Food & Wine

Cantina Casa Grazia: perfetta integrazione tra natura, design e tradizione

Qualcuno diceva: “È nel cuore dell’uomo che vive lo spettacolo della natura; per vederlo, bisogna sentirlo” e qualcuno quello spettacolo lo ha sentito e ne ha fatto tesoro. In un angolo di Sicilia, tra le dune di sabbia e le acque del lago Biviere rimescolate dal vento, sorge Casa Grazia. I colori delicati riprendono quelli del territorio, quasi a volersi unire con loro senza fare troppo rumore. Un attento e minuzioso lavoro di recupero dell’antico casale di fine Ottocento ha consegnato un nuovo volto della cantina che guarda al futuro con un’attenzione sempre maggiore alla natura e alla biodiversità, con la tanto attesa certificazione Bio, iniziata nel 2020. Siamo nella Riserva Naturale orientata del Lago Biviere, è un incantevole paesaggio di agrumeti, zagare, gelsomini, gerani, violette, carrube e cannella che convivono accanto ai vigneti e intrecciano tra loro purezza, storia e memoria. Ogni vino racconta una storia, un pezzo di territorio, una sua caratteristica.
Casa Grazia è una cantina che trova in Mariagrazia il cuore pulsante che ne incarna tutte le espressioni. Donna forte e coraggiosa ha saputo tessere con queste terre un legame d’amore, di famiglia, di impegno e dedizione, riuscendo a superare l’iniziale imbarazzo di chi era estraneo a questo mondo. Le vigne sono sempre state parte della sua famiglia, Lei le osservava con curiosità e con un velo di gelosia, una gelosia che col tempo si è trasformata in amore, in un lento percorso di conoscenza, come una madre che impara ad amare un corpo che cambia, così Mariagrazia ha imparato a conoscerle quelle terre, ad avvicinarsi, ad innamorarsene. Da qui inizia il lungo percorso di recupero degli spazi esterni affidato allo Studio Castellana Architetti che ne ha curato minuziosamente il restauro, fino all’area di vinificazione, che dispone di moderni sistemi scelti dall’enologo Tonino Gruzzo

«La nuova cantina è un messaggio di operosità, della voglia del fare nel nostro territorio gelese– dice Mariagrazia di Francesco Brunetti, titolare dell’azienda. Era tanto che sognavo il completamento della nostra “casa” e non sono state poche le difficoltà che ho incontrato per poterla realizzare. È stata davvero una grande avventura poter organizzare la festa d’inaugurazione in periodo di piena vendemmia, la cantina oggi è aperta ed è sicuramente visitabile. Abbiamo in programma la creazione di pacchetti di degustazione anche accompagnati da pranzo o cena, sarà bello stare bene a contatto con la natura e sicuramente ai miei ospiti vorrò far conoscere questa parte di Sicilia così semplice e così selvaggia. La mia vigna la vedo come una donna una donna che partorisce i suoi figli, e guarda caso anche la vigna, come una donna, partorisce le uve dopo 9 mesi di gestazione. Il mio desiderio – conclude Maria Grazia è che questo luogo possa diventare un vero polo culturale, si parli naturalmente di vino, ma anche di arte in tutte le sue forme più poliedriche». 

Grillo, Moscato Bianco, Frappato e Nero d’Avola sono l’anima più schietta dell’azienda. Syrah e Cabernet Sauvignon, invece, degnamente coniugati in accezione identitaria siciliana, corredano con merito il paradigma dei vitigni di Casa Grazia. La presentazione alla stampa è stata anche un modo per far conoscere un nuovo volto di Gela e del suo comprensorio: la visita alle mura timoleontee, la tappa nella riserva naturale Biviere,  la  sosta al museo archeologico che in quei giorni ha inaugurato la nuova mostra “Ulisse in Sicilia” con la nave più antica al mondo, il castello di Falconara. Un gesto d’amore che segna il connubio tra vino e terra, tra le persone che lo abitano e il territorio che le ospita, un racconto corale suggellato e protetto dalla Statua della Madonna che si erge all’interno della cantina e da lì protegge e veglia su chi ha saputo custodire un dono e ha imparato a condividerlo con gli altri. 

