L'Opinione

Delitto di parola

E di nuovo il nostro tanto osannato sistema democratico è stato ridotto a brandelli da un’ottusa censura che ancora una volta ci riporta indietro di secoli e che si rivela degna erede dei meccanismi prevaricatori e oppressivi messi in atto dall’antica Inquisizione. Non c’è alcun bisogno di affannarsi a riprendere in mano i nostri testi di storia e a rispolverare i vecchi processi contro uomini rei di avere pensieri propri e di possedere intelletti liberi da ogni forma di controllo, basta vivere il nostro vergognoso presente.
Siamo stati illusi di poter vivere in piena libertà, invece senza che ce ne siamo accorti i nostri pensieri sono stati intrappolati nelle fitte maglie di un pensiero unico e dominante, quello imposto dall’alto, dal quale è vietato discostarsi, pena la condanna.
Fedele a questo dettame, il novello Inquisitore Franco Levi, in qualità di Commissario straordinario per la Fiera del libro 2024, dopo aver invitato il noto fisico Rovelli a tenere una lectio di apertura per la partecipazione italiana alla Buchmesse di Francoforte, la più grande fiera libraria del mondo, ha deciso di ritirare l’invito ritenendo le affermazioni del fisico, fatte durante il concerto del Primo Maggio, motivo di possibile imbarazzo per l’Italia.
Ma quale sarebbe la colpa grave e imperdonabile di cui si sarebbe macchiato il povero fisico? Così riprovevole da dover essere annullato il suo intervento?
E la risposta è semplicemente vergognosa non degna di una società democratica e libera.
Il povero Rovelli si sarebbe permesso di pensare e di esprimere in diretta Rai i suoi legittimi dubbi sul ministro della Difesa Crosetto, in quanto è stato per anni legato alle lobby delle fabbriche di armi anzi ne è stato pure il presidente della Federazione. Ma non solo, avrebbe pure avuto l’ardire di criticare le ingenti spese militari che il nostro governo sta affrontando e ha quindi manifestato una posizione pacifista in netto contrasto con l’ideologia di guerra che ultimamente martella le nostre volontà su ogni telegiornale.
Ma l’ingenuo Rovelli non sa che oggi, nella nostra bella democrazia se si dice ciò che si pensa, si perde la libertà di dirlo?
Se proprio vogliamo parlare di colpa, possiamo accusare il povero Rovelli di aver sopravvalutato il grado di libertà che ci è veramente concesso.
Noi tutti cittadini, non dobbiamo più pensare, avere una coscienza critica non è più di moda!
Ed ecco che immediatamente è scattata la punizione e Rovelli è stato colpito da un atto di puro ostracismo, il suo nome è stato scritto sul frammento di terracotta con cui gli Ateniesi bandivano chi era ritenuto un cittadino pericoloso per la sicurezza dello stato.
Al suo pensiero libero e indipendente è stato messo il bavaglio dell’ipocrisia perbenista e la sua dignità di intellettuale è stata censurata per la paura che potesse rivelarsi destabilizzante per l’ordine perfetto che ci è stato costruito attorno.
Il pensiero unico deve regnare sovrano nelle nostre menti e non è permesso che qualcuno sollevi dubbi che potrebbero risvegliare la coscienza collettiva!
Ma qualcuno lo ha fatto, il mondo degli intellettuali e degli stessi editori che Levi dovrebbe rappresentare, hanno espresso il proprio disappunto per l’assurdità di una simile azione che ha dimostrato spudoratamente la totale mancanza di rispetto nei riguardi di un uomo come Rovelli, e hanno costretto il novello Inquisitore a fare una fantozziana retromarcia e ad annullare il suo veto con una disinvoltura a dir poco imbarazzante.
Una scenetta da pantomima che ci fa sorridere ma che in realtà evidenzia che si è verificata per l’ennesima volta una grave e ingiustificabile limitazione al diritto inalienabile di esprimere il proprio pensiero anche se non è condiviso dalla maggioranza.
Questa è la vera forza di un sistema democratico, libertà di espressione e indipendenza di pensiero sono i due capisaldi da tutelare, altrimenti si scade in un sistema chiuso e assolutista che mira ad assoggettare la cultura e gli intellettuali all’ideologia del partito al potere.
Ogni mente libera ha il diritto di manifestare il proprio pensiero senza limitazioni imposte, senza essere additati come individui ignoranti e incapaci di capire e pertanto inscritti in fantomatiche liste di proscrizione in quanto ritenuti appartenenti a pericolosissimi gruppi di immaginari complottisti.
Rovelli l’eretico del tempo presente ha osato opporre la sua indipendenza di giudizio ed è stato così temerario da contestare la verità rivelata da mass media asserviti alla volontà di un potere politico che solo apparentemente si professa democratico ma che in realtà vira verso forme dispotiche e che si nutre di plausi e di consensi imposti.
E noi, cittadini, inconsapevoli soldatini di latta, continuiamo a credere di essere padroni dei nostri pensieri e, felici di questa illusoria libertà, ci godiamo, comodamente sprofondati sui divani di casa nostra, il teatrino messo in scena ogni giorno nei talk show della televisione di stato.

Foto di Tumisu da Pixabay 

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