Ceuta, il porto franco spagnolo così simile alla nostra Sicilia
È in Africa, ma appartiene all’Europa. Confina solo con il Marocco, si affaccia sullo stretto di Gibilterra eppure, dal punto di vista amministrativo, appartiene alla Spagna. Stiamo parlando di Ceuta, una città autonoma che rappresenta un unicum nel panorama internazionale. E che grazie alla sua posizione si è ritagliata un ruolo strategico nel grande mondo dell’economia.
La sua caratteristica principale, per rimanere in tema finanziario, è quello di essere una zona franca, ovvero una zona priva di alcune imposte tipiche del territorio spagnolo continentale. Una zona free tax che ha reso Ceuta un’area appetibile per il commercio e lo shopping, con politiche fiscali agevolate e una posizione strategica che ogni anno attraggono sia turisti sia imprenditori, specialmente dalla vicina Spagna e dal Marocco. Certo, non è tutto oro quel che luccica: su Ceuta si concentrano tensioni e attriti legati all’emigrazione, dal momento che è l’unico confine europeo direttamente a contatto con l’Africa. La città è oggi un punto di accesso per molti migranti che cercano di raggiungere l’Europa, causando un complesso scenario umanitario e politico.
Restando in tema economico, Ceuta negli ultimi anni è stata investita da una grande rivoluzione finanziaria e digitale, che l’ha resa un vero e proprio hub per il gioco d’azzardo online. Qui infatti risiedono il 52% delle licenze del settore, un numero che ha creato un vero e proprio giro d’affari che è innanzitutto occupazionale: attualmente trovano lavoro in questo comparto almeno 1000 persone. Il legame con il gioco, è derivato ancora una volta dal regime fiscale vantaggioso, che ha permesso a grandi aziende come Entain, che detiene Bwin e PartyPoker, oppure Flutter, padrona di PokerStars, Betfair, di trovare casa qui. Attualmente il 78% del fatturato cittadino proviene dal gioco d’azzardo, un vero e proprio boom che ha incrementato il consumo locale e i profitti pubblici.
Non solo gambling, Ceuta ovviamente vive tantissimo di turismo. Tra le migliori attrazioni troviamo le Mura Reali, costruite dai portoghesi, il Parco Marittimo del Mediterraneo, la Cattedrale di Ceuta, costruita sulle antiche rovine di una moschea. Ed è proprio questo aspetto ad accomunarla alla Sicilia: qui sono passati Fenici, Greci, Romani e Arabi, proprio come nella nostra regione, dove hanno lasciato un’eredità culturale fortissima, fatta di arte, di architettura, di tradizioni. E di gastronomia.
Qui i piatti tipici riflettono ovviamente l’incontro di culture mediterranee, africane e arabe, e offrono sapori unici e assolutamente da provare. Tra i piatti tipici spiccano i pinchos morunos, spiedini di carne marinata con spezie nordafricane, e la pastela, una torta di sfoglia ripiena di carne di piccione o pollo, mandorle e zucchero a velo, che creano una combinazione agrodolce molto particolare. Un’altra specialità è la tajine, piatto tradizionale marocchino di carne e verdure cotte a fuoco lento in una speciale pentola di terracotta. E poi ovviamente le tapas, che mescolano sapori spagnoli e marocchini, come le olive speziate e le acciughe marinate. Tra i dolci, possiamo citare i buñuelos e i pestiños, dolcetti fritti con miele, ovviamente accompagnati da un tè alla menta.
Tradizione e innovazione, antichità e futuro, Africa ed Europa. Sono tanti i contrasti che in Ceuta si trasformano in binomio, in crescita, in opportunità. Un po’ come dovrebbe accadere ovunque, ma è più sempre più raro che accada.