Architetti e Università insieme per contrastare la “fuga di cervelli”
Tirocini, concorsi di progettazione e “Casa dell’Architettura”: sono questi i tre temi al centro dell’incontro che si è svolto tra Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Catania, Fondazione e Università etnea. Un momento di condivisione che arricchisce ulteriormente l’attività dinamica dei professionisti, impegnati quotidianamente nella promozione e valorizzazione del territorio.
Proposte accolte con positività dal rettore dell’Università di Catania Francesco Priolo: ««La collaborazione tra l’Università di Catania – tramite il Dicar e la Sds di Architettura – e l’Ordine e la Fondazione degli Architetti è di fondamentale importanza per i nostri giovani e il territorio siciliano. La reciprocità di questa collaborazione consentirà di formare giovani con una eccellente professionalità, già pronti per accedere al mondo del lavoro, anche in vista di quel processo legislativo che prevede le lauree con valore abilitante alle professioni di architetto, pianificatore, paesaggista e conservatore senza alcun esame di Stato. In questo contesto, l’Ordine e la Fondazione svolgono un ruolo importante nell’orientamento dei giovani a queste professioni».
«Reputiamo i tirocini fondamentali per avvicinare i giovani alla professione, facendoci trovare pronti alle lauree abilitanti. Ma per rafforzare la nostra figura professionale e arrivare pronti a questa svolta legislativa occorre avviare un percorso strutturato e congiunto, istituendo un tavolo permanente che possa creare confronto e condivisione», ha dichiarato il presidente OAPPC CT Sebastian Carlo Greco. Che ha poi acceso i riflettori sui concorsi di progettazione e sulla “Casa dell’Architettura”: «I concorsi a due fasi hanno dimostrato già la loro efficacia e rappresentano uno strumento strategico per mettere a sistema la città, scegliendo il progetto e non il progettista o il fatturato, elementi spesso anteposti alla qualità. Bisogna puntare sulla “buona” Architettura, attraverso un luogo che sia fucina di idee per lo sviluppo del territorio e che metta in risalto le nostre eccellenze».
«L’Architetto non è solo garante della bellezza del paesaggio urbano, non ha solo un’anima tecnica, ma svolge prioritariamente anche un ruolo sociale e culturale, con l’obiettivo di qualità di vita», ha aggiunto la presidente della Fondazione Eleonora Bonanno: «La sinergia tra Ordine, Fondazione e ateneo renderebbe la “Casa” completa dal punto di vista professionale e teorico, aprendo a nuove prospettive – ha proseguito – le stesse che devono coinvolgere anche i cittadini e le comunità territoriali, attraverso iniziative che permettano di far conoscere la vera Architettura, spesso confusa con l’edilizia». Concetti ampiamenti condivisi dai consiglieri Andrea Toscano, Cecilia Tosto e Giuseppe Messina, secondo i quali «il miglioramento può avvenire solo attraverso una visione comune». Iniziative apprezzate anche dal direttore del Dicar Enrico Foti: «La realizzazione di una “Casa dell’Architettura” si sposa in pieno con la mission dell’esistente Museo della Rappresentazione dell’Università di Catania, una vera e propria “casa della città”, un luogo in cui vi è un confronto continuo sullo sviluppo urbanistico del territorio etneo. Grazie alla sinergia con l’Ordine e la Fondazione degli Architetti dobbiamo rafforzare il “campus universitario” di Ortigia a Siracusa, dove ha sede la Sds di Architettura, il cui corso di laurea magistrale si combina perfettamente con quelli presenti al Dicar a Catania, con l’obiettivo di valorizzare e far crescere l’intero territorio della Sicilia orientale grazie ai futuri laureati».
Presente e futuro, dunque, con l’obiettivo di una migliore prospettiva per i giovani e per il territorio, come evidenziato da Fausto Carmelo Nigrelli, presidente della Struttura Didattica Speciale di Architettura di Siracusa: «Oggi stiamo assistendo a un incremento costante di studenti iscritti ai corsi di laurea del Dicar e della Sds di Architettura, che consolidano la presenza dell’Università di Catania nella Sicilia orientale. Il rafforzamento delle relazioni tra gli architetti e gli accademici consentirà di frenare la fuga di “cervelli” e, al tempo stesso, la permanenza dei nostri laureati in Sicilia contribuirà alla crescita culturale e paesaggistica di questo territorio, che deve colmare un gap culturale col resto d’Italia. Abbiamo le potenzialità e dobbiamo scommetterci in questo investimento per il futuro dei nostri giovani e della Sicilia orientale».
All’incontro era presente anche il professore architetto Maurizio Spina – che in passato ha ricoperto molteplici cariche all’interno dell’Ordine – che ha sottolineato «come gli intenti comuni di orientamento, formazione e accompagnamento nella professione prefigurino sinergia e un cammino condiviso».