Da donna a uomo: un percorso infernale
MTF e FTM sono due sigle inglesi che indicano il passaggio di una persona da un sesso all’altro. Il primo, Female to Male, indica il passaggio da uomo a donna, il secondo, Female to Male, quello da donna a uomo. Il primo è molto più conosciuto, il secondo quasi ignorato. Le motivazioni sono tante e diverse, molte risiedono nella curiosa ricerca pruriginosa della diversità, dell’inusuale, dell’intrigante. Molte persone che hanno praticato o sono in corso di pratica del MTF sono famose, basti pensare a Vladimir Luxuria, all’attrice Vittoria Schisano ed a Josephine Yole Signorelli alla quale un importante quotidiano italiano ha recentemente dedicato la copertina del suo magazine con all’interno una lunga intervista. Ma ci sono anche Valentina Sampaio, la prima modella trans ingaggiata dal marchio Victoria’s Secret; Teddy Quinlivan, volto di Chanel; Stav Strashko, che ha pubblicizzato il modello ibrido di Toyota; Lea T., figlia del calciatore brasiliano Tonino Cerezo e prima modella transessuale a salire sulle passerelle dell’alta moda; Andreja Pejic, prima modella transgender a comparire su Vogue. E l’elenco potrebbe continuare. Delle persone FTM, invece si sa poco. Forse si è sentito parlare di Chaz Bono ma solamente perché è il figlio di Cher e Sonny.
I problemi, quando avviene un cambio di sesso, ci sono per tutti ma se si è ricchi e famosi ovviamente ce ne sono un tantino meno.
È una storia complessa e piena di problemi quella di Alessandro che nasce femmina, ma già all’età di 3 anni diceva al nonno che era un bambino e non una bambina.
“Ne avevo consapevolezza, lo gridavo a mio nonno che capì, mentre la mia famiglia no e per questo ho avuto moltissimi problemi di ogni tipo”.
Adesso, sulla soglia dei 50 anni, Alessandro racconta la sua vita passata e i suoi sforzi per proseguire il suo processo di transizione da femmina a maschio – Female to Male – dimagrito di più di 10 chili a causa di una malattia autoimmune e psicosomatica e con le iniezioni di testosterone che fa una volta al mese e che dovrà fare per tutta la vita. Un percorso doloroso, che unito ai problemi familiari gli ha fatto insorgere anche la depressione, ma per chi è determinato si porta avanti.
D. – “Francesco, prima di iniziare con le somministrazioni di farmaci, ti sei dovuto sottoporre a delle visite psichiatriche. Perché?”.
R. – “Perché gli specialisti dovevano stabilire realmente a quale sesso mi identificassi. In sostanza sono nato femmina, ma io non mi identificavo con il sesso con cui ero nato. Io mi sento maschio, pur non avendo i caratteri sessuali primari di un uomo e loro lo hanno potuto appurare e scrivere nei certificati medici per il Tribunale”.
D. – “Quando è iniziato il tuo percorso fisico di transizione?”.
R. – “Nel 2015 mi sono sottoposto a una mastectomia, quindi ora non più il seno. Il processo di transizione che sto affrontando è irreversibile, faccio iniezioni di testosterone ogni mese da 10 anni e le dovrò fare per tutta la vita. Tra l’altro non rientrano tra le medicine che l’ASP fornisce ai pazienti, quindi devo pagare di tasca mia anche ora che sto male e non posso lavorare”.
Si alza la felpa per mostrare le cicatrici che l’intervento gli ha lasciato. Ha un dorso piatto e asciutto, come quello di un uomo che fa attività fisica.
R. – “Nel 2017, con una sentenza del Tribunale di Catania, sono stato dichiarato idoneo al cambiamento di sesso e ho potuto fare la carta di identità con la mia nuova identità di maschio. Non vi nascondo che è stato un bel traguardo. Ero già come mi vedi adesso quando ho dovuto prendere l’aereo prima di quella data e i poliziotti con il mio documento al femminile stentavano a credermi”.
In effetti chi lo conosceva come ragazza, adesso stenterebbe a riconoscerlo, per il fatto che non ha seno, ha la barba, pochi capelli, voce da uomo e veste come un uomo. A questo bisogna aggiungere che gli sono sempre piaciute le ragazze e crescendo le donne. Attualmente Francesco è un transgender e il suo caso non ha niente a che vedere con l’omosessualità e tanto meno con la prostituzione.
D. – “Considerato il tuo cambiamento, gli amici che la conoscevano come Roberta (altro nome di fantasia) come hanno reagito?.
R. – “Sono spariti e sparite tutti, la qual cosa mi lascia l’amaro in bocca perché mi rendo conto che ancora la società non è pronta per affrontare situazioni “di genere” che già per chi le vive in prima persona sono dolorosissime sotto moti punti di vista, ma noto che la gente non riesce ad accettare uno/a che vuole cambiare sesso. Pensi che il gay e la lesbica sono accettati più di chi non si identifica nel proprio corpo e soffre di disforia di genere. Oggi ho circa 10 amici”.
D. – “Tu che lavoro fai?”.
R. – “Attualmente sono a riposo per le mie condizioni di salute, ma per molti anni ho fatto lo chef”.
D. – “La tua famiglia come ha reagito alle tue naturali inclinazioni che dimostravi già da bambina?.
“Mio padre e mio nonno mi capirono, ma mia madre, le mie sorelle e le loro relative famiglie non mi hanno accettato e mi hanno ostacolato in tutti i modi, anche togliendomi ciò che era mio, non in modo legale. Per questo ora sto conducendo una battaglia legale per ottenere quello che mi spetta e potere andare avanti con il mio percorso di transizione e sottopormi agli altri interventi per completarmi fisicamente come uomo. Le mie sorelle non solo mi hanno respinto ma mi hanno anche defraudato dell’eredità che mi spettava, negando i miei diritti di figlio e mettendo in atto ogni tipo di persecuzione. Sto lottando anche per affermare questo mio sacrosanto diritto”.
D. – “Quali sono gli altri interventi ai quali ti devi sottoporre per proseguire e completare la transizione?”.
“Attualmente sono un ibrido biologico. Io mi sento uomo e mi piacciono le donne. Devo sottopormi a una isterectomia totale e dopo a un intervento urogenitale con il quale mi “costruiranno” il pene, intervento molto costoso e delicato che dura la bellezza di 18 ore”.
D. – “Conosci altre persone di Catania che sono diventate uomini completamente e non sono rimasti transgender, ossia senza fare l’intervento finale?”.
R. – “Sì, io ne conosco alcuni, che ovviamente non vogliono venire allo scoperto per i motivi più vari, che stanno con la loro compagna o compagno e conducono una vita normale”.
D. – “Tu pensi come un uomo. Ti piacciono le donne. Il testosterone lo ha cambiato somaticamente. Cosa pensi della violenza di genere?”.
R. – “Quelli che violentano le donne non sono uomini, sono esseri spregevoli”.
D. – “Ci potresti fare un bilancio della tua vita alla soglia dei tuoi 50 anni?”.
R. – “Sento come se la vita mi sia stata rubata!”.
Per aiutare concretamente Alessandro:
https://www.gofundme.com/f/acdt9-aiuto-per-alessandro/share/embed
Chaz Bono prima e dopo la transizione