L'Intervista

Cinzia Caminiti Nicotra, un poliedrico talento siciliano

Cinzia Caminiti Nicotra, cantante, attrice, ricercatrice, autrice di testi teatrali, regista, siciliana. Sin da giovanissima si è avviata allo studio del canto e della musica, sotto la guida del Maestro Franco Greco ed ha partecipato a importanti concorsi televisivi nazionali e internazionali, nonché all’incisione di alcuni LP. Nel 1980 ha iniziato il suo percorso teatrale e nel 1986, con l’intento di promuovere e divulgare la cultura popolare siciliana, ha costituito l’Associazione Culturale Schizzid’Arte della quale, dal 1991, è Presidente e Direttore Artistico. Poliedrica la sua attività che la vede impegnata, con altre realtà teatrali e musicali, anche come animatore socioculturale ed esperta in materia etno-antropologica. Attualmente sta lavorando alla catalogazione di canti, cunti, santini e altro materiale riguardante il Natale siciliano.

Innanzi tutto, chi è Cinzia Caminiti Nicotra

Mi reputo un’artigiana, una cioè, che fa tutto da sé. Da più di cinquant’anni.

La prima volta davanti a un pubblico a sei anni “zecchino d’oro” quindi scuola di canto, danza… nasco come cantante. Poi al liceo una recita scolastica e da allora il teatro è diventato una sorta di dipendenza.

Ho cominciato che ero poverissima, non potevo pagare costumisti, scenografi così ho imparato tutto.  A cucire, disegnare, incollare, avvitare e poi ricercare, scrivere, insomma mi son data da fare: dal testo alla regia, da sola.

Ho fatto tutti gli stages possibili per formarmi e non mi sono mai fermata. Nel 1986, insieme ad alcuni colleghi con l’intento di promuovere e divulgare la cultura popolare siciliana, costituiamo l’Associazione Culturale Schizzid’Arte della quale, dal 1991, sono Presidente e Direttore artistico.

Nel frattempo lavoravo diretta anche da altri registi. Da loro ho imparato tanto, imparavo cosa si fa e pure cosa non si fa in scena.

A volte penso di somigliare ad uno scrigno che conserva gelosamente “cose”. Cose che poi inevitabilmente metto dentro ai miei spettacoli.

In teatro non si butta via niente. Il teatro è per me la rappresentazione di “tutto il bene e tutto il male del mondo”.

Un’esperienza a tutto tondo nel mondo dello spettacolo e non solo…

Chi come me nasce con il “fuoco sacro” e poi si forma e studia (canto, musica, danza, recitazione) non è che oltre a questo sappia fare tanto altro.

Io so fare poco e quello che so fare è legato in qualche modo all’arte.

E se quello che mi appresto a fare non è “artistico” finisce che ci diventa. La mia passione per la cucina, ad esempio, è diventata un libro: all’arte culinaria ho legato la cultura popolare, la storia di mia nonna Vincenzina e ho, così, scritto “Il pane fritto e altre storie” che non è altro che un libro sulla mia Terra: la Sicilia.

Di etnologia mi occupo da sempre sin  dalla mia prima sceneggiatura, nell’86. Per mettere su il mio primo spettacolo, ho cominciato a “ricercare” e non ho smesso più. Leggende, storie, canti, oggetti, libri, foto, costumi… di tutto ho raccolto e conservato e poi ne ho fatto altri testi da mettere in scena, concerti di musica popolare siciliana, progetti e laboratori nelle scuole, nelle comunità, al carcere minorile. Tanta roba, tanta passione, tanto tanto impegno e dedizione. Tanto sudore. Tanto appagamento. 

Teatro vuole anche dire forte impegno sociale.

Il mio ultimo lavoro si intitola LIBERE – donne contro la mafia. 

