Food & Wine

Arriva il “turruni” di Caltanissetta

Il primo Presidio Slow Food 2023 è il torrone di Caltanissetta, prodotto dall’omonimo comune siciliano e conosciuto come “turruni” nel dialetto locale. Il primo Presidio Slow Food del 2023 arriva dalla Sicilia! È il torrone di Caltanissetta: “La prima particolarità del torrone di Caltanissetta riguarda la ricetta: gli ingredienti utilizzati sono soltanto tre, miele, mandorle e pistacchi. Niente zucchero aggiunto, zero albumi, nessun conservante: miele, mandorle e pistacchi – rigorosamente siciliani, come stabilito dal disciplinare di produzione adottato dai quattro produttori che aderiscono al Presidio Slow Food – sono più che sufficienti”.
Il tradizionale dolce siciliano, viene preparato non solo per le festività natalizie, ma durante tutto l’anno. La sua particolarità è proprio la ricetta, rimasta uguale da più di un secolo, che prevede l’uso di soli tre ingredienti, tutti tipici del territorio: il miele, le mandorle e il pistacchio.
“Tutti e tre sono caratteristici del nostro territorio”, spiega Stefania Fontanazza, referente Slow Food del neonato Presidio.
Il “turruni”, necessità di un procedimento che prevede 8 ore di cottura, in linea con la ricetta tradizionale.
“Il procedimento di lavorazione– sottolinea Claudio Nitro, referente dei produttori – è lungo, più che complicato e lo abbiamo volutamente mantenuto identico a quello di oltre un secolo fa. Il miele viene fatto cuocere a fuoco bassissimo per almeno otto ore nella cosiddetta quadara, cioè un grande calderone di rame. Poi, quando il miele entra in cottura e l’umidità del miele è evaporata – continua – incorporiamo mandorle e pistacchi in precedenza leggermente tostati. L’impasto, chiamato massa, viene posto in telai di legno e, in un secondo momento, prima che si raffreddi completamente, tagliato nelle caratteristiche stecche”.
Per assicurare un futuro al torrone di Caltanissetta, occorre che si sviluppi una filiera che coinvolga apicoltori, coltivatori, artigiani e trasformatori.
“La nostra volontà – conclude Fontanazza – è creare un gruppo di fornitori di materie prime garantito e stimolato a dar seguito a una produzione con determinati standard di qualità. Per farlo, dobbiamo far conoscere il torrone nisseno e la sua autentica ricetta”.

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