AstraZeneca solo over 60: la Sicilia sospende le somministrazioni
AstraZeneca resta un vaccino efficace e sicuro, ma si farà soltanto agli over 60. La stretta arriva dal Comitato Tecnico Scientifico. Il principio è quello di assoluta cautela. E così la Sicilia sospende tutte le somministrazioni del vaccino Vaxzevria. Lo stop riguarda, dunque, tutte le categorie di soggetti al di sotto dei 60 anni. Intanto, in attesa dell’apposita circolare ministeriale, la sospensione è disposta anche per le seconde dosi. Lo rende noto l’assessorato regionale alla Salute. Il punto è ora quello di definire quale vaccino destinare al richiamo. Tra la varie ipotesi, sul tavolo c’è quella di utilizzare un altro preparato, in pratica l’approccio combinato: prima dose con AstraZeneca e seconda con un vaccino a mRna (Pfizer e Moderna). I relativi dati sono ancora limitati e non ufficiali, nonostante sembrino conformi ai paramenti della sicurezza e dell’efficacia. A riaccendere il dibattito sul siero anglo-svedese il drammatico caso di cronaca della diciottenne ligure deceduta a seguito di una trombosi cerebrale. Camilla Canepa aveva ricevuto la prima dose Vaxzevria. E’ emerso che la ragazza soffriva di una malattia autoimmune. Ora s’indaga sui controlli. E’ stata aperta una inchiesta. E va valutata l’opportunità del mix vaccinale, ovvero la convenienza del cambiare vaccino riguardo all’efficacia e alla sicurezza.
La strategia combinata è oggetto di studio in tutto il mondo. Uno studio inglese, chiamato “Com-Cov”, cui ha partecipato l’Università di Oxford, ha testato la tollerabilità su 830 volontari di 50 anni, e più, d’età. Dalla ricerca, che non è ancora peer reviewed ma è stato soltanto presentato in una lettera su “The Lancet”, non sono emersi problemi di sicurezza degni di nota, soltanto un aumento degli effetti collaterali lievi e moderati, come mal di testa e febbre. C’è da dire che si è evidenziata una “reattogenicità potrebbe essere maggiore” nei più giovani. Non male, anzi, che sul vaccino di Pfizer-BioNTech non siano risaltate prove di aumento di eventi emorragici e trombotici, di trombosi cerebrale e piastrinopenia.
Uno studio madrileno del “Carlos III Health Institute” (di cui si parla su Nature) ha analizzato la sicurezza e le reazioni avverse su 663 volontari, persone vaccinate di cui 441 hanno ricevuto come seconda dose con Pfizer, diversa dalla prima, almeno 8 settimane dopo. Gli effetti scaturiti sono stati principalmente lievi per i due terzi e moderati per circa un terzo con dolore nell’area dell’inoculazione, febbre, mal di testa, stati dolorisi muscolari. Nelle conclusioni del lavoro, gli autori riferiscono l’assenza di reazioni avverse gravi e definiscono “gestibile” il profilo di reattogenicità.
“Dopo la seconda dose i partecipanti hanno cominciato a produrre livelli di anticorpi molto più alti rispetto a prima e questi anticorpi sono stati in grado di riconoscere e disattivare Sars-Cov-2 nei test di laboratorio”. E’ quanto si legge sulla rivista scientifica Nature. Uno studio dell’Università di Ulma, in Germania, mostra l’efficacia protettiva del mix vaccinale. La ricerca, condotta soltanto su 26 volontari, è ancora in preprint. L’ospedale universitario della “Charité” di Berlino (Charité – Universitätsmedizin Berlin) ha sottoposto a test 61 volontari, giunge addirittura a rilevare un “piccolo” aumento dei linfociti T. In sostanza, efficacia e sicurezza ma con qualche effetto collaterale in più.
Oltre ai dati di ricerca, che – ricordiamo – non risultano ufficialmente pubblicati, Arnaldo Caruso: «Poter richiamare una prima dose di AstraZeneca, o di Johnson & Johnson, ammesso che vogliamo richiamarlo potrebbe essere la soluzione migliore». L’evidenza è posta dal presidente della Società italiana di virologia – Italian Society for Virology (Siv-Isv), che al suo interno riunisce ricercatori, docenti, cultori ed esperti di virologia. Resta da capire che fine faranno i milioni di dosi di AstraZeneca in arrivo. Il Gen. Figliuolo indica la possibilità della loro inoculazione agli over 60 alla seconda somministrazione.