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“Come la politica condiziona l’arte”, il libro di Demetrio Paparoni

In che modo la politica condiziona l’arte? Quali sono i sistemi che determinano chi o quale istituzione nel mondo dell’arte deve andare avanti, essere messa in luce e quale no? Chi decide cosa? Su queste e tantissimi altri interrogativi che coinvolgono critici d’arte, politici, personalità della cultura indaga Demetrio Paparoni, critico d’arte di fama nazionale, nel suo ultimo libro intitolato “Come la politica condiziona l’arte” che verrà presentato in prima nazionale assoluta a Siracusa il 26 ottobre alle ore alle 17,30, nel salone Paolo Borsellino di Palazzo Vermexio, in piazza Duomo.

L’autore vuole indagare quale relazione ci sia tra arte e potere e far comprendere, anche in chiave storica, attraverso una disamina che attraversa diversi periodi storici, le dinamiche che caratterizzano sia i regimi autoritari che le democrazie. Durante la presentazione del libro, Paparoni discuterà con due docenti di Filosofia del diritto, Salvatore Amato e Alessio Lo Giudice – il primo dell’università di Catania, il secondo dell’università di Messina – e con il presidente del Collegio Siciliano di Filosofia, Elio Cappuccio. La presentazione sarà introdotta dall’assessore comunale alla Cultura, Fabio Granata.

Nativo di Siracusa, classe 1954, milanese d’adozione, è un critico d’arte e editore italiano, legatissimo alla sua città tanto da avere curato la mostra internazionale Medea, inaugurata il 5 maggio tuttora in corso e da scegliere di presentare nella sua città natale in prima nazionale il suo ultimo libro edito dalla casa editrice Ponte alle Grazie. “Una scelta sentimentale” la definisce Paparoni scegliendo Siracusa. «Mi avvio a compiere settanta anni», dichiara, «e con il passare degli anni affiorano sempre più prepotentemente nella mia mente luoghi e persone legati alla mia infanzia e alla mia gioventù in questa città, che mi ha dato tanto. A Siracusa conservo amicizie davvero speciali».

«Ho chiesto a Paparoni di presentare qui il suo ultimo lavoro – spiega il sindaco Francesco Italia – perché sono convinto che dobbiamo riallacciare i rapporti con i tantissimi siracusani che si sono affermati altrove diventando delle eccellenze nei rispettivi campi. Siracusa è una realtà ormai nota anche all’estero. Sono certo che, se stimolate, queste personalità saranno ben liete di dare il loro contributo di idee per la crescita culturale e sociale della loro città. La mostra su Medea è un esempio delle tante iniziative di valore che si possono realizzare».

Le circa 500 pagine del libro sono introdotte sulla fascetta di copertina da un commento di Aldo Cazzullo, giornalista autore ed editore italiano, che definisce questo ultimo lavoro di Paparoni «Un modo del tutto nuovo di raccontare l’arte e la politica». Entrando nello specifico, il libro “Come la politica condiziona l’arte” è in realtà la terza edizione di un libro stampato per la prima volta dieci anni fa, sempre dalla casa editrice Ponte alle Grazie. Adesso viene riedito, riveduto e aggiornato in molte sue parti e con oltre cento pagine in più, con un titolo nuovo proprio per rimarcare che il libro può, per molti versi, essere considerato nuovo. «In dieci anni sono cambiate così tante cose che una revisione si rendeva necessaria – spiega Paparoni – Quando la casa editrice mi ha chiesto di pubblicare un nuovo volume come prosieguo del precedente, ho pensato che per raccontare e commentare fatti di cui avevo già scritto sarei dovuto comunque tornare su argomenti già trattati. Certamente con la parte che ho aggiunto avrei potuto pubblicare un libro totalmente nuovo, ma considerando quanto è accaduto in questi ultimi dieci anni, molti fatti, ricollegati al tempo presente, vanno letti sotto una luce nuova».

Facendo un passo indietro, il precedente libro di Paparoni, intitolato Arte e Poststoria, cofirmato con Arthur Coleman Danto, uno dei maggiori filosofi del mondo e critico d’arte statunitense, pubblicato in Italia nel 2020 da Neri Pozza, è stato edito negli Stati Uniti l’anno scorso dalla Columbia University Press ed è da poco approdato nelle librerie coreane, pubblicato da Misul Munhwa Books.

A questa prima nazionale seguiranno numerose altre presentazioni sul territorio nazionale. Tra le altre ne sono previste a Palazzo Strozzi, a Firenze, alla biblioteca di Castello Sforzesco di Milano, alla Sala degli Specchi della Villa Reale di Monza, alla sala Granata della Biblioteca laudense di Lodi.

Con questo evento, per la seconda volta nel 2023, Paparoni volge l’attenzione alla sua città natale, dove oltre quarant’anni fa iniziò un’attività che lo ha portato a curare mostre di grandi artisti internazionali in Italia e in diverse parti del mondo. Recentemente Paparoni ha curato due grandi mostre alle Gallerie degli Uffizi e a Palazzo Pitti, a Firenze, insieme al direttore degli Uffizi, Eike Sckmidt.

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