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Da oltre vent’anni il terrorismo islamista agisce su scala planetaria

1.

Da oltre vent’anni il terrorismo islamista agisce su scala planetaria. Se ne parla spesso su tutti i media. Qualcuno potrebbe porre una domanda scandalosa: ma i terroristi islamici hanno un’ideologia? C’è un pensatore o un manifesto che sintetizzi le loro idee e i loro programmi? A queste domande si può dare una risposta affermativa. Il pensatore di riferimento di tutti i gruppi terroristi sunniti è Sayyd Qutb e il manifesto politico è il suo libro intitolato Pietre miliari. Ma chi era? Quali erano le sue idee?

2.

Sayyd Qutb era un funzionario del Ministero dell’Istruzione dell’Egitto. Sin dalla giovinezza aderì ai Fratelli mussulmani divenendone uno dei personaggi più importanti. Questa appartenenza fu causa di molti problemi e dell’allontanamento dalla sua terra. Infatti, ufficialmente il Ministero lo mandò negli Stati Uniti per studiare il sistema scolastico. In realtà, si trattava di un vero e proprio esilio. Quando questo teologo salì sulla nave che doveva portarlo negli Stati Uniti, fu avvicinato da una prostituta. Rifiutò le sue proposte e si mise a pregare. Visse il viaggio in America e la permanenza come una prova di fede.

L’esperienza americana fu molto importante perché Qutb ottenne un dottorato in una prestigiosa università, visitò molte grandi città e anche le lande più desolate del Colorado.

Rimase fortemente scosso dalla società americana. Ne ammirava il progresso economico e scientifico, ma non accettava i costumi americani, in particolare il materialismo e l’edonismo delle grandi città. Non gradiva la relativa libertà riconosciuta alle donne. Amava moltissimo la musica di Mozart, ma detestava il jazz e i negri. Odiava coloro che frequentavano gli stadi. Fu sconvolto da come i predicatori protestanti impostavano la predicazione nelle loro chiese. Riteneva che avessero ridotto il cristianesimo e la religione a pure e semplice business e a una questione di profitto.

Tornato in Egitto nel 1951, divenne uno dei membri più attivi dei Fratelli Mussulmani.

Il 23 luglio 1952 l’organizzazione segreta dei “Liberi ufficiali” depose re Faruq e proclamò la Repubblica di cui fu primo presidente Muhammad Nagib (1901-1984). Durante la rivoluzione nasseriana, i Fratelli Mussulmani sostennero i “liberi ufficiali”. Qutb, che ne era uno dei leader, ricevette spesso anche le congratulazioni e le lodi di Gamal Abdul Nasser (1918-1970). Dopo qualche mese, purtroppo, cominciarono i contrasti tra Nasser e Nagib. Qutb e i Fratelli Mussulmani si schierarono dalla parte di Nagib.

Nasser cominciò allora una persecuzione contro i Fratelli Mussulmani e la rinforzò soprattutto dopo l’attentato a suo danno del 26 ottobre del 1954. Qutb fu arrestato e rilasciato. Successivamente fu nuovamente catturato e condannato a 10 anni di carcere. Durante la prigionia scrisse una gran parte del commentario al Corano intitolato In the shade of Qur’an (Fi Zilal al-Qur’an). Da una parte di questo testo, trasse Milestones (Ma ‘alim fi al-tariq, Pietre miliari sulla via) che è anche il suo libro più famoso. Quest’ultimo libro fu considerato dal governo di Nasser come una minaccia al potere e al progetto della Repubblica Araba Unita fondata sull’ideologia del nazionalismo panarabo.

Nel 1965 Nasser annunciò un nuovo complotto da parte dei Fratelli Mussulmani. Ciò portò al nuovo arresto del teologo e di altri leader dei Fratelli Mussulmani, che dopo torture e un veloce processo furono condannati a morte (1966). In ragione di ciò, Sayyd Qutb è considerato dai gruppi fondamentalisti come un martire della fede.

3.

