Bronte, conto alla rovescia per la Sagra del pistacchio
L’attesissima Sagra del pistacchio verde di Bronte dop quest’anno si terrà a ottobre e verrà inaugurata venerdì 13. Proseguirà per tutto il weekend fino al 15 per poi riprendere il successivo venerdì 20 fino a domenica 22, giorno in cui si chiuderà in grande stile. Slittata di 2 settimane rispetto alla sagra che si celebra ogni anno a settembre, a causa della eccezionalità del clima con la conseguente fisiologica maturazione del pistacchio procrastinata, la sagra del pistacchio verde di Bronte dop, giunta quest’anno alla 32a edizione offrirà come ogni anno un ricchissimo calendario tra eventi, stand gastronomici, degustazioni e tanto altro per deliziare il palato di migliaia di persone che si recheranno a Bronte.
Il pistacchio verde di Bronte dop, chiamato anche Oro verde per le sue particolari caratteristiche è unico al mondo. Nel 2009 è stato riconosciuto il marchio DOP, ossia Denominazione di Origine Protetta e successivamente, il Consorzio di Tutela del Pistacchio Verde di Bronte D.O.P., costituitosi nel 2004 è stato riconosciuto dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali in data 09 novembre 2016.
“Ci pregiamo – spiega il sindaco Pino Firrarello – di produrre il pistacchio più buono al mondo. Un pistacchio diverso nel gusto e soprattutto nei colori rispetto a tutti gli altri pistacchi del mondo. Riconoscerlo non è difficile. Anzitutto attenzione alla forma, perché quello di Bronte è allungato e poi guardate bene il colore. Tolto il guscio, infatti, la pellicina della buccia ha un colore che tende al violaceo con riflessi verde chiaro, mentre all’interno mostra il tipico colore verde smeraldo. Ricordate, – conclude – il pistacchio di Bronte non è mai giallo e non ha neanche quel verde acceso che spesso notiamo in qualche pubblicazione”.
Raccolta del pistacchio e suo valore in euro
I produttori di pistacchio lo raccolgono come cento anni fa: gli operai fanno cadere il pistacchio dalla pianta in appositi contenitori che poi trasportano, spostandosi dalle zone laviche irte nelle quali la pianta di pistacchio cresce fino alla zona pianeggiante. Subito dopo il pistacchio viene “sgrollato” cioè tolto il mallo, l’involucro bianco che ricopre il guscio del pistacchio. Ottenuto il pistacchio in guscio, il passaggio successivo è l’essicazione del frutto nei forni, fino ad arrivare al 4% di umidità, per impedirne la formazione di microrganismi. Mentre i grandi produttori utilizzano i forni industriali, i piccoli produttori lasciano essiccare il pistacchio al sole per 3-4 giorni in ampie terrazze situate davanti alle loro case agricole. Il passaggio successivo è togliere il guscio e la pellicina che avvolge il pistacchio. Sta proprio qui la differenza tra il pistacchio che viene venduto con il guscio e quello sgusciato, poiché anche questo passaggio ne determina il valore commerciale. Infatti se per il pistacchio con il guscio il prezzo al pubblico si aggira dai 25-30 euro in su, quello senza guscio parte da 50-60 euro in su. E ogni brontese che si rispetti possiede un piccolo pistacchieto e tiene sotto controllo tutte le fasi che vanno dalla crescita della pianta alla maturazione e successiva essiccazione dell’Oro verde.
Il documentario dell’emittente Canal Plus
Anche l’emittente francese Canal Plus, pay tv transalpina che trasmette anche in chiaro in tutto il territorio francese recentemente è stata a Bronte per realizzare un documentario sul pistacchio. Fra le scene principali la raccolta e le testimonianze dei parenti dell’attore di origini siciliane Jean Paul Belmondo. I protagonisti principali del documentario sono stati la nuora e il nipote dell’attore, Luana e Alessandro Belmondo venuti appositamente dalla Francia per prendere parte al documentario. Grati per questa esperienze ed entusiasti per la bontà del pistacchio e l’accoglienza ricevuta dal sindaco Firrarello, che ha preso parte al documentario, sono tornati in Francia certi di aver apportato un valido contributo alla terra del loro parente famoso in tutto il mondo. Firrarello durante l’intervista ha spiegato perché il pistacchio di Bronte è unico e il più buono al mondo, al punto da aver ottenuto da circa 20 anni controlli speciali da parte delle Forze dell’Ordine per proteggerlo durante la raccolta.