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Al via la XXXVI stagione del Teatro Stabile di Mascalucia “Mario Re”

Si accendono i riflettori sulla 36° stagione del Teatro Stabile Mascalucia Mario Re, che da novembre a maggio metterà in scena otto spettacoli pronti a soddisfare le richieste di un pubblico eterogeneo e sempre più numeroso. “L’obiettivo principale delle nostre scelte – racconta la direttrice artistica Rita Re – è quello di offrire ai nostri abbonati, sempre più esigenti, e a tutto il nostro pubblico – per nostra grande gioia composto anche, in gran parte, da ragazze e ragazzi – esperienze teatrali stimolanti e una proposta culturale ricca e non scontata”.
Lo Stabile di Mascalucia è una delle pochissime realtà private che da oltre quarant’anni presentato al pubblico un’offerta capace di incuriosire e di rinnovarsi ma sempre con il massimo rispetto della propria storia.
“Il cartellone è composto da tre spettacoli di nostra produzione e quattro ospiti- continua Rita Re – “Il Libertino” di Eric Emmanuel Schmitt per la regia di Nicola Alberto Orofino; “Sette incubi” di Edgar Allan Poe, scritto e diretto da Rita Re; “La visita della vecchia signora” di Friederich Dürenmatt con la regia di Andrea Zappalà. Ad arricchire il cartellone gli Spettacoli ospiti: “Un’altra Salomè” di Oscar Wilde dell’Associazione Madè per l’adattamento e la regia di Saro Minardi; “Dobbiamo parlare” di Sergio Rubini, Carla Cavalluzzi e Diego De Silva per la regia di Ernesto Mangano del Teatro delle Nevi; “Sicilia stupor mundi” di Carmelo Rosario Cannavò con le musiche originali di Michele Romeo del Teatro Stabile di Acireale; “Progetto di Cristo” di e con Alberto Corba per il Teatro dei Lupi di Milano”. Uno spazio della stagione è riservato a “Nove – racconto di una famiglia italiana” di Egle Doria e Nicola Alberto Orofino per una produzione dell’Associazione Madè.
“Stiamo lavorando ancora per offrire altre proposte fuori abbonamento – aggiunge Rita Re-, perché crediamo che uno spazio teatrale come il nostro può e deve essere occasione di incontri artistici che possano creare movimento culturale anche nella nostra periferia, rendendo il nostro teatro un punto di riferimento. Questo tipo di esperimenti, negli anni passati, hanno dimostrato che c’è una voglia e un interesse sempre crescenti di andare a teatro sia da parte dei nostri abbonati, e degli allievi dei nostri laboratori, che di un nuovo pubblico che ha iniziato a seguirci”.

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