Parlare di mafia e di donne era un mio desiderio da sempre. Poi è arrivato il momento giusto (la pandemia e nel 2021 la presentazione in Streaming) ed anche qui dopo una fruttuosa ricerca effettuata sui fatti di cronaca, giornali, interviste, racconti di vita riguardanti le donne che avevano subito la mafia è venuto fuori questo gioiellino che sta avanzando lentamente e si sta facendo strada non solo in teatro, dove è molto apprezzato dal pubblico e dalla critica ma anche e soprattutto nel sociale. Ed ecco che tutto il mio lavoro da “teatro di evasione” si è trasformato in Impegno Civile. Questa volta non solo attrice e drammaturga e regista ma soprattutto Attivista. E mi piace moltissimo.

Ritengo il teatro un mezzo potente per lanciare messaggi e l’antimafia a mio avviso si fa anche parlando ai giovani, ché come diceva Borsellino: “questa piaga si sconfigge levandole il consenso”.

LIBERE da qualche tempo è diventato anche un progetto dal titolo emblematico RIBELLIONE E LIBERTA’ ideato e prodotto dall’Associazione città teatro e dal Ministero dello spettacolo. Incontri, dibattiti, convegni, collegamenti streaming nelle scuole di periferia con personalità ed esperti di antimafia: Salvatore Borsellino, Piera Aiello, Luana Ilardo, Agende Rosse…

È stato un anno molto intenso e proficuo. Mi è stato pure conferito un riconoscimento dall’ AATAI (American Association Teacher and Activism Italian) che riceverò il 9 luglio al monastero dei Benedettini. 

Io e le mie compagne di avventura torniamo adesso da Genova, dove l’accoglienza è stata calorosissima sia dal punto di vista artistico che sociale.   

Cosa c’è che va e cosa non va in Sicilia?

Se comincio a parlare della Sicilia io non smetto più. Ti dico solo che se sono ciò che sono è perché sono nata e ho vissuta qui. Mi sono nutrita di sicilianitudine, mi sono riempita l’anima e il cuore dei suoi odori, dei suoi sapori, dei suo colori, dei suoni, dei canti di tutta la sua poesia. Questa è una Terra nobile e bellissima, con una storia e una cultura invidiabili. Io la amo così tanto… Non voglio dirti in poche parole cosa non va in Sicilia cadrei nella retorica e non mi piace… Sicuramente una cosa l’ho individuata da tempo e anche a mie spese: della Sicilia non vanno alcuni siciliani, la loro indolenza, la loro approssimazione, la loro strafottenza. Il loro modo di non tenere quasi mai conto del senso d’appartenenza e della bellezza che hanno intorno. Quello che spesso manca in Sicilia? Il decoro. Nel senso più ampio del termine. Mi spiace dirlo ma lo penso davvero.   

L’arte in senso lato può aiutare la Sicilia?

“Cu voli puisia vegna ‘nSicilia ca porta la bannera di vittoria” lo diceva Salvatore Salomone Marino un grande etnologo e ricercatore, ed è vero.  La Sicilia è arte. Lo è nelle sue bellezze naturali, architettoniche, culturali, storiche. Qui e lo ripeto, tutto è arte e se ancora regge è solo grazie a questo. Quest’isola potrebbe vivere di arte e Cultura se solo ci fosse la volontà e la capacità politica.

Ma non voglio addentrarmi in questo labirinto. Sì! Ti rispondo che l’arte, certo che potrebbe dare una grossa mano a risollevare questa nostra Terra.

Un sogno nel cassetto?

Non parlerei di sogni: alla mia età ciò che sognavo in parte si è realizzato l’altra parte l’ho lasciata andare. Sono soddisfatta di ciò che sono riuscita ad ottenere. Ripeto: da sola.

Però qualche desiderio ancora ce l’ho, per esempio continuare questa mia attività nel sociale e continuare ad usare il teatro per arrivare ai miei obiettivi. Conto di lavorare ad un Progetto-Laboratorio a tema sociale. “I diritti di chi non ha voce per richiederli ed ottenerli”

Sto lavorando ad un secondo e terzo libro: Uno riguardante la Cultura Popolare del Natale Siciliano (Canti, cunti, ricette, santini…), l’altro dedicato al dolore, alla lotta e al contributo delle donne al contrasto alla mafia.

Siamo qui! finché ce la facciamo andiamo avanti come soldati.

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