Le dominazioni e il lungo Regno di Sicilia
Scrivere sulla Sicilia, la mia terra, mi riempie sempre di orgoglio e non nascondo una certa emozione. Inizio questo cammino con il desiderio di sgombrare il campo dalla convinzione che la Sicilia sia stata una terra di conquista da parte di tante popolazioni e dominata quasi fosse una schiava. Tra i primi abitatori che hanno lasciato tracce sul suolo siciliano ci sono i Sicani, si insediarono nella zona orientale della Sicilia tra il III e il II millennio a.C.. Successivamente alla fine del II millennio a.C. arrivarono i Siculi gente più bellicosa dei Sicani, i quali furono spostati dai nuovi arrivati alla zona centro-occidentale dell’isola per poi prenderne il posto nella zona centro orientale. Il quadro si completa con gli Elimi che ancora nel II millennio a.C. si stabilirono nella parte estrema dell’occidente siciliano. Sulla provenienza di queste tre popolazioni non abbiamo notizie storicamente certe, quindi preferisco non scrivere le varie ipotesi perché la maggior parte affondano sulle leggende e non è secondo me questa la sede giusta per approfondire tale aspetto. Da ora in poi i popoli che andrò a visitare in questo articolo hanno fonti storiche e tracce sempre più tangibili del loro passaggio. Infatti dalla seconda metà del II millennio a.C. dal mediterraneo orientale migrarono due popoli, uno semita i Fenici dall’attuale Libano che commerciarono nella Sicilia occidentale, l’altro indo-europeo gli Achei dalla Grecia, anch’essi si diedero al commercio però nella parte opposta della Sicilia, cioè quella orientale. Non ci troviamo ancora di fronte ad una dominazione, per questo dovremmo aspettare ancora cinque secoli. Nell’ottavo secolo a. C.. i Greci, che non saranno più gli Achei ma gli Ioni e i Dori, si insedieranno nella costa orientale dell’isola, e i Fenici o Punici conquistarono e fondarono città nell’occidente siciliano. Alcune colonie dei Greci Ioni furono: Naxos, Catania, Lentini, Messina; tra le colonie dei Greci Dori ci furono: Siracusa, Megara, Gela, Agrigento. Sotto la colonizzazione punica nacquero Palermo, Lilibeo (Marsala) e l’isola di Mozia di fronte Trapani. Dopo secoli di lotte furiose tra Ioni e Dori per la supremazia greca in Sicilia con la vittoria definitiva dei Dori di Siracusa e poi le tante guerre tra i Greci, con Siracusa in testa, e i Cartaginesi per la conquista dell’isola (altro sostantivo per definire i Punici fu Cartaginesi, dal nome di Cartagine colonia fenicia vicino Tunisi), spuntarono i Romani che misero tutti a tacere conquistando l’intera isola dopo le due delle tre guerre puniche. I figli della lupa rimasero nell’isola circa sette secoli, la Sicilia si romanizzò profondamente e fu una leale alleata di Roma. Certamente insieme ai Punici e ai Greci, i figli della Città Eterna furono dei conquistatori. Quando cadde l’Impero romano d’Occidente i cosiddetti “barbari” di stirpe germanica invasero anche il territorio italico, i popoli teutonici che conquistarono la Sicilia furono i Vandali, gli Eruli e infine gli Ostrogoti. Questa gente non lasciò nessuna traccia culturale rilevante del loro passaggio, erano soprattutto concentrati a smantellare altre zone dell’impero romano d’Occidente che si stava sgretolando e l’isola era per loro un territorio strategico. Non si può parlare di una vera e propria dominazione. Dopo la vittoria sofferta dei Bizantini sugli Ostrogoti l’Italia compresa la Sicilia passò nelle mani dell’imperatore Giustiniano restauratore dell’Impero romano d’Occidente che provò a far tornare l’impero Romano all’antico splendore. Nel VI secolo d.C.. i Bizantini, sarebbe più corretto chiamarli Romani d’Oriente, giunsero in Sicilia e rimasero nell’isola