Cultura

Acireale celebra Umberto Barbaro

Acireale celebra uno dei suoi figli più illustri: Umberto Barbaro, storico esponente della cultura cinematografica al quale intitola un viale di Villa Belvedere. La commissione comunale per la Toponomastica ha accolto la proposta l’11 ottobre del 2022 con approvazione della Giunta comunale il 14 dicembre dello stesso anno. Si tratta del “viale del cinema”, quel tratto alberato all’interno del panoramico giardino pubblico che conduce all’Arena Eden, spazio destinato a proiezioni cinematografiche all’interno dello storico Cafè chantant, edificio in stile moresco un tempo adibito alla rappresentazione di concerti e operette. La cerimonia di intitolazione, avvenuta in uno dei luoghi simbolo della città jonica, ha visto la presenza dell’amministrazione comunale nella persona del primo cittadino Stefano Alì, accompagnato dagli assessori Mario Di prima (Affari istituzionali) e Fabio Mangiagli (Cultura) che nella mattina di sabato 25 marzo hanno tolto il velo alla targa viaria intitolata al cospetto dei figli del noto saggista, Maria e Giuzzo, e a Mario Patanè promotore dell’ iniziativa insieme a Giulia Sottile e Nives Silvia Levan , studioso e critico cinematografico che , insieme alla Fondazione Bellini, nel 2020 ha dato vita al Premio Umberto Barbaro. È del settembre 2019 l’incontro presso l’Accademia Zelantea e l’Arena Eden, in collaborazione con il Comune e la Fondazione Teatro Bellini di Acireale, al quale hanno partecipato Daniela Currò (conservatrice della cineteca nazionale di Roma), Nino Genovese (critico e storico del cinema, ha curato il volume, contenente i contributi di vari autori, Barbaro & Chiarini – I teorici del cinema dietro la macchina da presa) e Mario Grasso (saggista, poeta, direttore di Prova d’Autore). Ed è proprio Mario Grasso, altro illustre acese, a organizzare nel 1984, nell’ambito delle Settimane Culturali Acesi, un convegno dedicato proprio alla figura di Umberto Barbaro, i cui atti furono pubblicati in un volume monografico di Lunario Nuovo nel 1988 e a cui parteciparono ospiti del calibro di Alessandra Briganti, Paolo Buchignani, Arcangelo Leone De Castris, Mario Musumeci, Mario Sechi, Lucia Strappini, Pasquale Voza e Mario Verdone. Tante, dunque, le iniziative per ricordare Umberto Barbato per troppo tempo “ nemo propheta acceptus est in patria”, come ha sottolineato il Sindaco Alì.
Note Biografiche Umberto Barbaro
Nato ad Acireale il 3 gennaio 1902 e morto a Roma il 19 marzo 1959, Umberto Barbaro è stato uno degli ingegni siciliani più ecclettici e un poliedrico intellettuale: coltivò svariati interessi, spaziando dalla narrativa alla drammaturgia, dal cinema alla critica e alla storia dell’arte figurativa. Nel 1923 è direttore della rivista La bilancia e collabora con Dino Terra, Vinicio Paladini e Paolo Flores. Nel 1927 è tra gli animatori del Movimento Immaginista, corrente “di sinistra” del Futurismo, attenta all’evoluzione culturale in Francia, America, Russia e Germania; con Dino Terra, ne elabora la rivista di riferimento, La Ruota Dentata, che uscirà per un solo numero data la carenza di fondi finanziari per portarla avanti; all’insegna della “Ruota Dentata” usciranno, sempre nel ’27, anche quattro opere letterarie, tutte quante espressione del movimento in questione: Inferno, di Barbaro e Bonaventura Grassi; Riflessi e L’Amico dell’Angelo di Dino Terra, Odio di Miclos Koszka ( di questo dramma, redatto nella nostra lingua dall’Autore ungherese, non sembra esserne stata, sinora, ritrovata la copia a stampa: si tratta, come nel caso di Cinque anni di Rivoluzione, anch’esso segnalato nel medesimo periodo, di uno dei “libri fantasma” del novecento letterario italiano). In quello stesso giro d’anni, Barbaro è al fianco di Anton Giulio Bragaglia nella iniziativa del Teatro degli Indipendenti, a Roma. Conoscitore della lingua russa e tedesca traduce opere di Heinrich von Kleist, Michail Bulgakov e Frank Wedekind. Fu regista, sceneggiatore, giornalista, saggista, novelliere e i suoi scritti appaiono in varie riviste e quotidiani del tempo. Nel 1936 è tra i fondatori, con Luigi Chiarini, del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e ne diventa docente. Sempre con Chiarini avvia la pubblicazione del mensile di studi cinematografici Bianco e Nero, direttamente legato al Centro Sperimentale, una rivista che ha fornito notevole impulso alla crescita della cultura cinematografica italiana. Finita la seconda guerra mondiale, prosegue gli studi specifici sul cinema in generale e su quello sovietico in particolare e continua la serie di traduzioni, da tempo avviata, di scritti di teorici del cinema tra cui Vsevolod Illarionovič Pudovkin, Sergej Michajlovič Ėjzenštejn, Rudolf Arnheim e Béla Balázs. Nel 1947 traduce anche Sigmund Freud. Nel 1945 viene nominato Commissario straordinario del Centro Sperimentale di Cinematografia, carica che ricopre sino al 1947, quando ne è allontanato per motivi politici. È sostenitore del cinema neorealista. Nel campo della produzione cinematografica esordisce, come autore, nel 1933 con un documentario, Cantieri dell’Adriatico, a cui fa seguito il solo film a lungometraggio da lui realizzato, L’ultima nemica. Nel dopoguerra gira, con la consulenza di Roberto Longhi, due cortometraggi d’arte dedicati a Carpaccio e Caravaggio. Come critico cinematografico, dal 1945 collabora a L’Unità, indi al settimanale Vie Nuove e a Filmcritica. Dirige il quindicinale L’Eco del cinema.
A Umberto Barbaro sono state dedicate la «Biblioteca del Cinema», il «Premio Nazionale Filmcritica» di Roma e numerose pubblicazioni.

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