Addio a Monica Vitti, icona del cinema italiano

Un grande addio a Monica Vitti. L’attrice da uno straordinario talento ed icona del cinema italiano, era assente dalle scene dal 2001, quando fu ricevuta al Quirinale per i David di Donatello. Musa di Michelangelo Antonioni, regina della commedia all’italiana al fianco dei più grandi come Alberto Sordi, Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman e Nino Manfredi.
L’attrice era da tempo scomparsa dalle scene per via di una malattia degenerativa simile all’Alzheimer. Il vero nome era Maria Luisa Ceciarelli nata a Roma, il 3 novembre del 1931, aveva compiuto da qualche mese 90 anni. Cresciuta in Sicilia prima della guerra a causa del lavoro del padre (ispettore al commercio), innamorata della recitazione fin dall’adolescenza (quando metteva in scena spettacolini casalinghi per distrarre i fratelli dagli orrori delle bombe negli ultimi anni di guerra), si diploma nel 1953 all’Accademia d’arte drammatica sotto la guida di Silvio d’Amico e con un maestro-sodale d’eccezione come Sergio Tofano. Nel corso della sua straordinaria carriera Monica Vitti ha vinto 5 David di Donatello come migliore attrice protagonista (più altri quattro riconoscimenti speciali), 3 Nastri d’Argento, 12 Globi d’oro (di cui due alla carriera) e un Ciak d’oro alla carriera, un Leone d’oro alla carriera a Venezia, un Orso d’argento alla Berlinale, una Cocha de Plata a San Sebastián, una candidatura al premio BAFTA. Debutta al cinema nel ’55 con un piccolo ruolo nell’Adriana Lecouvreur di Guido Salvini a fianco di mostri sacri come Valentina Cortese, Gabriele Ferzetti e Memo Benassi, ma 5 anni dopo si incarna nella silenziosa musa di Antonioni per il primo dei quattro film che vanno sotto il segno dell’ “incomunicabilità “: L’avventura. Nei successivi quattro anni diventerà una diva internazionale grazie a titoli indimenticabili come La notte, L’eclisse, Deserto rosso, ma l’incontro con Antonioni data già dal 1957 quando presta la voce a Dorian Gray ne Il grido. Tutti i grandi registi internazionali la vogliono anche perché oltre a un volto bellissimo e misterioso sfoggia una voce roca e pastosa. Molteplici film la ricordano, come per “La ragazza con la pistola” siciliana dalla lunga treccia nera in pieno ’68, Il successo e’ popolare ed immediato. L’emancipazione della timida siciliana Assunta Patane’ che insegue fino in Inghilterra l’uomo che l’ha disonorata (Carlo Giuffrè ) per poi capire che si può essere libere e onorate anche senza passare per il delitto d’onore, fa rumore e il regista estrae dalla Vitti un talento luminoso e inatteso che presto le permetterà di battersi da pari a pari con i colonnelli della commedia all’italiana. Accanto ad Alberto Sordi cominciò un sodalizio che li porterà al grande successo di Polvere di stelle del 1973. In mezzo ci sono le collaborazioni con i più grandi registi: Ettore Scola (Dramma della gelosia accanto a Giannini e Mastroianni), Dino Risi (Noi donne siamo fatte così), Luciano Salce (L’anatra all’arancia), Nanni Loy, Luigi Comencini (due degli episodi di Basta che non si sappia in giro). Una donna da una personalità avvincente con un’inalterata femminilità in un mondo di maschi più o meno misogini, Monica Vitti domina nel cinema italiano degli anni ’70.