Sanità

Da lunedì 21 Sicilia zona bianca

Da lunedì tutta l’Italia si vestirà di bianco, tranne la Valle d’Aosta. E mentre si attende il parere del Cts in tema mascherina, la Sicilia ha una proroga di zona rossa, nel Comune di Santa Caterina Villarmosa, nel Nisseno. L’annuncio della zona bianca, nell’Isola, arriva dal governatore Musumeci dopo aver sentito il ministro della Salute, Roberto Speranza. «Il raggiungimento della zona bianca – ha commentato il presidente Musumeci – non deve farci, ancora, in Sicilia sopravvivono alcuni focolai che ci hanno costretto a dover dichiarare quattro “zone rosse”. Che sia, quindi, un’estate nella massima prudenza, pensando al vaccino per chi non lo ha ancora fatto».

E’ la prima volta, nella storia italiana, dal Covid ad oggi. Si respira già aria di “vecchia libertà”, di quella quasi obsoleta normalità – tanto agognata – che consentirà alla Sicilia l’apertura di bar, ristoranti e altre attività di ristorazione con consumazione anche al chiuso. Consentito l’asporto di cibi e bevande così come il domicilio nel rispetto delle norme sul confezionamento e sulla consegna dei prodotti. Spostamenti ammessi verso le altre zone bianche; per comprovate esigenze lavorative, motivi di necessità o di salute; verso la zona gialla se muniti di “certificazione verde COVID-19” valida.

Visite ad amici e parenti possibili senza limiti di numero di persone né di orari, che si impongono se la visita avviene in zona gialla (dalle ore 5:00 alle 24:00 con un massimo di 4 persone e con al seguito figli minori o conviventi disabili o non autosufficienti). Seconde case raggiungibili, se in zona bianca o gialla. Dalla zona bianca si potrà andare nella propria seconda casa, ricadente sul territorio arancione o rosso, ove si possa dimostrare di avere avuto titolo per recarsi nello stesso immobile prima del 14 gennaio 2021 (data di entrata in vigore del decreto-legge 14 gennaio 2021, n. 2).

La mascherina, se il Cts non definirà nuove regole, dovrà essere indossata sia al chiuso che all’aperto, ossia in tutti i casi di impossibilità a mantenere il distanziamento interpersonale, durante l’attività sportiva, quando si mangia o si beve o non si è con i propri familiari conviventi.

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