Al Bellini di Catania un concerto dell’orchestra del Conservatorio con Brlek
Grandi classici e internazionalizzazione: è già tutto esaurito per il concerto, fissato per lunedì prossimo, 17 aprile, alle 20.30, dell’Orchestra Sinfonica del Conservatorio di Catania che torna al Teatro Massimo Bellini dopo il concerto che ha inaugurato l’anno accademico: sul podio il direttore dell’istituzione d’alta
formazione, Epifanio Comis e, come solista, Darko Brlek, clarinettista di fama internazionale e
direttore artistico del Festival di Lubiana, con cui l’istituzione catanese avvia
un fecondo dialogo di collaborazione. In programma musiche di Mozart e Čajkovskij.
Un nuovo concerto, dunque, ma anche un importante passo di apertura internazionale: un duplice
annuncio ha contrassegnato la conferenza stampa di presentazione dell’evento che il
Conservatorio “Vincenzo Bellini” di Catania.
Proprio la collaborazione con la prestigiosa kermesse slovena, che ha già raggiunto le 70
edizioni, è stata al centro della presentazione dell’evento.
Ha espresso vivo apprezzamento Carmelo Galati, presidente del Conservatorio, soffermandosi sul ruolo
strategico sviluppato non solo nella città di Catania, grazie alle collaborazioni con enti e
istituzioni culturali; ma anche in vista di una valorizzazione ad ampio raggio degli studenti,
fulcro dell’attività formativa dell’istituzione.
Reduce dal trionfale successo della prima edizione del Concorso pianistico internazionale del Festival di Lubiana, di cui è direttore artistico, Epifanio Comis ha sottolineato l’importanza della politica di internazionalizzazione del Conservatorio, che si appresta a varare una collaborazione con la rassegna slovena.
È dunque una visita esplorativa quella di Darko Brlek, che vanta una collaborazione ormai quasi trentennale con numerosi artisti siciliani, alcuni dei quali docenti del Conservatorio.
«Il Festival di Lubiana è uno tra i più prestigiosi a livello internazionale – quest’anno schiera nomi come La Fura dels Baus, Anna Netrebko, Ute Lemper, Jean-Yves Thibaudet, le Orchestre del Concertgebouw, Gewandhaus e la Boston Symphony – e saremo lieti di avviare una collaborazione con l’Orchestra del Conservatorio, che ci auguriamo di ospitare presto.»
Il concerto di lunedì 17 prevede in locandina due capolavori, due testamenti spirituali, due pagine importanti della storia della musica del Sette e Ottocento. Si comincia con il celeberrimo Concerto per clarinetto e orchestra in la maggiore, K 622, di Wolfgang Amadeus Mozart.
Il componimento appartiene all’ultimo, fatidico anno di vita del Salisburghese, il 1791, e venne composto e dedicato ad Anton Stadler, virtuoso del corno di bassetto, strumento affine al clarinetto ma con una più ampia estensione al basso. Reduce dal duplice trionfo della “Clemenza di Tito” a Praga e del
“Flauto magico” a Vienna, Mozart mette a segno una delle sue pagine più alte, in perfetto equilibrio tra un organico orchestrale ripensato per l’occasione e una fluidità di temi e linee melodiche che ne fanno uno dei capolavori del tardo Classicismo viennese.
Al Concerto mozartiano è affiancata la Sinfonia n. 4 in fa minore, op. 36, di Pëtr Il’ič Čajkovskij, composta nel 1877, annus horribilis della biografia del musicista russo ma fecondo di pregevoli risultati, da “Evgenij Onegin” al Concerto per violino in re maggiore, op. 35.
Dedicata «al mio migliore amico» (altri non era che la sua mecenate Nadezda Filaretovna von Meck), la Sinfona mette in musica il tema del Fatum, «forza inesorabile che impedisce alle nostre speranze di avverarsi.» La materia autobiografica si condensa nel motto di apertura, una fanfara che ritorna fino all’ultimo movimento, seguendo una progressione armonica che segue la circolarità dell’esistenza umana
Le foto sono di Dino Stornello
Epifanio Comis direttore d’orchestra
Direttore dell’Istituzione dal 2019, pianista e direttore d’orchestra, Epifanio Comis svolge
un’intensa attività didattica che ha portato alla luce diversi giovani pianisti, vincitori dei più
prestigiosi concorsi internazionali, quali il Busoni di Bolzano, il Queen Elisabeth di
Bruxelles, il Beethoven di Bonn, il Liszt di Budapest e il Čajkovskij di Mosca. Insignito nel
2013 del prestigioso “Sergei Rachmaninov International Award” al Conservatorio di
Mosca, ha tenuto masterclass in tutto il mondo, tra l’altro alla Manhattan School of Music,
l’Accademia Chopin di Varsavia, il Conservatoire Royal di Mons, l’École Normale de
Musique di Parigi, le Università di Greensboro, New Jersey, West Chester, Nuevo Leon e
il Conservatorio Čajkovskij di Mosca.
Darko Brket clarinetto
Ha studiato con M. Gunzk all’Accademia di Ljubljana, dove si è diplomato con il massimo
dei voti. Si è perfezionato con A. Brandhofer, primo clarinetto dei Berliner Philarmoniker, e
con Béla Kovacs, alla Musikhochschule di Graz. Vincitore di numerosi concorsi, è stato
primo clarinetto dell’Orchestra dell’Opera di Ljubljana e poi direttore dell’Opera e Balletto
Nazionale Sloveno. Oggi è direttore artistico e General Manager del Festival di Ljubljana.
Svolge un’intensa attività concertistica come solista, con il suo ensemble il “Trio Luwigana”
e in svariate formazioni cameristiche. Si è esibito in Italia, Austria, Germania, Francia,
Spagna, Portogallo, Belgio, Bulgaria, Yugoslavia, Turchia, Russia, USA e Messico. Ha al
suo attivo numerose incisioni discografiche e registrazioni per la Radio e Televisione
Slovena, per le radio nazionali di Francia e Spagna, per HSR, RAI, ORF, SRT e per la
televisione messicana.