Danilo Dolci, il maestro della nonviolenza

A cento anni dalla nascita di Danilo Dolci un convegno ed un libro per ricordarne la figura. Danilo Dolci, sociologo, scrittore, poeta, attivista ed educatore, che nel corso della sua vita è riuscito ha consolidare attorno a sé una stima nazionale ed internazionale. Come attivista per la pace e pedagogista gli vengono conferiti vari premi tra cui citiamo il premio Lenin per la pace, che lo stesso accetta pur dichiarando di non essere comunista. Coi soldi ricavati dal premio costituisce a Partinico, città dove si stabilisce già nel 1952, il Centro studi per la piena occupazione. L’Università di Berna gli conferisce la laurea honoris causa in pedagogia, ottiene il premio Socrate di Stoccolma per il suo impegno a favore della pace, il premio Sonning dell’Università di Copenaghen.
Presso il comune di Palma di Montechiaro, per martedì 29 aprile, è stato organizzato dal Comune un Convegno dal titolo “Per ricordare Danilo Dolci”. L’evento, che si dividerà in due momenti, vede nella mattinata presso i locali dell’Istituto di Istruzione Superiore “Odierna”, Corso Sicilia, 2, alle ore 11, la presenza e gli interventi del figlio dell’intellettuale friulano, Amico Dolci insieme a Giuseppe Maurizio Piscopo, favarese, maestro elementare, compositore e musicista. Nel pomeriggio alle ore 18, nella Biblioteca comunale interverranno rappresentanti istituzionali, oltre a Pino Lombardo, Calogero Pumilia, Gaspare Agnello, Rosario Gallo e Amico Dolci. Saranno letti dei brani a cura di Sara Chianetta accompagnati dalle musiche di Giuseppe Maurizio Piscopo e Antonio Zarcone.
La presentazione del nuovo libro dal titolo “Ci hanno nascosto Danilo Dolci” scritto da Giuseppe Maurizio Piscopo,e il convegno dal titolo “Per ricordare Danilo Dolci”, vogliono essere nuove chiavi di lettura per comprendere uno dei più significativi intellettuali del Novecento, «un personaggio scomodo che ha affrontato a mani nude i grandi temi della società contemporanea, argomenti tutt’oggi attualissimi, fondamentali della vita di noi tutti.
A Partinico promuove lotte nonviolente contro la mafia, l’analfabetismo, la fame e la disoccupazione “che considera l’alimento per le disparità sociali”. Si batte per i diritti umani e civili, per il suo impegno sociale gli varrà il soprannome di “Gandhi italiano”. Una nota merita lo sciopero alla rovescia organizzato a Partinico nel febbraio del 1956 quando un centinaio di persone disoccupate hanno iniziato i lavori per la sistemazione di una strada comunale. Il ragionamento, semplice, era: se i lavoratori per protestare si astengono dal lavoro allora i disoccupati per protestare debbono lavorare. Una manifestazione di protesta contro le autorità che non avevano provveduto a dar lavoro ai disoccupati della zona, allo scopo di dimostrare che non mancavano né la volontà di lavorare né opere socialmente utili da eseguire in beneficio della comunità. L’avere promosso e capeggiato questa manifestazione causò a Danilo Dolci l’arresto, insieme con alcuni suoi compagni.