circa tre secoli, si deduce da ciò che non possiamo certo parlare di una conquista ma, bensì di continuazione dell’Impero romano anche se di lingua greca. Con l’invasione islamica della Sicilia, nell’anno 827, che spazzò via i Bizantini dall’isola certamente ci troviamo davanti ad una nuova dominazione sia come cultura che come etnia. Mi permetto di inserire una parentesi in questa storia scrivendo brevemente sulla permanenza del popolo ebraico in Sicilia, che anche se non hanno colonizzato l’isola, la loro presenza ha avuto una forte influenza nella medesima. Essi arrivarono in Sicilia, probabilmente, nel III secolo d.C.. in pieno periodo romano e furono espulsi nel 1492 da un decreto della corona spagnola, quando la Sicilia faceva parte di tale regno. La loro permanenza ha lasciato una forte traccia nella cultura siciliana, sia nel commercio di cui erano maestri, sia nell’introduzione di prodotti agricoli come i cedri o culinari come la farina di ceci. Torno alla la dominazione musulmana in Sicilia, con la quale si può dare inizio, in nuce, a quella che sarà la lunga monarchia di Sicilia. Questo perché gli Arabi in Sicilia crearono un emirato con la dinastia dei Kalbiti, con capitale Palermo. Esso era un sottogovernatorato, prima alle dipendenze del califfato dei Fatimidi d’Egitto, che allora governava il mondo islamico, e poi rimase autonomo ma, di fatto indipendente fino alla loro caduta nel 1091. Quando i Normanni arrivarono in Sicilia, alla fine del XI secolo, trovarono i musulmani divisi tra di loro in faide fratricide e questa debolezza favorì la conquista dei cavalieri del Nord dell’isola. I Normanni erano Vichinghi che si erano stanziati in Normandia, nell’attuale Francia del Nord, i comandanti di questa spedizione furono i fratelli Roberto il Guiscardo e Ruggero che scesero dalla Calabria per invadere la Sicilia. Ruggero, fratello minore di Roberto divenne Gran Conte di Sicilia e il Guiscardo andò a governare la Puglia e la Calabria che corrispondevano di fatto al Sud Italia. Alla morte di Ruggero I, il figlio Ruggero II divenne primo re di Sicilia, iniziando così il lungo regno di Sicilia, correva l’anno 1130. Fu un periodo glorioso per il regno siciliano, nacque il parlamento siciliano tra i più antichi del mondo e i Normanni fecero del sincretismo delle diverse culture dell’isola la loro pietra angolare che si manifestò nei vari campi del sapere: dall’architettura, all’arte visiva, dalla scienza, alla medicina. Ruggero II riuscì ad unire tutto il Sud Italia, a conquistare alcune isole greche del mar Egeo e dei territori in Nord Africa, fu la massima espansione del Regno di Sicilia. La fine del regno Normanno avvenne con il matrimonio tra Enrico VI di Svevia, figlio di Federico Barbarossa, e Costanza d’Altavilla, figlia di Ruggero II. Anche in questo caso con l’avvento degli Svevi in Sicilia non si può parlare di dominazione ma, di continuazione di regno. Infatti con la nascita di Federico II, figlio di Enrico e Costanza, si compì definitivamente il salto di dinastia, dai Normanni d’Altavilla agli Svevi della casata degli Hohenstaufen. Quando Federico divenne imperatore, dopo essere stato incornato re di Sicilia alla morte prematura dei genitori, divenne il monarca più potente d’Europa. Palermo fu la vera capitale del Sacro Romano Impero e non solo politica ma, anche culturale che vide tra le altre la nascita della “scuola poetica siciliana”. Alla morte di Federico II nel 1250 e dei suoi figli e nipoti, quest’ultimi per mano degli Angioini, la Sicilia fu teatro per molti decenni di scontri per la sua conquista. Nel 1282 iniziò, la cosiddetta, “guerra dei vespri” tra la casata francese degli angioini e gli aragonesi la quale ebbe fine