Cronaca

Catania, cresime e battesimi: stop a madrine e padrini

L’arcivescovo Metropolita di Catania, Salvatore Gristina, ha soppresso la figura della madrina e del padrino nei battesimi e nelle cresime.
In una lettera inviata ai parroci della Diocesi, scrive:
“La secolare tradizione della Chiesa vuole che padrino o madrina accompagnino il battezzando o il cresimando perché gli siano d’aiuto nel cammino di fede. Ad esigere la presenza dei padrini non è la celebrazione in quanto tale, ma la crescita nella fede del battezzando o del cresimando, per cui essi dovranno essere credenti solidi, capaci e pronti a sostenere nel cammino della vita cristiana. Il loro compito è una vera funzione ecclesiale. (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 1255). Considerato che nell’odierno contesto socio-ecclesiale la presenza dei padrini e delle madrine risulta spesso una sorta di adempimento formale o di consuetudine sociale, in cui rimane ben poco visibile la dimensione della fede; considerato, altresì, che la situazione familiare complessa e irregolare di tante persone proposte per assolvere questo compito rende la questione ancora più delicata; visto che il legislatore nella normativa codiciale al can. 872 non prescrive l’obbligatorietà d tali figure; preso atto delle consultazioni, nei singoli vicariati del Clero diocesano che orientano alla scelta della sospensione temporanea dei padrini nella celebrazione dei sacramenti del Battesimo e della Confermazione allo scopo di verificare la possibilità di recuperarne l’identità e la missione ecclesiale, sentito il parere favorevole del Consiglio Presbiteriale, manifestato a maggioranza nella seduta del 22 ottobre 2019; sentito il Consiglio Pastorale Diocesano nella sessione dell’8 gennaio 2020, visti i ca.. 381 e 391 del C.D.C. in virtù del presente atto Decreto ad experimentum e ad triennium la sospensione della presenza dei Padrini e delle Madrine nelle celebrazioni dei Sacramenti del Battesimo e della Confermazione. Il presente decreto entrerà in vigore il 25 maggio 2021, Festa di S. Maria Odigitria”.
Il provvedimento dell’Arcivescovo di Catania segue a distanza di qualche mese quello del Vescovo di Sulmona, Michele Fusco, che è stato il primo a cancellare le due figure.
Una revisione, quella del ruolo di madrina e padrino, che è già in corso all’interno della Conferenza Episcopale Italiana. Nello scorso mese di ottobre, don Paolo Gentili, direttore dell’ufficio nazionale Cei per la pastorale della famiglia, affermava: “I problemi riguardanti la figura ed il ruolo di padrini e madrine è ormai ben noto. Ci sono diversi precedenti riguardanti decisioni anche severe dei vescovi. Non è un mistero che oggi le famiglie siano alle prese con difficoltà crescenti per individuare chi possa accompagnare i figli nella preparazione ai sacramenti, assumendo un ruolo di testimone e di esempio. E non va neppure ignorato – osserva don Gentili – che anche i genitori spesso facciano fatica a cogliere la rilevanza di questo momento, rimanendo talvolta un po’ in disparte».
Si legge sul sito della Cei, a correndo della dichiarazione di don Gentili: “Rivedere allora la funzione dei padrini, soprattutto in occasione di Battesimo e Cresima, può diventare uno spunto per guardare da prospettive nuove i cammini di iniziazione cristiana. E per analizzare come ridare spessore educativo sia alla presenza della famiglia, sia a quello della comunità di cui padrini e madrine dovrebbero essere espressione. Il Catechismo a questo proposito parla chiaro: «Perché la grazia battesimale possa svilupparsi – si legge al n. 1225 – è importante pure il ruolo del padrino e della madrina, che devono essere dei credenti solidi, capaci e pronti a sostenere nel cammino della vita cristiana il neo–battezzato, il loro compito è una vera funzione ecclesiale». Una funzione che si configura come aiuto, affiancamento e sostegno al compito – che rimane primario – di mamme e papà. E se ciò è vero, risulta agevole comprendere le ragioni per le quali le figure dei nonni non sono così indicate per ricoprire il ruolo di padrini o madrine. Non perché essi non ne siano capaci. Anzi, spesso si tratta di persone che risultano esemplari sotto il profilo della fede. Ma sono già naturalmente e fattivamente i primi collaboratori dei genitori. Padrino e madrina, invece, dovrebbero aggiungersi alle risorse familiari. Certo, il problema si pone quando nella cerchia delle amicizie o della parentela, non vi sono persone adatte”.

La lettera dell’Arcivescovo Gristina:

http://www.diocesi.catania.it/sites/default/files/Lettera%20dell%27Arcivescovo%20ai%20Presbiteri%20e%20ai%20Diaconi%20del%2022%20marzo%202021.pdf

Articoli correlati

Back to top button