Baraccopoli Messina: la parola all’assessore Salvatore Mondello
Si riaccende il tema ‘Baraccopoli messinesi‘, divenuto di portata nazionale per essere una piaga, ulcerosa ed ultracentenaria, incancrenitasi, da tempo immemore, nella storia della città peloritana. Quasi un‘impiccagione in effigie di medievale memoria. Posteriori al terremoto del 1908, che in soli 37secondi e senza esclusione di colpi rase al suolo l’intera città dello Stretto, le baracche sono lì da più di 100anni. E sono persino sembrate “immortali” fino a che ad insediarsi non è stata la Giunta De Luca. A tracciare, insieme a noi, il resoconto di quanto ad oggi è stato fatto, l’assessore ai Lavori Pubblici, Ing. Salvatore Mondello, ex vice sindaco ed ex militare. È proprio lui a raccontarci il complesso iter del risanamento, che ha in sé il sapore amaro del degrado e l’odore malsano dell’amianto, corrosivo dei polmoni e di chi, dentro quelle baracche, ci vive e da troppo tempo ormai. «Da subito, appena ci siamo insediati, – ci racconta l’assessore Mondello – era nel nostro programma elettorale quello di risanare le Baraccopoli messinesi, che sono 7 e riguardano aree che risalgono al post terremoto del 1908. Quindi, parliamo di un lasso di tempo di oltre 100anni con varie generazioni di baracche. È chiaro – sottolinea – che chi vive l’emergenza abitativa, poi la perpetua normalmente in famiglia».
«Detto ciò, – ci dice, spiegando nel dettagli i vari passaggi – il sindaco esce con 2 ordinanze abbastanza pesanti, con le quali comincia a fare un discorso di censimento sociale, infrastrutturale ed ambientale: capire realmente quali sono i problemi di natura ambientale, quante persone vivono in baracca e, soprattutto, la tipologia di situazione dal punto di vista delle reti (fogna e quant’altro). Emerge un quadro devastante, perché, alla data del primo censimento, che risale al periodo di fine agosto 2018 e inizi di settembre 2018, emerge che esistevano ancora per quel tipo di censimento, quindi quello ufficiale discendente dalla legge regionale n° 10 del ’90 che istituiva le aree di risanamento. Quindi, parliamo di un diario ufficiale, perimetrato ufficialmente con legge regionale. Emerge la presenza di 2.400 nuclei familiari per circa 8mila abitanti. Chiediamo, allora, di predisporre tutta l’attività propedeutica alla richiesta dello Stato di emergenza; facciamo tutta l’attività; richiediamo lo stato di emergenza. La Regione Sicilia ci riconosce lo stato di emergenza e inviamo tutto alla Protezione civile nazionale. Questa, dopo un po’ di tempo, nel mese di dicembre, ci nega lo Stato di emergenza, dicendo che sì è un problema ma può ascriversi più a questioni ambientali che comunque quasi una negligenza da parte delle amministrazioni comunali che si sono succedute nel non aver saputo gestire questa questione».
Tra i punti focali, l’istituzione di un’agenzia. «Nel frangente di tutta questa storia, quando ancora il sindaco era deputato regionale ha fatto istituire un’agenzia per il risanamento, la A.Ris.Me, che è poi stata regolarmente approvata in Consiglio comunale, perché l’anomalia della gestione del risanamento era che si ragionava su un binario doppio. Il primo riguardava il Comune come ente e l’altro era l’Iacp che era l’utente attuatore che, in realtà, doveva fare gli interventi di demolizione delle baracche e costruzione degli alloggi per conto del Comune di Messina. Con una brillante intuizione del nostro sindaco, allora deputato, nasce l’agenzia per superare questo doppio binario. L’agenzia, di fatto, è incardinata come partecipata al Comune di Messina e, ancora oggi, si occupa della demolizione, costruzione, reperimento di alloggi. Abbiamo attuato subito la logica del reperimento di alloggi sul mercato attraverso l’acquisto, quindi abbiamo messo a sistema tutta una serie di somme che erano perse nei meandri. Nel frattempo, la legge regionale istituiva 500miliardi delle vecchie Lire e che, di questi 500miliardi, ne erano stati spesi meno di un terzo. Per cui quasi nulla».
Inizia l’acquisto di immobili necessari a soddisfare le necessità abitative. «In un arco temporale di 20-25 anni, – illustra l’Ing. Mondello – erano stati realizzati solo 500alloggi, quindi, nulla rispetto alla reale mole del lavoro. L’A.Ris.Me. ha iniziato da subito ad acquisire al mercato immobiliare degli immobili. Così, abbiamo ottenuto un doppio obiettivo: quello di non creare ghetti (quindi, man mano che toglievamo le persone dalle baracche, distribuirle nel tessuto cittadino) e, allo stesso tempo, velocizzare le procedure. Abbiamo acquistato, nello spazio di un anno e mezzo circa, 250immobili e abbiamo completato tutta una serie di situazioni che erano nel limbo. Per citarne uno, noi avevamo un doppio problema, in un ambito del risanamento, per le cosiddette “Case D’Arrigo“, dove resistevano 36nuclei familiari e lì c’era il progetto rilevante per la citta di Messina della Don Blasco. Siamo riusciti a fornire un alloggio a tutte e 36 le famiglie, demolire, risanare e fare passare la strada. Quindi, risanamento compiuto in tutte le sue forme».
