L'Intervista

Debora Scalzo e Alviero Martini uniti da “Un dolore da difendere”

Un dolore da difendere” è il titolo dell’ultimo romanzo di Debora Scalzo, edito dal gruppo Santelli. Il libro racconta la vicenda di una giovane donna in carriera che per motivi personali cade in un profondo momento di sconforto e si prostituisce. Luna, questo il nome della protagonista risorgerà, poi, riprendendo in mano la sua vita. È un richiamo forte dell’autrice verso l’irrisolta tematica della prostituzione. È la storia senza volto di tante donne sole, spesso vittime di criminalità organizzata; ma rinascere si può. Sono narrate, inoltre, omosessualità e le ferite emotive dell’abbandono e della paura d’amare.

In “Un dolore da difendere” la prefazione è stata curata dal noto stilista italiano Alviero Martini mentre, per la veste grafica, ha firmato la copertina l’illustratore Marco Terenziani.

Al progetto editoriale è legato un corto cinematografico con inizio dei lavori al 2025.

Un dolore da difendere” sarà presentato in prima nazionale a Catania, presso la Catania Film Commission, il 29 febbraio alle ore 17.00 ed annuncia la preapertura di Aspettando Etna Book, Festival Internazionale del Libro per Rassegna – EtnaStar.

A gentile concessione Debora Scalzo ed Alviero Martini rilasciano a Sikelian questa intervista esclusiva.

Alviero Martini ha scritto la prefazione del romanzo, Un dolore da difendere, ci racconti le sue impressioni sull’ultimo libro di Debora Scalzo.

 «Ho trovato il racconto di Debora così drammatico, vero e pieno di coraggio; ricco di quella verve che solo lei riesce a mettere nei romanzi! Una trama così coinvolgente – la forza di ricostruirsi una vita che sembrava segnata – ho accettato d’istinto senza esitazione e tutto d’un fiato di scrivere la prefazione di questo libro».

Un affermato stilista italiano, patron d’un marchio internazionale della moda italiana, cosa pensa sulla promozione che porta avanti Debora Scalzo con i suoi accessori moda nel mondo?

«Debora è una forza della natura riesce seriamente a portare a compimento mille impegni promuovendo le sue creazioni nel miglior modo, usando i social network e curando le relazioni umane con grande profitto. Queste sono le caratteristiche che un giorno, con la sua determinazione, faranno esplodere la sua fama, i guadagni ed il meritato successo».

Debora Scalzo, un personaggio poliedrico, di cosa ti occupi?

«Mi occupo di donare emozioni. Vivo di scrittura, cinema e moda. In molti mi definiscono poliedrica e non si sbagliano. Diciamo che la parola creare da sempre fa parte della mia vita. Il mio obiettivo, nel mio piccolo, è di riuscirci al meglio».

È uscito in tutte le librerie italiane il 6 febbraio il tuo ultimo romanzo, Un dolore da difendere, con prefazione di Alviero Martini, spiegaci la sinossi e cosa ti lega al noto stilista.

«Un dolore da difendere è un romanzo breve che presto diventerà un cortometraggio diretto da me in collaborazione con il Gruppo Santelli. È un racconto intenso che tratta la tematica forte, profonda ed irrisolta della prostituzione. Ho voluto trasmettere ai miei lettori la speranza dietro ad un dolore. Ho sentito l’esigenza di raccontare la storia di una donna di successo, che sprofonda in una depressione fortissima a causa di un uomo che le provoca un dolore devastante. Così Luna getta via la donna forte che era diventando una donna oggetto, fragile, a tratti anche ridicola. Ma che riuscirà a vedere la luce grazie ad un altro uomo. È una storia che può assumere molti significati diversi, in primis che anche le donne di successo soffrono e che non bisogna generalizzare sugli uomini. Ci sono quelli che ti tradiscono, ma anche quelli che ti amano e ti salvano. E gli uomini che ti salvano, sono uomini come Ignazio, un uomo che nella vita ha sofferto, che indossa la divisa con orgoglio, che aiuta le donne ma che non riesce a stabilire con loro un vero rapporto. Fino a che nella sua vita appare Luna, lei stravolge i suoi piani. Il libro fa riflettere anche sull’abbandono e la paura d’amare, quella paura che a volte ci rende vulnerabili, ma che se abbattuta ci da la forza per sperare e diventare persone migliori.

