Cultura

Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025. Un’occasione da non perdere

A pochi mesi dall’inizio ufficiale di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025, sono emersi, da parte di tanti, dubbi e perplessità sull’effettiva capacità organizzativa dell’evento.

Evidenti le lacune nei settori strategici: infopoint, parcheggi, trasporti urbani, infrastrutture, viabilità e forniture idriche, decoro urbano e illuminazione pubblica.

Anche ilprogramma culturale appare ancora lacunoso per una città che ha dato i natali o ispirato autori, quali Luigi Pirandello, Leonardo Sciascia, Giuseppe Tomasi di Lampedusa e che vanta il  meraviglioso parco archeologico, patrimonio dell’umanità, della  Valle dei Templi. Alcuni degli eventi sono in ritardo, come la mostra “Agrigento e i Chiaramonte”, che doveva essere inaugurata a gennaio e che ancora non è stata aperta, i laboratori di Banksy Humanity Collection e dell’artista cipriota Efy Spyro, previsti da gennaio,  ma mai partiti. In programmazione risultano alcuni eventi già esistenti, come la Sagra del Mandorlo in Fiore, il FestiValle, il Carnevale di Sciacca e la Festa di San Calogero. Helga Marsala, su Artribune che avrebbero avuto luogo indipendentemente dal titolo di Capitale della Cultura.

Anche il cartellone degli spettacoli lascia a desiderare e pochi risultano i titoli significativi. Non meno preoccupante  la gestione della Fondazione Agrigento Capitale della Cultura 2025, che ancora, nonostante i cambiamenti al vertice,  non dispone di una sede operativa stabile né di un personale adeguato. La nuova presidente, Maria Teresa Cucinotta, ha ammesso le difficoltà incontrate e ha promesso che le proposte di associazioni e sponsor verranno vagliate attentamente.

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