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Federico Marretta: un’avventura in moto dall’Italia alla Mongolia

Federico Marretta è nato in Sicilia 32 anni fa, il 9 agosto 1990 a Castelvetrano in provincia di Trapani. Giocatore di Volley: più di dieci anni di carriera in A1 e A2. Inoltre lavora nel mondo delle due ruote come “brand ambassador” per diverse aziende. Pubblica con cadenza settimanale contributi video sul suo canale di YouTube e su tutte le piattaforme di social media. Conclusa la sua esperienza di pallavolista, Federico ha deciso di lanciarsi in una nuova avventura: andare in moto dall’Italia alla Mongolia. Un viaggio di 100 giorni e di oltre 15 mila chilometri. Partenza da Bari, pochi giorni per attraversare Grecia e poi Turchia fino ad arrivare a Tbilisi in Georgia. Da lì a Baku in Azerbaijan e ia Teheran in Iran. Da lì verso Samarcanda capitale dell’Uzbekistan, celebre per le sue moschee e i suoi mausolei. Poi a Dushanbe in Tagikistan da dove inizia la traversata lungo la M41, meglio conosciuta come Pamir Higway (Asia Centrale): 1200 chilometri di avventura pura e impegno fisico e mentale: strade selvagge, sterrate, cime innevate, sbalzi di altitudini. Una pausa a Bisket capitale del Kirghizistan, utile ad ottenere il visto di transito per la Russia e per riposare, anche perché l’iter burocratico per entrare in Mongolia dalla Cina è lunghissimo, se non impossibile. Quindi Russia e frontiera mongola con l’esperienza di una notte in tenda nel deserto del Gobi. Una volta arrivato ad Ulan Bator, capitale della Mongolia, Federico ha visitato la città come un normale turista ha spedito la moto ed è rientrato in Italia con un normale volo aereo.
“La cosa più importante che tu possa fare, con il tempo che ti è dato, è una: viverlo in un modo che ti renda felice – afferma Federico -. Per questo motivo mi sono cimentato in questa avventura. Non una scampagnata, magari non un viaggio epico ma sicuramente un viaggio impegnativo da un punto di vista tecnico. Tranquilli so di essere l’ennesimo motociclista tornato dalle vacanze e non ho voglia di scrivere un libro, non sono un eroe, ma un privilegiato”.

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