I vini di Casa Grazia 

Una bollicina rosé, due bianchi e cinque rossi. Una sinfonia di Mediterraneo che si arricchisce di una sorpresa appena sbocciata: si chiama Brunetti d’Opera ed è il nuovo Cerasuolo di Vittoria Docg Classico, che ha fatto da buon auspicio per la nuova cantina appena inaugurata.  

Il GrilloZahara” ‘21, vino fortemente desiderato dall’azienda, conferma la sua precisa fedeltà al vitigno, piacevolezza di beva ricca di sensazioni floreali di zagara, gelsomino, fruttato di melone giallo e pera Williams, note erbacee e speziate. Un Grillo pronto a sfidare il tempo, confermando la lungimiranza dell’enologo Guzzo, strenuo sostenitore della longevità dei bianchi siciliani.

Il Moscato BiancoAdorè” ‘21, invece, è frutto di un’eredità lasciata dai Salesiani all’acquisto dei terreni. Eredità che presto vira in successo poiché largamente apprezzato dai palati “intellettuali” degli intenditori grazie alle sue sensazioni di scorza di limone, di cedro, di arancia, di passion fruit e per i suoi ricordi di macchia mediterranea. “Adorè” è stato insignito nel 2018 con la Gran Medaglia d’Oro al Concours Mondial de Bruxelles, il più prestigioso concorso internazionale dei vini al mondo, per l’annata 2017.  

Il FrappatoLaetitya” ‘21, assieme alla sua coniugazione spumante in rosa, il Metodo CharmatEuphorya” ’21, fanno parte dell’anima aziendale, non foss’altro perché il territorio è elettivo per questo vitigno che riscuote immediato successo in entrambe le versioni. Freschezza ed immediatezza sono il comune tratto distintivo delle due energie differenti della stessa uva: lo spumante le manifesta con il perlage che sprigiona note di rosa, fragolina di bosco, lampone e viva persistenza; il rosso con i suoi piccoli frutti rossi, chiodi di garofano, macchia mediterranea, dolce speziatura e quel delicato tannino che gli permette di degustarlo a temperature più basse, persino su dentice o tonno. 

Gradiva ’20, un appagante Nero d’Avola tutto figlio del territorio. Rosso rubino con naso intenso e prevalenza di intenso al naso con preponderanza di sentori fruttati, floreali e delicate note speziate di pepe nero, cannella e vaniglia. Un rosso che celebra l’andatura lieve, l’avanzare cadenzato, ma delicato del tempo, ingrediente segreto del buon vino. 

Emiryam ’20, un Syrah caldo e avvolgente, morbido e piacevolmente intenso. Rosso rubino, ricco e complesso di sentori di frutta rossa matura, di fiori rossi secchi, di note speziate che spaziano dal pepe nero alla cannella. Poi, in fondo, carruba, caffè e cioccolato. Un vitigno dalle lontane origini che oggi in Sicilia, ed in particolare in questo fazzoletto di Sicilia, ha trovato il terroir giusto per la produzione di un grande vino. 

Vi Veri ’19, un atipico Cabernet Sauvignon addomesticato nella sua struttura e nella sua potenza. Rosso rubino, è pieno di frutto polposo. Sembra di masticare una marasca giovane. Poi ancora fragola, mirtillo e lampone. A scendere rosmarino, mirto, eucalipto, anice, ardesia, rabarbaro. E quelle dolcissime sensazioni di tabacco e cioccolato al latte che sul finale marcano memorabilmente l’incedere del suo passo garbato, estroverso e pieno di vitalità.  Infine la novità: il Cerasuolo di Vittoria Classico Brunetti d’Opera 2019. Composto da Nero d’Avola al 60% e da Frappato al 40%, ha uno splendido colore rubino. Il pregevole olfatto è un susseguirsi di floreale di rosa, fruttato di ciliegia, ribes e marasca, poi erbe aromatiche, liquirizia, note speziate e calibrate sensazioni di vaniglia. Al sorso pieno ed equilibrato, mostra adeguata sensazione calorica con vive note di freschezza, tannini ben arrotondati e lunga persistenza aromatica intensa frutto-sapida che invoglia alla beva. Un vino che rappresenta una dichiarazione d’amore fatta da Mariagrazia non solo al marito Gino Brunetti, forza propulsiva della Azienda ma anche al territorio che a questa azienda vitivinicola ha dato tanto.

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