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Famiglia Caravella: la ceramica tra sogni e passioni

Possiamo correre mille miglia lontani dalla nostra amata Isola, la Sicilia. Ci renderemo conto puntualmente quanto le proprie radici ci resteranno sempre nel sangue e non tutti siamo disposti a lasciare noi stessi per terre sconosciute.
Così dal 1857, sia a Caltagirone e specialmente ad Agrigento, Antonino Caravella aveva intrapreso un’importante tradizione sulla lavorazione delle ceramiche per crearsi uno spazio nel mondo e per simboleggiare quanto solamente la famiglia può darti delle certezze.
Un’attività produttiva e di grande interesse tramandata da padre in figlio fino al nipote, a quest’ultimo sono stati trasmessi insegnamenti sul valore di un lavoro fondato sul sacrificio, il sudore e soprattutto la soddisfazione di essere ripagati con l’affetto dei propri cari.
Valori che dovremmo avere tutti in una società in cui far prevalere esclusivamente l’amor proprio come specchio di un mondo alternativo ed unico contro l’egoismo.
Quando i clienti entrano nella famosa bottega colma di preziose ceramiche pregiate, vengono travolti inconsapevolmente dal sottile aroma etereo ed immutato che è il miglior biglietto di presentazione.
Prevalentemente a Burgio vengono preparati vasi in terracotta e vari tipi di oggetti poi finalmente pronti per rendere piacevole l’atmosfera che può esserci nelle proprie case.
Essenziale sostenere quanto significhi avere dentro di noi una piccola parte degli altri e condividerla espandendola sempre più.

La bottega Caravella è stata fondata nel 1857 da Antonino Caravella, successivamente ereditata dal figlio Paolo e dal nipote Giuseppe rispettivamente nonno e padre dell’attuale proprietario.
Quest’ultimi hanno saputo tramandare la loro passione e la loro capacità artistica alle nuove generazioni preservando nel tempo l’antica tradizione della maiolica artistica.
Paolo Caravella nasce a Sciacca nel 1967, vive a Burgio dove svolge la sua attività lavorativa di ceramista, fin da ragazzo ha manipolato l’argilla ed in seguito giovanissimo inizia a lavorare nella bottega familiare come modellatore e decoratore, riproducendo i decori tradizionali burgitani. Oggi nella sua “officina” continua a modellare e stagnare le ceramiche secondo le forme e le tecniche apprese, ereditate e gelosamente custodite, senza mai lasciare la ricerca di nuove forme e decori.
La sua ceramica continua ad essere smaltata con gli stessi elementi usati sin dal XVI secolo, “plumbi”, “stanei”, “rene” e “azoli”, rispettando rigorosamente sempre le stesse coloriture, con predominio del fondo giallastro, il verde, il bruno-marrone, giallo e azzurro. Rimangono invariate anche le forme: “cannata”, “badaloccu”, “limmuna”, “lemma”, “burnìa, “giarruni”, “alberellu”, “baccaredda”, “sculapasta”, “bummulu, “grasta”, mattonelle votive, oggetti che nei secoli scorsi venivano usati nella vita quotidiana.
L’officina Caravella fa rivivere al visitatore i tempi che furono della ceramica e della cultura burgitana , infatti , sono ancora in uso la ” balata”, dove viene impastata la creta , al tornio , fatto girare per modellare i manufatti , al forno a legna esistente dal 1600 utilizzato per sistemare i pezzi da cuocere per poi stagnarli e ricuocerli. La bottega è rimasta inalterata nel tempo come il processo di lavorazione, proiettando il visitatore in un fascino di un passato che è rimasto quasi immutato.

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