“Il tango danzato non si vive al tempo del Covid. Non si può vivere perché il tango milonguero, il tango sociale, ha bisogno dell’incontro, di socialità, di vicinanza fisica. Se manca questo non ci può essere tango danzato. Ma il tango vive nella musica, al tempo del covid il tango si vive ascoltando la musica. Nel nostro caso anche suonando e registrando dischi. Proprio come FagotTango”.
Sono le parole di Antonino Cicero e Fabrizio Mocata, che hanno reagito alle costrizioni del lockdown non solo suonando, ma soprattutto inventando, investendo sulla creatività di un sensazionale progetto che affronta il tango in una chiave inedita e, come dicono i due musicisti, atipica: quella della coppia fagotto e pianoforte. Il fagottista Antonino Cicero non è nuovo a operazioni del genere, lo ha dimostrato l’album An Italian Tale con Luciano Troja, ma se in quel disco trionfava la canzone swing italiana, FagotTango è una reinvenzione del tango argentino, affrontato con una combinazione strumentale del tutto inedita. Un’operazione del genere non poteva che nascere con Fabrizio Mocata, pianista già autore di significativi album con la Acqua Records di Buenos Aires, prestigiosa etichetta che pubblica anche questo esordio del duo siciliano intitolato in modo esplicito FagotTango.
L’idea originaria è quella di un omaggio alla gigantesca figura di Astor Piazzolla in vista del centenario della nascita (11 marzo 2021), un tributo da condividere con la personalità determinante di Aníbal Troilo, musicista, direttore e maestro di Piazzolla. La novità principale è nella scelta di fagotto e pianoforte, che interpretano in prima assoluta quasi tutti i brani, una chiave sperimentale – “mi piace pensare che anche a Piazzolla sarebbe piaciuto questo sperimentalismo”, sottolinea orgoglioso Cicero – che attraversa brani famosissimi del repertorio milonguero come Trampera (la milonga per antonomasia composta da Troilo, mai registrata per fagotto), Valsecito amigo, Quejas de Bandoneon, Escolaso tratto dalla suite Troileana, Street tango (anche questa mai suonata per fagotto), Vuelvo al Sur e l’inedita FagotTango, scritta da Mocata.
“È assolutamente inusuale l’uso del fagotto non solo nel repertorio di Piazzolla, ma anche nell’enorme repertorio tradizionale rioplatese, quello delle orchestre, non a caso definite “tipiche”, come quella di Troilo”, segnala Cicero, e aggiunge Mocata: “Ho costruito uno stile profondamente atipico ma rispettoso della tradizione. Il mio congiunto si chiama “L’Atipica Mocata” e sicuramente trovo più produttivo, una volta conosciuto il repertorio e lo stile tradizionale, cercare delle vie nuove e alternative. Quello che spesso vedo in Europa sono gruppi di musicisti che, entrati in possesso degli arrangiamenti delle grandi orchestre di Buenos Aires, li eseguono magari con competenza tecnica, ma senza nessuna concezione stilistica. Questo mi sembra molto più atipico, e profondamente dannoso per il tango”.
Una delle peculiarità di FagotTango è stata la rapidità nell’incisione a Messina, un vero e proprio live in studio, liberatorio poichè effettuato dopo il primo lockdown, come ricorda Mocata: “In una estate, quella appena trascorsa, in cui ho deciso di risalire l’Italia da Mazara del Vallo a Firenze, Messina è stata una delle tappe musicali. Antonino ed io ci siamo incontrati per la prima volta a pranzo subito dopo siamo entrati in sala. Abbiamo registrato in un pomeriggio, guardando dall’alto lo stretto che separa la nostra Sicilia dal continente. Per ora di cena il disco era finito. Quando hai le idee chiare su cosa vuoi fare non c’è bisogno di passare giornate in sala di incisione”.
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