nel 1302 con la Pace di Caltabellotta, che sancì due sfere d’influenza ben precise, il regno di Trinacria(Sicilia) agli Aragonesi e il regno di Napoli ai francesi della casata d’Angiò. Le ragioni di questa guerra furono per gli aragonesi la pretesa di legittimità a governare il regno siciliano, perché il re Pietro III d’Aragona sposò Costanza figlia del re Manfredi, ultimo re di svevo di Sicilia e quindi era erede di questo trono e gli Angioini che con il supporto del papato avevano sconfitto gli Svevi di Sicilia e desideravano avidamente l’isola e tutto il Sud Italia. Anche in questo caso per gli Aragonesi in Sicilia non si trattò di una dominazione ma, di continuazione di regno. Solo i decenni di regno Angioino in Sicilia furono una dominazione ma, durò molto poco per incidere nella cultura siciliana. La guerra tra le due fazioni si protrarrà per altri 70 anni circa. Dopo la pace di Caltabellotta, dopo vari momenti di stasi e di successive battaglie, con il trattato di Avignone nel 1372 si giungerà all’atto conclusivo della guerra del vespro durata novanta anni e riconfermerà quello sancito nella pace di Caltabellotta: la Trinacria (Sicilia) agli Aragonesi e la Sicilia Citeriore (Sud Italia) agli Angioini. In seguito nel ‘400 gli Aragonesi conquistarono il regno di Napoli e così di nuovo il regno di Sicilia comprese tutto il Sud Italia. Nell’anno 1492 quando le due corone della penisola iberica si unirono, cioè quella di Castiglia e quella d’Aragona nacque il regno spagnolo, così la Sicilia dalla corona aragonese passò a quella spagnola. Anche qui siamo di fronte a una continuazione di regno sotto la giurisdizione di questa nuova corona ma, lo stato sovrano siciliano mantenne sempre la sua autonomia. In seguito la corona di Spagna per successione passò alla dinastia degli Asburgo che con Carlo V imperatore del Sacro Romano Impero ebbe il suo apogeo, così le sorti del regno di Sicilia seguirono questo avvicendamento. Quando furono i Borboni, dopo una sanguinosa guerra di successione, ad ereditare il regno di Spagna e quindi il regno di Sicilia nella seconda metà del ‘600 , un’altra successione di dinastia, dopo meno di due secoli la corona di Sicilia arrivò al suo epilogo. Infatti nel 1816, dopo la tempesta della rivoluzione francese e l’impero di Napoleone, il regno di Sicilia cessò di esistere per la nascita del Regno delle Due Sicilie ad opera del re Borbone Ferdinando I delle Due Sicilie. Tutto ciò non fu pacifico, anzi, ci furono diverse rivolte antiborboniche sedate con le cannonate, capitale unica divenne Napoli a sfavore di Palermo e la Sicilia dopo circa 700 anni di glorioso governo fu relegata ad un ruolo di secondo piano. In conclusione con l’arrivo dei Savoia e l’unità d’Italia, la Sicilia fece parte del regno d’Italia e poi della repubblica italiana, che nacque dal referendum del 2 giugno del 1946. La Sicilia provò a sganciarsi dall’Italia per creare uno stato indipendente ma, il tentativo fallì e chiese ed ottenne dallo Stato italiano l’autonomia come regione a statuto speciale nel 1948. Avrete contato insieme a me cinque vere dominazioni, non le riscrivo perché potete facilmente trovarle. Ho voluto sottolineare ciò, come ho scritto all’inizio dell’articolo, per ribadire che le dominazioni in Sicilia non sono state poi così tante e soprattutto c’è stato un regno che è durato circa sette secoli con i vari avvicendamenti di dinastie come è accaduto in tutti i lunghi regni. Posso aggiungere che sicuramente in Sicilia sono transitate diverse etnie e culture ma, queste l’hanno resa tra i territori più importanti e ricchi di diversità del mondo e non una terra di conquista da parte di qualsiasi popolo che sia giunto sul suolo siciliano.