Sayyd Qutb era un uomo profondamente religioso. Il suo pensiero ha come fondamento che l’Islam è la rivelazione di Dio. La umma islamica è e deve essere retta da una forma di governo che attui tale rivelazione e che sia la rappresentazione in terra dell’assoluta monarchia divina. Tale forma di governo è il Califfato.

Dalla tesi che l’islam è una rivelazione ne discende come un corollario che l’islam ha una tradizione autonoma e sufficiente in grado di fronteggiare la modernità e qualsiasi altro fenomeno storico. Nelle Pietre Miliari Qutb ha proclamato che l’umanità è sull’orlo dell’abisso. La democrazia occidentale è in bancarotta e il sistema del socialismo reale è regredito ad uno stato totalitario lontano anniluce dallo stesso marxismo. All’umanità serve una nuova direzione, e secondo Qutb, è venuto il momento in cui l’islam può fare la sua parte nel mondo.

Ne discende anche che non può esistere uno scontro tra civiltà. Nell’accezione occidentale le civiltà sono equivalenti e sviluppano propri caratteri e sono destinate o a scontrarsi o a perire. Nell’ottica di Qutb l’islam è una rivelazione ed è assolutamente incommensurabile con le altre civiltà e tradizioni culturali. Se c’è uno scontro, questo avviene su di un piano metafisico e apocalittico, in un’eterna lotta tra Bene e Male, tra l’assoluto positivo della Rivelazione e gli assoluti negativi che sono le manifestazioni di Satana nel mondo.

Tutte le altre civiltà e tutti gli altri gruppi umani cospirano contro l’Islam. Qutb ritiene che l’Occidente e gli Ebrei stiano realizzando un vero e proprio piano per smembrare la comunità islamica, corromperne i costumi e ridurla ad uno stato di subalternità nel mondo. Dopo il crollo dell’Impero Ottomano (1924) non esiste più un’autorità legittima nel mondo islamico. Tutti i credenti sono dispersi nel mondo e solo una piccola parte di essi riesce a vivere con coerenza i precetti di Maometto.  Il resto della comunità islamica è contagiata dal vizio, dal lusso e dai mali occidentali quali l’edonismo, l’individualismo e il materialismo. A questi virus che attaccano il corpo ferito e smembrato dell’islam si aggiungono, secondo il teologo, altri veri e propri demoni: l’individualismo dello stato nazione, la democrazia, il socialismo, il nazionalismo. Gli stati nazionali formati dopo la caduta dell’Impero Ottomano sono destinati a degenerare in tirannide e a collassare. Il simbolo di questa degenerazione era il regime nasseriano, un vero e proprio governo di Satana.

Nel libro Pietre Miliari, Qutb descrive lo stato del mondo e dell’islam dei suoi tempi con il termine Jahiliyya, ossia la situazione di lotta e di difficoltà in cui vissero il Profeta Maometto e i suoi compagni nei primi tempi della predicazione. Il teologo ne fa un uso transtorico e lo riadatta al XX secolo. In particolare, “la jahiliyya è una società di Qutb è una società diretta da un principe perverso, che si fa adorare al posto di Dio e che governa sotto l’imperio del suo capriccio, invece di attenersi ai principi ispirati dal Libro e dal Profeta”. Tutte le società moderne sono jahilite. Gli stati comunisti, negando Dio, hanno fatto regredire l’uomo solo ai bisogni animali. Le altre realizzano vari tipi di nefandezze come l’adorazione per il denaro (società capitalistiche). Lo stesso accade nelle società mussulmane influenzate dall’Occidente. La sovranità appartiene solo a Dio e non al Principe perverso o al popolo. Esistono solo due tipi di società: quella islamica e quella jahilita. Nella società islamica, la sovranità appartiene a Dio, la legge è fondata sulla sharia e la storia è letta in chiave metafisica come la lotta tra il Bene e il Male, la Luce e le Tenebre. Nella società jahilita o vige il materialismo storico e dialettico, oppure la religione viene confinata nell’ambito privato del singolo individuo e Dio viene lasciato a governare solo i cieli.

