Cultura

Catania, “Un patrimonio non solo di scrittori ma anche di scrittrici”

Lo ha detto Dora Marchese, docente e saggista, oggi durante la cerimonia per la scopertura della targa dedicata ad Adelaide Bernardini in corso Italia 22, dove l’importante poetessa, narratrice e drammaturga, aveva vissuto fino alla morte del marito, Luigi Capuana, nel 1915

Qui, con il marito Luigi Capuana, visse Adelaide Bernardini (Narni 1872, Catania 1944), poetessa, narratrice e drammaturga, che lo affiancò nell’arte e nella vita.

Da oggi a Catania, al numero 22 di Corso Italia, un’altra targa è al fianco di quella posta nel 2015 dall’Istituto di Storia dello Spettacolo siciliano per ricordare Luigi Capuana, marito della Bernardini, fissata sull’angolo di quella Villa Letizia (già Carnazza) realizzata dall’architetto Carlo Sada, padre anche del Teatro Massimo Bellini.

Da oggi a Catania, al numero 22 di Corso Italia, un’altra targa è al fianco di quella posta nel 2015 dall’Istituto di Storia dello Spettacolo siciliano per ricordare Luigi Capuana, marito della Bernardini, fissata sull’angolo di quella Villa Letizia (già Carnazza) realizzata dall’architetto Carlo Sada, padre anche del Teatro Massimo Bellini.

In realtà, però, la coppia era vissuta nell’adiacente villino Lombardo, poi distrutto.

Alla cerimonia di scopertura della targa era presente un centinaio di persone, a cominciare da Dora Marchese, docente e saggista, autrice del libro “Adelaide Bernardini. La chimera della letteratura”, edito da Fondazione Verga ed Euno, al centro di un’operazione di restituzione di dignità alla scrittrice.

“Con questa targa – ha sottolineato Dora Marchese – abbiamo, idealmente, ricongiunto i due sposi, che in vita furono uniti non solo nell’amore ma anche nell’arte”.

Una targa, tra l’altro, innovativa: concept di Bob Liuzzo, disegno di Maurizio La Malfa e supporto informatico di Daniele Discolo. Infatti, oltre a contenere un’immagine della Bernardini, consente anche di saperne di più su di lei grazie a un Qr code attraverso il quale accedere al profilo biografico e alle opere.

All’incontro erano presenti Giusi Liuzzo, presidente dell’Archeoclub, Paolo Di Caro, che guida la Direzione Cultura del Comune di Catania, Dario Stazzone, presidente della Società Dante Alighieri, Cinzia Giuffrida, preside del De Roberto e la poetessa Marilina Giaquinta.

“Adelaide Bernardini – ha aggiunto Dora Marchese – è stata ricordata troppo a lungo solo come moglie di Capuana, mentre è stata un’importante poetessa, narratrice, drammaturga e va annoverata tra le voci più note della cultura italiana tra la fine dell’Ottocento e il primo ventennio del Novecento. Una protagonista della storia della letteratura italiana almeno per quanto riguarda gli anni vissuti a Catania, sua città d’adozione”.

Le altre targhe oltre quella della Bernardini sull’angolo di Villa Letizia, già Carnazza

Adelaide Bernardini, umbra di nascita è stata testimone di anni cruciali della storia politica, culturale e sociale d’Italia, che ha raccontato in poesie, novelle e testi teatrali, spinta da una ferrea ambizione e corroborata dal fecondo humus culturale in cui si ritrovò a vivere grazie al marito, risiedendo prima a Roma e poi a Catania. E il carattere volitivo e polemico la mise in contrasto con nomi illustri dell’intellighenzia del periodo, a cominciare da Pirandello e Marinetti.

“Adesso – ha concluso Dora Marchese – grazie alla partecipazione di numerosi enti, tra cui la Società Dante Alighieri ma anche l’Istituto comprensivo De Roberto, abbiamo restituito a Catania la memoria di una scrittrice prima sconosciuta. E le nuove generazioni potranno guardare a questa come a una città che ha un patrimonio non solo di scrittori ma anche di scrittrici”.

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