Il legame con Alviero Martini nasce da una sincera e splendida amicizia, per me non è solo il grande stilista italiano d’eccellenza nel mondo. È un uomo con la U maiuscola, da cui trarre ispirazione. Quando siamo insieme parliamo tantissimo, ci confrontiamo su molte cose, sono felice di avere questa amicizia nel mio bagaglio personale e la stima ed il grande affetto è reciproco. La sua firma nella prefazione di Un dolore da difendere per me è un dono speciale cui sarò per sempre riconoscente».

Le trame dei tuoi lavori sono collegate a storie di vittime di violenza o alla memoria dei poliziotti caduti, cosa ti spinge a livello personale a seguire questo filone?

«Amo raccontare la verità e le storie realmente accadute. Poter ricordare e omaggiare uomini e donne delle forze dell’ordine – veri eroi del nostro paese – che in silenzio ogni giorno rischiano la vita è per me sempre prioritario. A livello personale sono legata alla Polizia di Stato in quanto mio nonno Lorenzo è stato un grande poliziotto di scorta. Lui ha lavorato con molti magistrati antimafia tra cui il giudice Cesare Terranova, tra i primissimi magistrati a lottare contro la mafia. Ma non solo è indimenticabile per me anche Giuseppe Iacovone, grande poliziotto e persona speciale, purtroppo volato in cielo troppo presto».

In uscita quest’anno il docufilm dedicato al giudice Borsellino, Paolo Vive. Quando potremmo vederlo nelle sale?

«Si, quest’anno personalmente sarà ricco di soddisfazioni poichè uscirà nelle sale il mio docufilm Paolo Vive, dedicato al giudice Paolo Borsellino, con protagonista il grande attore Bruno Torrisi. Sarà il mio debutto alla regia, spero di donare e divulgare un bellissimo messaggio universale di legalità e speranza a tutti i giovani del mondo. Paolo Vive sarà nelle sale questa estate, dopodichè partirà con distribuzione internazionale in giro per il mondo, me lo hanno già richiesto dall’Inghilterra, Francia, Spagna, Germania, Olanda, America e Canada. Un bel traguardo ma soprattutto, se mi permetti, è un sogno che si avvera. Ringrazio pubblicamente il grande Bruno Torrisi, un attore eccezionale e grande professionista che sin da subito ha sposato il mio progetto».

Partiranno a breve i casting per il tuo film Vi abbraccerei tutti, dedicato a Claudio Traina. Nel ringraziarti per il passaggio del testimone che fai col tuo lavoro ti porgiamo i nostri migliori auguri per la tua carriera che prosegui sempre con il sorriso, umiltà ed il rispetto verso il prossimo.

«Si partiranno ufficialmente da fine febbraio, presso la sede della Catania Film Commission. Ritorno a lavorare nella mia amata terra d’origine che porto sempre nel mio cuore. Sono felice delle migliaia di candidature ricevute e soddisfatta delle persone selezionate. Adesso incrociamo le dita. È un film di legalità che racconterà la storia di Claudio Traina, poliziotto di scorta del giudice Borsellino e vittima di mafia insieme a lui nella strage di Via D’Amelio nel 1992. Aveva soli 26 anni. Il film sarà ambientato tra la fine degli anni 80 e metà degli anni 90, ma racconteremo gli ultimi cinquant’anni di storia italiana e della lotta alla mafia. Il film prenderà spunto anche dal libro “Vi abbraccerei tutti”, scritto da Luciano Traina e Domenico Rizzo (Albatros). Racconteremo la storia di Claudio, questo ragazzo giovanissimo con una grande vocazione. Voglio raccontare la vita e il sacrificio di un poliziotto di scorta oltre la divisa. Ci tengo di cuore a poter ringraziare pubblicamente Luciano Traina, le sue parole mi risuonano nella testa – solo tu puoi raccontare la storia di mio fratello – e io lo farò orgogliosamente, accanto a lui. In ultimo ti ringrazio affettuosamente per le bellissime parole, sentirsele dire da una donna è sempre emozionante per me».

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