Per realizzare la giustizia, secondo Qutb è necessario realizzare, quindi, un sistema politico fondato sulla religione: il Califfato. Potremmo sintetizzare questo principio nella formula: un solo Dio, un solo Profeta, un solo Califfo, una sola umma, una sola legge divina (sharia).  Nei suoi libri, descrive dettagliatamente la struttura della umma islamica: dal diritto di proprietà a quello di famiglia, dall’economia alla guerra. In questa teoria politica sono i diritti collettivi e comunitari a prevalere sui diritti individuali.

Fatta questa breve analisi, merita una particolare attenzione la dottrina del jihad di Qutb. Come abbiamo visto, per Qutb l’islam è disperso nel mondo, non ha più confini territoriali da difendere e “vive solamente nel cuore dei credenti”. Tutte le ideologie sono fallite e la comunità dei credenti si trova in un mondo ostile e totalmente pagano e materialista simile a quella che ha vissuto il Profeta Maometto nella sua vita. Poiché il sistema giuridico dell’islam è un sistema completo, esso comprende anche il jihad che prevede una vasta gamma di possibili azioni che vanno “dalla predicazione pacifica, alla guerra limitata per vendicare i torti subiti sino alla guerra illimitata”. Sostiene che il jihad ha sia uno scopo difensivo che uno scopo offensivo e definisce “disfattisti” tutti coloro che non hanno questa posizione. Il jihad ha un carattere religioso e politico, è “proclamazione radicale e rivoluzionaria all’umanità” sino alla distruzione di qualsiasi altro sistema. L’unica “pace” possibile si avrà con l’instaurazione del califfato globale, una monarchia universale. Sino a quel momento, la comunità islamica sarà sempre in guerra con tutte le altre.

4.

La figura di Qutb è poco conosciuta in Occidente. Difficilmente un giovane ricorda Gamal Nasser e quei grandi politici come Tito e Nehru che hanno dato vita al gruppo dei paesi non allineati. La rinascita del fondamentalismo islamico passa dallo scontro ideologico tra la teoria del Califfato sviluppata da Qutb e il progetto della Repubblica Araba Unita di Nasser. Da una parte c’era la teologia politica dall’altra il nazionalismo panarabo che era una strana sintesi di anti-colonialismo, nazionalismo e socialismo.

Le opere di Qutb riservano molte sorprese. Ad esempio, il primo teorico del Califfato è stato Al-Farabi, che scriveva pure sull’armonia del pensiero di Platone e Aristotele. La tesi che la democrazia degenera in tirannide non è derivata tanto dal Corano quanto dalla Repubblica di Platone, un testo che molti intellettuali islamici tengono in grande considerazione. L’imam Khomeini immaginava una versione islamica dei re-filosofi del filosofo ateniese.

Il punto più interessante del pensiero di Qutb è il deciso rifiuto del concetto di civiltà. L’islam è una rivelazione e non ha nulla a che vedere con il concetto occidentale di civiltà. Né vale la teoria dello scontro di civiltà sviluppato da Samuel Huntington. Mentre il filosofo americano immagina le civiltà come masse continentali che si scontrano, Qutb parla della diaspora dell’Islam in tutto il mondo. Semmai i recinti sono gli stati nazionali creati con la Conferenza di Parigi e che, secondo il teologo egiziano, sono destinati a degenerare in tirannidi e a collassare.

Molti ritengono che il fondamentalismo sia un ritorno indietro al Medioevo. In realtà, il pensiero di Qutb contiene una potente utopia per gli islamici di oggi. Sia nel mondo islamico, sia in tutte le altre religioni del mondo, molti pensatori immaginano un ritorno alla ribalta della teologia politica e della monarchia universale. Fallito il tentativo di unificazione del panarabismo, dissolti gli stati con le politiche neoliberiste, alla luce della degenerazione morale e politica di molti regimi di questi paesi, la soluzione della teologia politica è, a livello teorico, una possibile risposta. Lo scontro tra Qutb e Nasser, tra il profeta e il faraone come giustamente ha mostrato Gilles Kepel in suo libro è qualcosa di più di una semplice questione filosofica e religiosa: è l’essenza stessa dei problemi politici del mondo islamico.

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