Ars, scoppia la polemica sulle pensioni dei deputati
Il capogruppo all’Assemblea Regionale Sicilia del Movimento 5 Stelle, Giorgio Pasqua, accusa i suoi colleghi degli altri schieramenti di essersi aumentati la pensione ma, secondo quanto afferma il Segretario generale dell’Assemblea regionale siciliana, Fabrizio Scimè, non è per niente vero.
Dopo il comunicato stampa del Gruppo Movimento Cinque Stelle a firma del Capogruppo Giorgio Pasqua, Scimè, interpellato ha infatti così precisato: “L’Assemblea regionale con la legge di riduzione dei vitalizi (legge regionale n. 19/2019), ha previsto che il deputato regionale possa costituire la base di riferimento della propria pensione contributiva versando i relativi contributi sulla intera retribuzione mensile. Tale facoltà concessa dalla legge presuppone, dunque, una domanda da parte del deputato e il versamento a suo carico dei relativi contributi”.
Si tratta, dunque, secondo quanto afferma Scimè, di una applicazione anche ai deputati regionali dei principi generali del sistema pensionistico contributivo, come qualunque lavoratore che gode di una pensione contributiva.
“In piena pandemia, mentre ai siciliani si chiedono sacrifici enormi, i deputati dell’Ars si aumentano le pensioni e il trattamento di fine mandato. E’ l’ultima vergogna a cui il M5S, ovviamente, si è sottratto. Faremo di tutto perché si possa tornare indietro e per questo abbiamo presentato due disegni di legge”. Aveva Pasqua. “Il 28 novembre 2019 – aggiungeva – l’Ars aveva approvato una legge che prevede il calcolo della pensione non soltanto sui contributi versati per l’indennità, ma anche per la diaria. In questi giorni hanno dato il via libera agli uffici, secondo quanto previsto dalla legge, per procedere ai calcoli. Il nuovo meccanismo si traduce in un auto aumento degli assegni”.
“E’ uno scandalo – concludeva Pasqua – aumentarsi la pensione in un momento storico in cui parecchi siciliani non riescono a mettere assieme il pranzo con la cena, considerato che nemmeno un euro si è finora visto della Finanziaria regionale, la cosiddetta Finanziaria di guerra. Il M5S ha depositato due disegni di legge per mettere ordine alla normativa delle pensioni, facendo confluire i contributi all’Inps o alle altre casse pensionistiche, alle quali versavano in precedenza i deputati, abrogare la norma che consente il calcolo dei contributi su indennità e diaria e tagliare lo stipendio dei deputati dagli attuali 11.100 euro lordi a 8.000 euro”.
Parole durissime giungono dal Presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè. “Sono azioni indegne di un gruppo politico quelle messe in atto dai parlamentari del movimento 5 stelle. Non è vero che ci siamo aumentati lo stipendio né la pensione. Con queste cose non si scherza specialmente in un momento così difficile per tutti. Non consento a nessuno questo gioco sporco. Questo è terrorismo. Dichiarazioni di questo tipo sono delinquenziali. Non c’è dubbio che tutto ciò viene fatto nel vano tentativo di riconquistare il consenso che i 5 stelle hanno irrimediabilmente perso. Una simile vergogna non l’avevo mai vista. Ho conosciuto tanti politici ma mai di un livello così basso”.
Interviene anche il Capogruppo di Forza Italia all’Ars, Tommaso Calderone, a nome dell’intero Gruppo parlamentare: “Quello di cui parlano i deputati del M5S è solo un inaccettabile tentativo per speculare sulla rabbia dei cittadini. In malafede, approfittando del momento di crisi economica che stiamo vivendo, hanno pensato bene di cavalcare l’onda del populismo più becero per ottenere quella notorietà ormai da un pezzo perduta. Non c’è nessun aumento di stipendi o di pensioni all’Ars. Tutto è alla luce del sole, secondo quanto previsto dalla legge. Ai colleghi del M5S ricordo che i deputati si limitano esclusivamente a osservarla. Svelo loro il segreto di pulcinella: anche i parlamentari versano i propri contributi, sulla base dell’intera retribuzione mensile. La smettessero quindi di cadere dalle nuvole e fomentare odio. Li invito ad essere più costruttivi in un momento delicato come questo, piuttosto che creare tensione sociale”.