Codacons contro l’abolizione dello Statuto siciliano

“L’attacco di Carlo Calenda allo Statuto speciale della Regione Siciliana è un grave errore sotto il profilo giuridico, storico e politico.” Così Francesco Tanasi, Segretario Nazionale del Codacons, interviene con fermezza a difesa dell’autonomia siciliana.
“Lo Statuto – dichiara Tanasi – è parte integrante dell’ordinamento costituzionale della Repubblica Italiana. Approvato con legge costituzionale n. 2 del 26 febbraio 1948, esso rappresenta il riconoscimento delle specificità storiche, culturali e territoriali della Sicilia. Pensare di abolirlo non solo è irrealistico, ma profondamente lesivo dei principi fondanti della nostra Costituzione.”
Tanasi sottolinea che attribuire allo Statuto le responsabilità dei ritardi e delle inefficienze che affliggono la Sicilia è una scorciatoia ingiustificabile: “Il problema non è l’autonomia, ma l’incapacità della classe dirigente, negli anni, di esercitare correttamente i poteri conferiti dallo Statuto. Invece di valorizzare l’autogoverno, si è preferito alimentare logiche clientelari e dipendenza dallo Stato centrale.”
“Molte disposizioni statutarie – aggiunge Tanasi – non sono mai state pienamente attuate. Lo Stato, da un lato, ha spesso ignorato gli obblighi costituzionali verso la Sicilia; dall’altro, la politica regionale non ha saputo reclamare e gestire con serietà e competenza i diritti sanciti dalla legge fondamentale. La soluzione non è l’abolizione, ma l’attuazione piena e concreta dello Statuto.”
Tanasi invita Calenda a riflettere sul reale significato dell’autonomia speciale: “Lo Statuto non è un ostacolo, ma uno strumento di riscatto. Se applicato con rigore, può diventare leva di sviluppo economico, coesione sociale e dignità istituzionale per un popolo che ha sempre dovuto confrontarsi con divari strutturali e disattenzioni croniche da parte dello Stato.”
E conclude: “Abolire lo Statuto significa rinunciare alla possibilità di costruire una Sicilia protagonista e responsabile. Noi diciamo no a questa deriva centralista e sì a una nuova stagione autonoma, basata su legalità, competenza e interesse collettivo.”