Essenziale la partecipazione a Bandi per l’ottenimento di Fondi. «Nel frattempo, non contenti, abbiamo visto che nel mercato reperire alloggi non è facilissimo. Abbiamo cercato di mantenere sempre alta l’attenzione – sottolinea l’assessore – anche sulla chiave pubblica e quant’altro, però, le normative sono abbastanza complesse e lunghe. Ci siamo attivati, oltreché sul piano strettamente operativo, predisponendo tutti i progetti che i vari Bandi ci davano l’opportunità di fare. In realtà, ad oggi, i progetti ai quali noi siamo in lizza per potere avere finanziamenti importanti non sono solo questi due a cui abbiamo partecipato, ma ne abbiamo uno a cui abbiamo già partecipato e siamo i primi in Sicilia per 1milione e 400mila Euro e sono abitazioni che costruiremo in una della Aree del Risanamento, che è il Rione Taormina; un altro per 9milioni di Euro siamo risultati primi in Sicilia e attendiamo che il Ministero si esprima ed eroghi queste somme per potere partire. Poi, in ordine di tempo, gli ultimi due sono quelli relativi al “Progetto Abitare” per il quale c’è la bagarre».
Scendendo nel dettaglio dei progetti. «Questi sono stati improntati su due linee di intervento: la prima prettamente comunale, 45milioni di Euro e le aree, oggetto di intervento, sono l’Area Ambito A Annunziata alta; Area Ambito B Giostra e Area Ambito C Camaro Sottomontagna. Questi sono 3 progetti che noi abbiamo presentato, nel marzo 2021, come Comune di Messina direttamente al Ministero. Il “Progetto Abitare”, peraltro, prevedeva la possibilità per le Regioni di individuare all’interno delle proprie Regioni rispetto alle città capoluogo un progetto sperimentale/pilota. Fin da subito, noi abbiamo fatto richiesta all’Assessorato Infrastrutture dicendo che noi eravamo interessati a fare questo e che ci mettevamo già da subito nella disponibilità di produrre un progetto definitivo e chiedevamo se avessero l’intenzione di fare questo tipo di attività. Assessorato ci risponde immediatamente che era d’accordo proprio perché è importante risolvere in maniera radicale la questione ‘baracche Messina’, ormai diventato un caso nazionale. E, quindi, ci chiede di predisporre il progetto definitivo, che è stato elaborato ottenendo, peraltro in house, quindi con dipendenti comunali, senza attingere all’esterno, lavorando all’interno per oltre 3mesi, anche di sabato e di domenica, e di questo mi sento di elogiare i dipendenti comunali che hanno lavorato a questa abilità insieme a me, che ho lavorato in prima persona, essendo un tecnico, insieme a loro».
La bagarre. «Abbiamo depositato il tutto alla Regione Sicilia e si è creato una sorta di cortocircuito in un atto amministrativo dovuto. Abbiamo ottenuto tutti i pareri del Genio Civile ai nostri uffici, un pacchetto definitivo che, peraltro, aveva avuto un pre attrezzamento da parte dei funzionari del ministero con i quali ci eravamo confrontati. Il progetto è stato redatto sulle direttive del Ministero stesso. È un progetto innovativo all’ennesima potenza perché sono tutti fabbricati a confine di energia quasi zero con il recupero di tutto. E – solo per citarle un dato importantissimo: – Fondo Fucile, che è un’area altamente compatta di baracche, oggi ha una densità abitativa del 90 per cento. Cioè, tra una baracca e l’altra lo spazio è di 1metro-1,20metri. Noi andiamo a ricostruire solo il 16 per cento della superficie, il resto sono tutti servizi (Parco urbano, parcheggi, spazi per il tempo libero) per cui un ragionamento che guarda all’emergenza abitativa ma, dall’altra, con grande attenzione alla tematica energetica e dedicata all’ambiente con tetti verdi, fotovoltaico, insomma elementi di edilizia sostenibile». Così, l’assessore Mondello in una intervista rilasciataci qualche giorno fa. Il suo non è «un ruolo soltanto svolto in veste istituzionale, – ci racconta – quanto da cittadino messinese, che ricopre un ruolo che gli consente di agire». E, con un senso di umiltà e di vocazione alla sua città, dice raccontandosi: «Mi sento di essere utile per la città, e questo mi gratifica».