Spettacoli

Abesalom ed Eteri: un riuscito “gemellaggio” tra il Teatro dell’opera di Tbilisi e il “Bellini”

Si è tenuta al teatro Massimo ‘Bellini’, grazie al ‘gemellaggio’ tra il Teatro dell’Opera di Tbilisi e il nostro Teatro firmata dal sovrintendente Giovanni Cultrera di Montesano e il direttore Badri Maisuradze, la prima esecuzione inedita in italiano, curata dal compositore e direttore d’orchestra Sirio Scacchetti, del melodramma: “Abesalom ed Eteri”, basato sul poema medievale georgiano “Eteriani” del compositore Zacharia Paliashvili, su libretto in 4 atti di Petre Mirianashvili.
“Siamo orgogliosi – sottolinea Giovanni Cultrera di Montesano – di fare parte integrante di un’importante coproduzione che consolida la sinergia tra l’Opera di Tbilisi e il Teatro Massimo Bellini, sempre più aperto alle collaborazioni internazionali…”.
“Il melodramma – replica il direttore del teatro di Tbilisi – è parte integrante della cultura georgiana. Nel nostro Paese il pubblico ha ascoltato per la prima volta l’opera italiana nel 1851 con la messinscena di ‘Lucia di Lammermoor’ di Donizetti, che ha raccolto un consenso entusiastico… di conseguenza ritengo che la collaborazione tra il Teatro di Tbilisi e il Teatro Bellini sia una logica continuazione di questa passione condivisa.”.

Regista: Gocha Kapanadze; direttore artistico del Teatro dell’Opera e del Balletto di Tbilisi: Badri Maisuradze; sul podio Zaza Azmaiparashvili, direttore principale e già direttore artistico del Teatro di Tbilisi; interpreti principali: Tamar Lebanidtze (Eteri, giovane orfana ragazza del villaggio), il tenore Konstantine Kipiani (Abesalom, il principe, figlio di Abio), il baritono Giorgi Lomiselic (Murman, il visir di Abesalom). Orchestra del Teatro Massimo ‘Bellini’; Coro del medesimo teatro diretto da Luigi Petrozziello. Gruppo georgiano di ballo folkloristico “Nanila” (con sede a Firenze).

Per comprendere il clima politico culturale in cui si inquadra la vita e l’arte di Zacharia Paliashvili è necessario accennare al contesto russo-georgiano in cui si svolse la vicenda esistenziale del nostro compositore.
Alle linee europeiste introdotte da Pietro il Grande era seguito in Russia il riformismo di Caterina II; l’autocratico Nicola II, dopo un tentativo costituzionalista avrebbe portato al collasso l’impero con la rivoluzione del 1917.
Le evoluzioni successive al pensiero di Lenin e al governo di Stalin sono note.
In tale contesto, abolita la monarchia, la Georgia era stata assorbita, nel 1804 dall’Impero russo che imponendo un programma di russificazione voleva sostituire il sistema politico sociale, religioso e culturale georgiano.
Ciò causò un forte malcontento che sarebbe sfociato nel movimento nazionale di liberazione.
Il 26 maggio 1918 fu proclamata la Repubblica Democratica di Georgia controllata dai menscevichi. Nel febbraio 1921 l’armata rossa invase il paese che fu incorporato nella Russia. La resistenza che si svolse nel 1921-1924 fu seguita da un’inutile e sanguinosa sommossa patriottica nell’agosto del 1924.
Nel 1936 la Repubblica Socialista Sovietica Federativa Transcaucasica sarebbe stata sciolta trasformando la Georgia in Repubblica Socialista Sovietica Georgiana.
Questo energico spirito nazionalista aveva comunque lasciato un forte segno.
Quando nasceva Zacharia Paliashvili, nel 1871, l’opera lirica era già stata introdotta in Georgia da circa trent’anni.
Questa tradizione musicale in realtà precede il dominio dell’Impero russo prima e dell’Unione sovietica poi ed è strettamente legata al difficile rapporto con Mosca dei georgiani ‘nazionalisti’.
Le rappresentazioni operistiche si tenevano però in italiano o in altre lingue europee.
Fu sull’onda delle riforme conciliatorie del viceré russo Vorontsov che si patrocinarono, nonostante molte controversie, opere in lingua georgiana nel Teatro imperiale di Tbilisi.
Alla fine del XIX secolo, così iniziavano ad emergere artisti come Meliton Balanchivadze, seguito da Revaz Dimitris dze Gogniashvili/Principe Gogniev, che si rivolgevano senza gran successo ad un pubblico raffinato, ma molto sparuto.
Soltanto con “Abesalom ed Eteri”, la prima opera in lingua georgiana di Paliashvili considerato il padre dell’opera nazionale, si giunse al riconoscimento e al grande successo di questo nuovo movimento operistico definito come il ‘Rinascimento della cultura georgiana’.
Il futuro compositore nasceva nella famiglia di Petre Paliashvili, un sagrestano della Chiesa cattolica georgiana, a Kutaisi, nel 1871, mostrando ben presto un talento innato per la musica. Ammesso come corista della a otto anni, Zakaria fu attratto dalla musica d’organo, imparò a suonarlo e successivamente entrò nel coro etnografico georgiano creato da Lado Agniashvili.
Da quel momento le opere di Paliashvili iniziarono a essere influenzate dalle ricerche etnomusicologiche e dal canto polifonico tradizionale georgiano, che divenne una delle sue principali fonti di ispirazione insieme alla musica classica europea.
Il Nostro approfondì in seguito i suoi studi prima nella capitale della Georgia e poi al Conservatorio di Mosca, giungendo a padroneggiare le tecniche della polifonia classica.
Nel 1917 è nominato rettore del Conservatorio di Stato di Tbilisi: un’istituzione vocata alla musica nazionale, svincolata dal dominio culturale russo
Paliashvili aveva iniziato a lavorare alla partitura di ‘Abesalom da Eteri’ nel 1909 e l’opera fu in parte messa in scena nel 1913. Nel 1918 il compositore presentava il lavoro, fusione eclettica di canzoni popolari tradizionali e temi classici, al Teatro di Tbilisi meritandosi la definizione di “veramente nazionale”.
La prima, il 21 febbraio 1919, fu diretta dallo stesso autore e, nonostante le quasi sei ore di rappresentazione, riscosse un gran successo. Una seconda e più breve versione in 4 atti (condensati in due parti) è quella rappresentata ancora oggi.
Così il nostro compositore venne universalmente riconosciuto come il fondatore dell’opera georgiana.
La sua carriera fu improvvisamente interrotta Nel 1932 da un cancro al fegato che lo condusse alla morte il 6 ottobre 1933.

