Filosofia stupefacente: i filosofi e le droghe
Filosofi e droghe. Sembra un binomio impossibile, ma non lo è…
Nell’immaginario collettivo, il filosofo richiama alla mente un uomo con la barba lunga e folta, fronte larga e aperta, occhi meditativi e una condotta di vita modesta e a tratti irreprensibile. Una gran parte dei pensatori sono presentati in questa chiave. Si parla della loro vita privata e dei loro vizi solo in un ristretto numero di casi. E tra questi il pensiero corre immediatamente a Friedrich Wilhelm Nietzsche e alla sua terribile storia d’amore con Lou von Salome e tutti i problemi con Paul Ree, la madre, la sorella, gli amici, le amiche. Di Sartre si ricorda la lunga relazione con Simone de Beauvoir. Di Foucault si sottolinea che era omosessuale e che morì per AIDS.
Ci sono filosofi che hanno usato droghe?
Alessandro Paolucci nel libro intitolato Storia stupefacente della filosofia si occupa di questo delicatissimo argomento. Sia nell’antichità e soprattutto negli ultimi tre secoli, vari filosofi hanno consapevolmente usato droghe.
Il caso di Nietzsche è abbastanza noto. Questo filosofo soffriva di terribili emicranie che cercava di fermare con l’uso dell’oppio. Nel 1889 ebbe un crollo nervoso che lo portò alla follia. Per molto tempo si è ritenuto che ciò fosse dovuto alla sifilide. Tuttavia sono state avanzate anche altre ipotesi alla luce del fatto che il padre ebbe problemi simili. Alcuni hanno pensato all’epilessia o addirittura ad una malattia rara. Certo è che per una gran parte della sua vita il filosofo fece uso abbondante dell’oppio.
Ma Nietzsche non è stato il solo a prendere contatto con il mondo della droga. Benjamin, Sartre, Foucault, Freud, Junger e molti altri hanno fatto ricorso consapevolmente alle droghe. Sartre usava anfetamine principalmente per scrivere più rapidamente. Freud usava abbondantemente la cocaina. Aldous Huxley riteneva che la mescalina gli permettesse di accedere a mondi metafisici superiori. Foucault vedeva nella droga uno strumento per uscire dalla gabbia di repressione della società borghese. Anche se Parigi era una città estremamente avanzata in materia sessuale e anche per l’uso delle droghe, questo filosofo trovò molto più accattivante l’ambiente californiano. Nel 1975 fu invitato da un suo fan a partecipare ad un trip psichedelico nella Death Valley. E Foucault accettò immediatamente senza porsi il minimo problema. Dopo quest’esperienza prese ad usare l’LSD con tutti i problemi annessi e connessi. Junger, filosofo della rivoluzione conservatrice, ha dedicato persino un intero libro all’argomento delle droghe. Paolucci ci ricorda che Michel Foucault ha pubblicato una Storia della follia e una Storia della sessualità. Si chiede cosa avrebbe scritto questo filosofo in un’ipotetica Storia della droga…
Alessandro Paolucci, Storia stupefacente della filosofia. Oppio LSD e anfetamine da Platone a Friedrich Nietzsche, Il Saggiatore s.r.l., Milano, 2022.