dichiarano i leader sindacali Cgil Sicilia. L’intero piano sembra rivelare chiaramente come le decisioni siano dettate principalmente da interessi clientelari del governo nazionale. La Regione è costretta ad accettare tali decisioni, così come altre scelte cruciali del governo Meloni riguardanti l’autonomia differenziata, le Zes uniche, la riforma politica sulla coesione, solo per citarne alcune. Ancora una volta sembra dare l’impressione che si abbia una politica regionale spettatrice rispetto a una impostazione dall’alto con un governo regionale a fare da vassallo dei potenti.

Ma passiamo all’accordo. La Sicilia potrà contare su 6,8 miliardi di euro così ripartiti: l’intesa garantisce con 5,5 miliardi la copertura finanziaria a 580 interventi in nove diversi ambiti e con ulteriori 1,3 miliardi il cofinanziamento regionale al progetto della costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, ponendo la Sicilia al primo posto tra le regioni per risorse assegnate.
Nel dettaglio, la parte più consistente delle somme, 2,5 miliardi è destinato ad “Ambiente e risorse naturali”: agli 800 milioni previsti per la realizzazione dei termovalorizzatori si aggiungono, tra gli altri, finanziamenti per risorse idriche (527 milioni), rifiuti (164 milioni) depurazione (354 milioni), interventi per il contrasto al dissesto idrogeologico e all’erosione costiera (circa 700 milioni).
All’ambito “Trasporti e mobilità” è assegnato 1 miliardo di euro, di cui 710 milioni serviranno a interventi di manutenzione stradale e per nuove infrastrutture viarie. A “Competitività imprese” vanno 548 milioni; a “Sociale e salute” 392 milioni, di cui 271 milioni includono investimenti in strutture e attrezzature sanitarie; a “Riqualificazione urbana” 100 milioni; alla “Cultura” 182 milioni.
Per “Istruzione e formazione” sono previsti 80 milioni; per il settore “Energia” 67,5 milioni; infine alla linea di azione “Capacità amministrativa-assistenza tecnica” andranno 89 milioni.
Inoltre, 331,9 milioni di risorse Fsc 2021-2027 sono destinati al cofinanziamento dei Programmi europei della Regione Siciliana.
A questi fondi si aggiungono 234 milioni di euro di anticipazione Fsc.
La Regione Siciliana nella definizione della programmazione riguardante il Fondo di sviluppo e coesione 2021-2027 ha beneficiato del supporto di Cassa depositi e prestiti.

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