‘Abesalom ed Eteri’ si rifà alla leggenda medievale georgiana’ Eteriani’ e racconta della giovane orfana Eteri che suscita un improvviso amore nel principe Abesalom che subito la impalma. Ma il visir Murman anch’egli innamorato di Eteri, vende l’anima al diavolo per conquistare la donna togliendola al suo legittimo sposo.
Per un satanico maleficio, pertanto, la principessa si ammala gravemente e la corte costringe Abesalon ad allontanarla affidandola proprio a Murman che vede così realizzarsi il suo sogno.
Ma un tragico destino attende i protagonisti.
Ottenuto un ultimo incontro, durante il convegno Abesalon muore di crepacuore ed Eteri si suicida per il dolore, mentre Murman presagisce la sua imminente morte e la inevitabile dannazione eterna.
Il demonio, interpretato in forma unicamente mimica dal regista, è infatti assiduamente presente con le lunghe corna e il suo svolazzante mantello nella scena come un’incessante premonizione…
A questo proposito Gocha Kapanadze, appunto il regista, ha dichiarato al nostro giornale che la regia catanese è diversa da quella di Tbilisi, così come il pubblico, la gente, il coro e, in parte, anche la scenografia affidata ad un artista molto famoso in Georgia ma meno ‘scabrosa’ di quella originale. Si è ottenuto così uno spettacolo che fa onore agli autori di questo progetto e che è stato apprezzato da un pubblico italiano molto caloroso.
Anche il direttore d’orchestra, Zaza Azmaiparashvili – diplomato in direzione corale nel Conservatorio statale di Tbilisi nel 1985, professore ordinario dal 1991 presso il Dipartimento dell’Opera, vincitore di concorsi internazionali- ha sottolineato il grande impegno e la forte responsabilità che ha profuso con molto amore nel suo ruolo: cantare in italiano – sostiene – è importante per l’opera e per l’Italia.
Quando la parola passa a lui, il ‘nostro’ maestro Carminati dichiara di aver apprezzato molto quest’opera che affonda le radici nella musica popolare e che, seppur diversa dalla tradizione italiana, sensibilizza il pubblico georgiano aduso alla nostra lirica.
Preannuncia inoltre che in base al protocollo d’intesa la nostra orchestra si recherà il Georgia nel maggio del 2025 per approfondire il confronto tra le reciproche tradizioni melodiche.
Infine un plauso va al giovanissimo (27 anni) maestro, compositore e direttore d’orchestra, Sirio Scacchetti che con grande competenza e passione ha curato il ritmo e, soprattutto, la traduzione in italiano del libretto permettendoci di godere a pieno questa esaltante esperienza.

Foto e video di Lorenzo Davide Sgroi

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